Il Piano Sociale del Comune di Bolzano, soluzioni innovative contro il caro affitti
Nel marzo del 2022, il Comune di Bolzano ha avviato il processo di elaborazione del Piano Sociale 2024-2034, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini. Dopo una fase preliminare di ricerca e consultazione, che ha coinvolto oltre 600 persone tra cittadini, referenti dell’amministrazione, studenti, servizi sociali, sanitari, il terzo settore e istituti di ricerca, il piano è in dirittura d’arrivo. L’approccio innovativo dell’indagine, basato sugli “studi di futuro”, ha permesso di identificare cinque macroaree d’intervento: servizi orientati alla persona, casa per tutti, benessere economico e psicosociale, partecipazione e sviluppo di comunità, e organizzazione partecipata. Tra queste, la questione abitativa è emersa come una delle più problematiche, riflettendo le difficoltà quotidiane degli abitanti di Bolzano.
Per capire meglio i risultati dell’indagine abbiamo chiesto a Carlo Alberto Librera, direttore della Ripartizione del servizio della comunità locale e a Silvia Recla, l’operatrice incaricata del progetto all’incontro con i cittadini e le cittadine “La Bolzano che vorrei” avuto luogo il 9 maggio presso lo Spazio Famiglia in piazza M. Montessori a Bolzano.
Sempre più Bolzano si trova a fronteggiare una crisi abitativa che incide profondamente sul benessere dei suoi cittadini, specialmente i giovani e gli studenti universitari. Il costo elevato degli affitti rappresenta una barriera insormontabile per molti, rendendo l’acquisto di una casa un sogno irraggiungibile. “Abbiamo avuto l’occasione di incontrare alcuni studenti delle scuole superiori e un gruppo di studenti dell’Università di Bolzano, i quali sono già molto consapevoli del problema e molti di loro sanno che non potranno permettersi di vivere a Bolzano, ma saranno costretti a spostarsi nelle aree limitrofe” – spiega Silvia Recla. Questo fenomeno non solo colpisce la qualità della vita, ma mina anche la stabilità sociale ed economica della città. “Per gli studenti universitari, la situazione è particolarmente critica” – continua Recla – “La competizione per un posto letto è diventata una lotteria stressante, nota come “click date”, dove la rapidità di un clic può determinare il successo o il fallimento nel trovare un alloggio. Un metodo che ostacola l’integrazione e l’inizio sereno della vita accademica per molti studenti, spesso provenienti da altre regioni d’Italia o dall’estero”(ne abbiamo parlato anche in questo articolo)
La possibilità di acquistare una casa a Bolzano è vista sempre più come un’utopia. Il direttore della Ripartizione del servizio della comunità locale, Carlo Alberto Librera, ha evidenziato come la città stia subendo una trasformazione culturale, avvicinandosi ai modelli nordici dove l’affitto è la norma e la proprietà della casa è rara. “In Italia, l’età media dei giovani che escono di casa è intorno ai 30 anni, significativamente più alta rispetto ai 19 anni della Danimarca” – spiega Librera – “Il tema della casa si sta trasformando e sempre più necessariamente si sta abbandonando la costruzione di un futuro lineare tipico della cultura italiana che prevedeva la formazione, la ricerca di un lavoro, l’acquisto di una casa, il matrimonio e la famiglia. Oggi ci stiamo nordicizzando e i giovani bolzanini costruiscono i propri progetti di vita preferendo l’affitto piuttosto che la proprietà di una casa”. D’altronde non solo gli affitti sono cari, ma in generale il costo della vita, il quale spinge molti giovani a cercare opportunità altrove, in luoghi dove lo scenario è più sostenibile e le prospettive economiche sono migliori. “A Bolzano, un neolaureato guadagna in media 2.000 euro al mese, di cui circa la metà viene spesa per l’affitto. Con il restante, coprire le spese quotidiane diventa una sfida ardua, lasciando ben poco spazio per risparmiare o investire nel futuro. Non è da sorprendersi dunque se i nostri giovani decidono di lasciare l’Alto Adige” – aggiunge Librera.
Per affrontare la crisi abitativa, il Piano Sociale 2024-2034 propone diverse soluzioni innovative. Una di queste è il cohousing, un modello abitativo che prevede la condivisione degli spazi. Si tratta di un modello adattabile in base alle differenti esigenze che in Germania è noto come “Wohngemeinschaften”, nonché il vivere insieme, in comunità. “La visione tedesca si rifà all’esperienza della comune degli anni Settanta in Italia” – spiega Librera – “Durante la rivoluzione, in cui si pensava di cambiare e migliorare il mondo, i giovani che condividevano un’ideologia andavano in case abbandonate o in fattorie di campagna per vivere insieme. Oggi la differenza è che non sempre si tratta di una scelta, ma di una necessità”. “Sebbene in Germania questa è una soluzione apprezzata e condivisa da molte persone, studenti, ma anche lavoratori, in Italia la si vede ancora come un piano B per una questione culturale” – aggiunge Recla. I giovani preferirebbero avere i propri spazi, ma sempre più sono costretti ad adattarsi se desiderano uscire di casa. Nel Trentino questo modello è già sperimentato con successo e offre benefici economici e sociali, creando una rete di supporto tra i residenti. Molti giovani abitano infatti con persone anziane, che in cambio di compagnia e aiuto nelle faccende domestiche, offrono loro degli affitti a dei prezzi più accessibili.
Un’altra proposta presente nel Piano Sociale riguarda la creazione di regolamenti a tutela di chi affitta, promuovendo soluzioni abitative più stabili e sicure.
Il testo del Piano Sociale, ormai giunto alla sua forma definitiva, a breve sarà pronto per l’iter di approvazione amministrativo attraverso la commissione consigliare per i servizi sociali, la giunta comunale e il consiglio comunale, che avranno il compito di approvarlo.
Chiara Caobelli
Immagine in apertura: Silvia Recla e Carlo Alberto Librera