Quando l'informatica sposa la didattica: ecco il workshop Fuss
“Viaggio nel cuore pulsante dei sistemi informatici usati nella didattica delle scuole italiane” questo il tema del workshop tenuto nei giorni scorsi da Christopher R. Gabriel presso la scuola professionale “Luigi Einaudi” ed organizzato da LUGBZ e Truelite con la collaborazione dell’Intendenza scolastica italiana. Sono ottanta i server che grazie a Debian GNU/Linux forniscono continuativamente servizi ai circa 4.000 PC e notebook che nelle scuole montano il sistema operativo Ubuntu scelto dal progetto FUSS (https://fuss.bz.it), usando solo ed esclusivamente software libero dal 2005 ad oggi.
Tutto ciò in piena aderenza al Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) secondo il quale le pubbliche amministrazioni (scuole in primis) debbono dare priorità all’acquisizione di soluzioni open source. In tal modo l’investimento di risorse pubbliche in software libero permette di massimizzare la condivisione, l’innovazione e l’incentivazione del mercato locale. La condivisione mediante pubblicazione in un repertorio pubblico del software libero e della relativa documentazione di cui la Pubblica amministrazione e le scuole sono titolari è parimenti un obbligo dettato dal nuovo articolo 69 dello stesso CAD. All’evento hanno avuto modo di confrontarsi insegnanti, tecnici informatici, membri del progetto FUSS, genitori e cittadini, intervenuti anche dalla vicina provincia di Trento, su aspetti non solo tecnici ma anche culturali del progetto che quest’anno ha compiuto i suoi primi 11 anni. FUSS è il più grande progetto informatico nazionale che abbia portato software libero nella didattica delle scuole ed è uno dei maggiori progetti a livello europeo.
FUSS rappresenta un esempio di sostenibilità digitale nel mondo della scuola fondandosi su quattro importanti pilastri che sono: contenuti liberi, libero accesso al sapere, utilizzo di software libero e standard aperti. Anziché spendere risorse economiche per l’acquisto di licenze d’uso di software proprietario, FUSS da 11 anni permette agli insegnanti di usare l’informatica come reale strumento didattico e pedagogico. In tal modo gli studenti non vengono addestrati all’uso del software di un unico produttore. “La scelta di usare software libero nella scuola” secondo Paolo Dongilli dell’Ufficio orientamento strategico e pianificazione IT “è anzitutto, al di là delle ragioni economiche o tecniche, una scelta etica e politica. È cioè la scelta di rifarsi, nell’insegnamento, ai valori della libertà e della condivisione del sapere, e non solo quella di usare software efficiente, stabile e sicuro. Di qui, i valori di libertà di accesso alle informazioni e condivisione della conoscenza che si adattano naturalmente al compito educativo della scuola”.
“L’utilizzo del software libero rende possibile” sempre secondo Dongilli “la partecipazione diretta al suo sviluppo da parte di studenti ed insegnanti, non solo come scrittura di codice, ma soprattutto in termini di suggerimenti sul funzionamento, produzione di documentazione, traduzioni, realizzazioni di contenuti, ecc. Tutto ciò in un modello di scuola vista come una comunità in cui tutte le sue componenti partecipano attivamente al processo di costruzione della conoscenza”. Obiettivo a medio-lungo termine di FUSS è favorire metodologie di didattica collaborativa, attraverso il coinvolgimento attivo sia dei docenti che degli studenti nello sviluppo del progetto stesso, anche al di fuori dei confini della provincia.