Democrazia diretta, le basi della nuova legge
Democrazia diretta, dopo le assemblee con i cittadini parte la seconda fase per la stesura della nuova legge sulla democrazia diretta. Presentata ieri in Consiglio provinciale dal gruppo di lavoro istituito all’interno della commissione, costituito dal Magdalena Amhof, Brigitte Foppa, Josef Noggler, Ulli Mair e Myriam Atz Tammerle.
Democrazia diretta, cosa dice la proposta
Gli strumenti previsti dalla nuova legge sono: iniziativa popolare, referendum consultivo, referendum abrogativo, referendum propositivo, referendum confermativo. Per l’avvio dell’iter relativo a tutti questi strumenti é stato stabilito lo stesso numero di firme, pari a 8.000, non é invece ancora stato definito il quorum di partecipazione: “Le due opzioni sono 20 o 25%: ne stiamo discutendo anche nei vari gruppi consiliari”, per la consultazione popolare non vincolante, in ogni caso, non é previsto quorum. In quanto agli elettori, saranno ammesse al voto le persone che hanno compiuto 18 anni. Saranno escluse le materie che trattano di minoranze sociali ed etniche, ma si cercherà di aprire una finestra sulle delibere di Giunta, anche se ancora non é stata trovata una formula precisa; i referenda non possano svolgersi da 6 mesi prima della fine della legislatura fino a un mese dopo le elezioni. In quanto ai processi partecipativi, “qualcosa di nuovo per cittadine e cittadini”, ha sottolineato Amhof, é stato deciso di cominciare con un solo strumento, ed é stata prevista la costituzione di un Consiglio dei cittadini e delle cittadine composto di 12-16 persone – dai 16 anni in su – scelte per estrazione in modo che rispecchino la composizione della popolazione. Il Consiglio prende le decisioni all’unanimità e rilascia pareri non vincolanti, che vengono trasmessi all’organo competente per la decisione. Verrà inoltre istituito un ufficio per la formazione politica e la partecipazione, che fungerà da organo consultivo e ausiliario del consiglio dei cittadini e delle cittadine: sui compiti di questo ufficio, insediato preso il Consiglio provinciale, ancora non ci si é accordati, ma é condivisa la consapevolezza dell’importanza della formazione politica. A questo proposito, Foppa ha rilevato che la richiesta di sostenere la formazione era stata ribadita più volte nel corso degli incontri con la cittadinanza: l’insediamento di quest’organo presso il Consiglio provinciale garantirà il contatto con la popolazione. È stata considerata anche la questione della trasparenza e dell’informazione oggettiva, pur nella consapevolezza che è difficile influire sulle libere scelte dei media. La comunicazione sul referendum sarà garantita dalla produzione di un opuscolo sulla consultazione che raccoglierà tutte le posizioni. In quanto al finanziamento, é previsto il rimborso di 1 € per ogni firma raccolta, a carico del bilancio provinciale.
Democrazia diretta, ora la fase 2
Katharina Erlacher dell’agenzia coop. blufink, che ha moderato i vari incontri organizzati fino a oggi, ha quindi spiegato che entro il 26 marzo ci sarà la possibilità di portare ulteriori proposte e suggerimenti. Amhof ha chiarito che il Consiglio dei cittadini e delle cittadine é un primo passo, uno strumento forse debole ma semplice: si tratta di un inizio, anche perché la legge avrà bisogno di costanti modifiche per adattarsi ai mutamenti della popolazione. Ha confermato che, come detto all’inizio del processo, sulla legge in esame ci sarà un referendum; in quanto alla proposta di un numero di firme differente a seconda dello strumento scelto, é stata scelta una soluzione che fosse semplice per cittadine e cittadini. Alcune materie, tra cui gli stipendi dei politici, sono state escluse dai quesiti referendari: “Su questo c’è stata una grande discussione, ma é stato deciso di escludere la materia per non fomentare ulteriormente le discussioni”. Per quanto riguarda la par condicio, si sta cercando anche con il confronto don il Comitato provinciale per le comunicazioni di trovare una regolamentazione chiara.