Il futuro dell’imprenditoria è rosa: il nuovo sportello "Female Empowerment Hours" di Mind
Negli ultimi anni, l’imprenditoria femminile ha visto una crescita a livello globale. Tuttavia, nonostante i progressi, i dati rivelano persistenti divari di genere. In Italia, secondo il V report di Unioncamere sull’imprenditoria femminile, le imprese a conduzione femminile sono circa 1,3 milioni, rappresentando il 22% del totale delle attività registrate. Questo dato, sebbene significativo, è ancora lontano dalla media europea del 32%. Negli Stati Uniti, molte startup e aziende innovative ancora escludono le donne dai ruoli dirigenziali, mentre in Cina il 50% delle donne ricopre cariche dirigenziali. Dal 2014 il numero di imprese femminili in Italia è cresciuto, passando da 1,2 milioni (21% del totale) a 1,3 milioni, una cifra che seppur marginale rispetto alla controparte maschile, sta sperimentando una forte crescita dimostrando che il futuro dell’imprenditoria italiana è anche rosa e non solamente roseo.
Le sfide e le difficoltà che le donne nel mondo del business devono affrontare sono molteplici: dalla conciliazione lavoro e famiglia, alla scarsa disponibilità di finanziamenti, fino al sostegno limitato per le imprenditrici. Proprio per cercare di abbattere questi ostacoli il centro di innovazione altoatesino MIND (Meran.o Innovation District) del Comune di Merano ha da poco messo a disposizione un nuovo servizio: Female Empowerment Hours, uno sportello di consulenza rivolto a tutte le donne che vogliono realizzare le loro idee di business e cercano un sostegno
Per capire meglio di che cosa si tratta abbiamo chiesto ad Astrid Steinmair, responsabile della comunicazione di Mind Innovation District.
Quali opportunità offre il nuovo supporto per le donne imprenditrici?
Abbiamo lanciato questo servizio poco più di due mesi fa per fornire uno sportello di informazione e consulenza gratuito a chiunque abbia un’idea di business o un progetto d’innovazione. Il nostro obiettivo è aiutare le donne a capire se la loro idea è realizzabile, quali finanziamenti sono disponibili, quali bandi, concorsi, opportunità di networking esistono e quale formazione potrebbe essere necessaria. Ad offrire un sostegno concreto dall’ideazione alla realizzazione c’è Jennifer Löffler, specializzata in processi di innovazione all’interno di aziende e giovani startup. L’idea è un confronto da donna a donna.
L’entrata del centro MIND. Foto di Damian Pertoll
Qual è il bilancio dopo quasi un anno dall’inaugurazione di MIND?
Il centro MIND del Comune di Merano gestito dalla cooperativa Promos è stato inaugurato a giugno dell’anno scorso con l’obiettivo di rafforzare lo spirito d’innovazione, la creatività e la cultura imprenditoriale sul territorio, promuovendo e supportando startup e aziende già avviate, ma anche il mondo dell’istruzione e tutte le cittadine e i cittadini interessati. Fin da subito abbiamo visto un grande interesse da parte delle donne, le quali però rimangono tutt’ora in minoranza. Nei nostri spazi di coworking e uffici privati, su 27 postazioni utilizzate, 6 sono occupate da donne. Nei workshop EduLab, aperti al pubblico, la partecipazione femminile dipende molto dai temi trattati: una donna su sei frequenta quelli incentrati su tematiche tecnico-tecnologiche, mentre negli eventi di networking sulla gestione aziendale innovativa, quasi la metà dei partecipanti sono donne.
Quali sono i settori dell’innovazione in cui operano le donne al centro MIND?
Le donne all’interno di Mind si occupano di comunicazione e grafica, consulenza e assistenza di progetti finanziari e programmazione RPA. Tre campi completamenti differenti, ma che grazie al centro creano opportunità di socializzazione e networking, permettendo alle donne di instaurare nuove collaborazioni e confrontarsi con altre imprenditrici anche di settori diversi.
Secondo i dati delle consulenze, quali sono le difficoltà che devono affrontare maggiormente le donne nell’approccio al mondo dell’imprenditoria?
La principale difficoltà che riscontriamo più frequentemente è la conciliazione tra lavoro e famiglia e la conseguente mancanza di tempo per dare spazio alle proprie idee. Tuttavia un altro ostacolo che emerge spesso è la mancanza di fiducia in sé stesse, uno scoglio che a volte impedisce la realizzazione dei propri progetti. A fronte di questo noi di MIND ci mettiamo in gioco offrendo supporto e incoraggiamento a partecipare ai nostri eventi di networking e a utilizzare i nostri servizi.
Che consiglio darebbe a una donna che ha un sogno nel cassetto o un progetto nascosto?
Consiglio di essere attive, di non avere paura di cercare un confronto o un’opportunità. Non bisogna avere timore di sbagliare, perché la strada può essere lunga e difficile, ma ci sono molti aiuti, risorse e sostegni disponibili che oggi possono davvero fare la differenza. Non rimanete a casa, uscite e confrontatevi: anche l’idea più assurda può diventare un progetto di successo.
Chiara Caobelli
Immagine in apertura: Centro MIND. Foto di Damian Pertoll.