La settima città dell'Alto Adige. Viaggio dentro l'Ospedale di Bolzano
Bolzano. È il luogo in cui quasi tutti abbiamo passato le prime ore della nostra vita e quello in cui, molto probabilmente, ne passeremo molte delle ultime. Eppure ce ne ricordiamo solo in caso di necessità, altro che amici, sono gli ospedali quelli che cerchiamo nel momento del bisogno. Solitamente, preferiamo ignorare la sua esistenza, ma quando ci entriamo esigiamo soluzioni rapide ed efficaci quanto irrealizzabili. Una volta varcato l’ingresso, però, bastano pochi minuti per comprendere perché ci chiamano “pazienti”.
L’ospedale è un luogo fondamentale della cittadinanza e, non solo per questo, è e deve essere pubblico. Fateci caso, se è privato, o in Svizzera, lo chiamiamo “clinica”, che è tutto un altro mondo molto meno interessante – a dare un servizio in cambio di soldi siamo capaci tutti. L’ospedale è differente e speriamo continui a esserlo. Quando vi entriamo siamo concentrati solo su noi stessi, vogliamo che ci si occupi di noi in fretta e accuratamente qualunque sia il nostro disturbo, dimenticandoci che gli ospedali sono aperti a tutti, non siamo gli unici a essere preoccupati e a voler essere curati nel minor tempo possibile. Gli ospedali assomigliano alle città, accolgono tutti, ma sono abitati unicamente da lavoratori e pendolari esigentissimi.
Quello di Bolzano non fa eccezione e qualche numero in più aiuta a spiegare perché vale la pena di raccontarlo non solo come luogo di cura. Ogni giorno accedono all’Ospedale di Bolzano circa 9500 persone a cui vanno aggiunti eventuali accompagnatori e dipendenti. Il personale sanitario dell’ospedale di Bolzano, per esempio, è composto da oltre 1500 infermieri, 700 medici, 450 amministrativi ed altrettanti OSS, se si aggiungono il personale non sanitario e gli accompagnatori, si superano tranquillamente le 12.000 persone.
In sintesi, l’Ospedale di Bolzano è la settima città dell’Alto Adige, ha più o meno gli stessi abitanti di Lana che però si estende su un’area di circa 36 kmq, non su 0,1 kmq.
Ecco, per tutto questo, Alto Adige Innovazione ha deciso di raccontare la più importante struttura sanitaria della provincia di Bolzano come se fosse una città, con i suoi parcheggi, la sua gestione di rifiuti, il suo bar e la sua mensa.
Per chi non fosse ancora convinto, ecco altri numeri che spiegano la necessità di vedere l’ospedale con uno sguardo esterno, diverso da quello giustamente esigente di chi vi entra per essere curato.
I dati
Come detto, l’ospedale di Bolzano è un complesso insieme di strutture che si estende su una superficie di ca. 10 ettari e richiede un’alimentazione di energia di ben 24 GWh all’anno e 40 GWh di calore. La struttura è in grado di ricoverare quasi 25mila pazienti ogni anno distribuiti su 621 posti letto. A questi vanno aggiunti gli 83.443 accessi al Pronto Soccorso registrati nel 2023 e le 3.359.257 prestazioni ambulatoriali. Le 981.584 prestazioni specialistiche offerte dall’ospedale in un anno sono costituite per il 15% dagli esami strumentali radiologici, ed equivalgono a 2689 prestazioni al giorno. Le sole prestazioni ambulatoriali hanno un valore economico di quasi 60 milioni di euro. Cifra che si basa sul tariffario provinciale, e le 921.904 confezioni di farmaci utilizzate.
I dati scorporati rendono meglio l’idea. Ogni giorno dell’anno, circa 200 persone entrano al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bolzano mentre vengono garantite, in contemporanea, oltre 9000 prestazioni ambulatoriali.
Alla gestione di tutte queste prestazioni sanitarie, va aggiunta quella delle pulizie, che in ospedale devono necessariamente essere accurate, del lavaggio degli strumenti utilizzati, dei camici, dei rifiuti, soprattutto quelli speciali, della mensa e dell’approvvigionamento energetico.
Ancora, come si gestisce e coordina l’arrivo, il transito e il parcheggio dei mezzi utilizzati dagli oltre tremila dipendenti, dai pazienti, molti a mobilità ridotta e l’arrivo dei mezzi di soccorso? Ve lo racconteremo a partire dalla prossima settimana. In sintesi, abbiamo giocato di anticipo, abbiamo visitato l’ospedale di Bolzano prima che lui visiti noi.
Massimiliano Boschi