Val Pusteria, sulla statale ecco il chilometro verde per abbellire la barriera di Vandoies
Lamiere di alluminio arricciate a mo’ di loden: il 10 novembre sarà inaugurato il chilometro verde sulla statale della Val Pusteria. Un progetto che unisce arte e utilità: renderà meno anonimo un tratto di strada molto trafficato aumentando l’assorbimento del suono della barriera già esistente.
Siamo lungo la Strada Statale 49 (SS49) della Pusteria, un tratto della strada europea E66 che collega il Trentino-Alto Adige con Austria e Ungheria. Dal 2015, circa a metà tra Bressanone e Brunico, e per l’esattezza a Vandoies esiste una barriera anti rumore realizzata con l’intento di isolare la zona produttiva “Lodenwelt”, il polo commerciale incentrato sul loden (che viene prodotto e distribuito in regione da Oberrauch Zitt). Il loden è un tessuto dalle tonalità verdi, frutto di una tradizione che ha origine nel Tirolo centinaia di anni fa, ed è ricavato da una particolare lavorazione della lana grezza: essendo impermeabile, caldo e morbido, viene impiegato tuttora nella realizzazione di indumenti come cappotti, mantelline e pantaloni.
Come il loden e fonoassorbente: le caratteristiche del chilometro verde
Ed è proprio l’aspetto del loden che ha ispirato Alessandro Gatti, creative director dell’agenzia bolzanina Doc, a realizzare questo progetto artistico che vedrà realizzarsi un vero e proprio chilometro verde sulla strada tra Vandoies di Sotto e Vandoies di Sopra, a metà tra Bressanone e Brunico.
Lungo la barriera anti rumore esistente verranno installate delle lamiere di alluminio stirato. La stiratura dell’alluminio porta il materiale ad arricciarsi simmetricamente su sé stesso, creando dei fori che ricordano appunto un tessuto poroso. Questa caratteristica lo rende inoltre adatto a creare un “primo livello” di isolazione acustica, intrappolando le onde sonore e facilitando il lavoro della barriera sottostante. Le lamiere tinteggeranno il tratto stradale con una serie di tonalità di verde, realizzate appositamente per l’occasione, il chilometro è stato inoltre ideato per durare nel tempo, resistendo agli agenti atmosferici e chimici. Sarà “un po’ come costruire un grande aereo”, ha detto Gatti.
Date le caratteristiche tecniche del progetto, va specificato che Doc ha vinto il concorso di idee a chiamata, dedicato a studi creativi, lanciato dagli imprenditori dell’area del Lodenwelt. Questa iniziativa serve a creare delle sinergie tra il mondo dell’imprenditoria e le variopinte realtà dell’arte e del design, che insieme possono unire l’utile al dilettevole, proprio come in questo caso. Come ricorda lo stesso Gatti l’iniziativa vuole essere «una grande azione, non più un mero progetto, non più comunicazione pubblicitaria astratta. Qualcosa di concreto». Ed è quello che ci voleva. Infatti la barriera anti rumore posizionata l’anno scorso ha reso invisibile il complesso di Lodenwelt, coprendo gli edifici alla vista degli automobilisti e causando il calo del fatturato di circa -40/50%, mettendo a rischio più di 100 posti di lavoro.
Con questa iniziativa concreta di rivalutazione del territorio che si incrocia con la land art, la zona del Lodenwelt riacquisterà la visibilità che gli spetta, rendendo anzi ancora più invitante l’ingresso al centro grazie all’allestimento propedeutico di segnaletiche.
Chilometro verde, ecco il primo campione di lamiera
Un primo campione della lamiera, in scala 1:1, è stato presentato oggi nella Alessandro Casciaro Art Gallery insieme ai render e alle bozze del progetto, con l’intervento di Heinrich Oberrauch (titolare senior dell’azienda omonima), Alessandro Gatti (doc) e Sabine Gamper, esperta d’arte, che ha ricordato come «l’arte è un comunicatore, ma soprattutto un aggregante, grazie alla sua spinta positiva che le permette di risolvere problemi e conflitti». Ed è questo il vero obiettivo unificato di Oberrauch Zitt e doc, la cui collaborazione potrebbe vedere nascere altre “joint venture” che hanno l’arte come centro focale. Per adesso la mission è quella di valorizzare il territorio, cercando di affrontare problemi reali in maniera creativa. «Nessuno conosce Vandoies – conclude Manfred Profanter – ma tutti conoscono il Lodenwelt. Dobbiamo solo mostrargli dov’è, e questo è un bellissimo modo per farlo».
Kevin Montel