Dai corti animati alle serie. I premi per Miriam Muraca, tra genio e "insicurezza"
Sviluppare i propri talenti senza farsi abbattere dalle difficoltà. Quella di Miriam Muraca potrebbe essere descritta come una storia esemplare, una di quelle in cui la protagonista crede a tal punto nei propri mezzi da superare ogni sfortuna. Ma ascoltandola, si comprende rapidamente come non siano state l’ostinazione o la determinazione a portarla a trovare la sua strada. Non che le manchi il talento e non le siano mancate le disavventure, anzi, ma dalle sua parole emergono atteggiamenti più “femminili”: la passione per le cose che fa e il desiderio di autonomia sembrano contare più del successo e della carriera. Mentre la sicurezza di sé appare ancora come un traguardo lontano.
Per spiegarlo si potrebbe partire dai premi internazionali vinti dal suo primo cortometraggio animato o dall’incidente d’auto che le ha stroncato il desiderio di fare l’attrice, ma è meglio partire dall’inizio.
Miriam Muraca, trent’anni appena compiuti, è nata a Bolzano da madre tedesca e padre calabrese. Terminato il liceo linguistico italiano a Bolzano, si è iscritta al Dams cinema a Bologna, città in cui continua a risiedere anche dopo la laurea con tesi sugli “anime”, sull’animazione giapponese. A studi conclusi, si è iscritta a un corso di recitazione per tentare la carriera di attrice, ma un incidente d’auto le ha impedito di provarci davvero. “Era il 2019 – ricorda – mi chiamavano per i provini, ma purtroppo ero deformata in faccia e per un anno non ho potuto presentarmi. Poi è scoppiata la pandemia”.
Si diceva la sfortuna, ma in attesa che sparissero virus e cicatrici, Miriam Muraca non si è pianta addosso e ha coltivato le sue passioni: “Sin da piccolissima, dall’asilo nido, i miei disegni sono stati molto apprezzati, per me disegnare è come respirare. Non ho mai seguito un percorso formativo, non ho una formazione specifica, anche perché preferisco restare fuori dagli schemi, ma non ho mai smesso di disegnare”. Il tempo a disposizione non le mancava, ma occorreva comunque portare a casa uno stipendio.
“Ho iniziato a collaborare con una casa editrice torinese lavorando come tutor per i contenuti multimediali e come illustratrice freelance. Poi un giorno, appena arrivata in stazione a Torino per un incontro col regista dei video, mi hanno rubato il telefono”. Episodio che potrebbe essere catalogato nella serie “sfortune” e invece…
“E invece, il regista mi ha accompagnato a fare la denuncia di furto e a comprare una nuova Sim, abbiamo avuto modo di chiacchierare. Così ho avuto la possibilità di mostrargli l’animazione che stavo realizzando, gli è piaciuta molto e mi ha detto che mi avrebbe aiutato per farla musicare e ha finito per farmi da produttore”.
Il risultato si intitola “Phonetrip”. Prodotto dalla Zenit di Torino, è un corto animato, anzi un cortissimo, 85 secondi che descrivono l’incubo di una giovane ragazza nel mondo dei social network.
Presentato in trentaquattro festival internazionali ha ricevuto tre premi: il “Mohamed Azarq” al Festival di Tangeri in Marocco e due in Corea del Sud allo Smiff e all’Unica.
“Sono ovviamente molto felice dei risultati ottenuti – precisa – mi sono ritrovata in concorso con produzioni molto più importanti e non l’avrei mai immaginato. Mi ha fatto piacere soprattutto il premio dello Smiff (Seoul Metro International Film Festival) perché è stato votato anche da un pubblico molto vasto: gli utenti della metropolitana della capitale sudcoreana che potevano selezionare il corto preferito tramite i Qr-code presenti nelle stazioni. Purtroppo non l’ho potuto ritirare di persona, ma sono stata a New York per il Brooklyn Film Festival e non posso lamentarmi”.
Il successo di Phonetrip le ha permesso di lavorare a una serie: “Choices & Changes – 10 piccole storie su 10 grandi temi”, un cortometraggio a episodi in animazione 2D frame by frame, che racconta piccole grandi storie di scelte e cambiamenti. La serie verrà presentata in anteprima domenica 12 maggio 2024 (alle 19) al Salone del Libro di Torino. Un traguardo non da poco, ma le difficoltà affrontate sembrano impedire a Miriam di godersi pienamente i risultati raggiunti o, forse, è solo una questione “stilistica”: “Al contrario dell’animazione occidentale, in quella giapponese, anche nelle storie per bambini, non c’è il lieto fine. E’ un aspetto che mi piace particolarmente. Poi, preferisco costruire universi e raccontare storie che lasciano molte domande senza dare risposte”.
La scheda di presentazione di “Choices & Changes” ne è una conferma evidente:
“Choices & Changes” racconta piccole grandi storie di scelte e cambiamenti. La rete è una trappola dalla quale possiamo uscire oppure no? C’è spazio per i sentimenti in un mare di plastica? Possiamo essere noi stessi, al di là del genere con cui siamo definiti? Cosa possono fare i ragazzi per fermare la guerra se non sognare? Che peso ha sulla nostra vita il continente in cui ci capita di nascere? Cosa farebbe un supereroe per risolvere il problema del traffico e dello smog? Quando cominceremo a capire che ogni foto o video che postiamo in rete ci rimane per sempre e può avere delle conseguenze devastanti? La fantasia può aiutare la transizione ecologica e contribuire alla lotta al cambiamento climatico? Cosa è disposto a mangiare chi ha veramente fame? Cambieremmo le nostre abitudini se avessimo la facoltà magica di vedere che percorso fanno i prodotti prima di arrivare sulla nostra tavola?
La serie “Choices & Changes”, di Miriam Muraca è prodotta da Zenit Arti Audiovisive con il sostegno di Loescher Editore, MIC, IDM Film Commission Südtirol, Legacoop Piemonte e Film Commission Torino Piemonte – Short Film Fund.
Massimiliano Boschi