L'arte come stato di emergenza svelato il programma del Festival Transart 2024
Bolzano. Dal 12 al 29 settembre prossimo torna il Festival di cultura contemporanea Transart con un fitto calendario di appuntamenti che, come consuetudine, toccherà i luoghi più diversi – dalle piazze e strade di Bolzano agli alberghi in alta quota, dalle fabbriche ai parchi tecnologici, estendendosi quest’anno fino al Trentino. Filo tematico dell’edizione 2024 è “l’arte come stato di emergenza” inteso come “rapimento dei sensi, shock, spostamento degli orizzonti per indagare il punto esatto in cui le convinzioni iniziano a vacillare, lo sguardo diventa più acuto, l’orecchio inizia a percepire con maggiore nitidezza”, spiegano gli organizzatori.
Il programma si apre con la prima italiana di Exhaust (12.09): l’artista visivo e regista teatrale Kris Verdonck invita il pubblico a seguirlo lungo le strade di Bolzano fino a raggiungere il luogo in cui si consumeranno un processo e una condanna a morte secondo lo schema di un’esecuzione medievale. La processione conduce sul patibolo non una persona, ma un motore a combustione interna: “oggetto quotidiano, normalmente nascosto alla vista, simbolo del folle progresso tecnico conosciuto dall’umanità nel corso del XX secolo, ma anche delle catastrofi ecologiche che attanagliano il pianeta” spiegano gli organizzatori. Una volta lette le accuse, ia sentenza si abbatterà sull’accusato che verrà distrutto in una spettacolare e fragorosa esplosione. La serata di apertura del Festival si dilata fino ad abbracciare il “Quartiere Ponte Roma” con il concerto degli Shortparis, gruppo che grazie ad un’intensa miscela di rock, pop noir, underground e art punk, si è conquistata un posto di rilievo sulla scena musicale d’avanguardia del momento. La band non ha mai nascosto il proprio coinvolgimento politico, tanto che il giornale tedesco “taz” ha definito la loro canzone Yablonnyy sad come “una delle più forti dichiarazioni artistiche dalla Russia dall’inizio della guerra in Ucraina”.
Foto SHORTPARIS @ Transart24. Photo © Victor Yuliev
Negli spazi industriali e del fare
Nella cornice del NOI Techpark di Bolzano, e in replica il giorno successivo in quello di Brunico, prende vita “In medias res” (13.09 & 14.09) della compagnia viennese di danza Liquid Loft con la coreografia di Chris Haring. La performance ripensa un mito antichissimo come quello di Medea, ispirandosi all’interpretazione portata sul grande schermo nel 1969 da Pier Paolo Pasolini. A seguire, l’artista, compositore e fisico Riccardo Giovinetto esplora in Feminal’idea di grazia e dello sguardo che la definisce con un progetto di interazione audio/video in real time, partendo dalla tradizione rinascimentale della pittura italiana.
Un altro spazio produttivo, l’Edison Park ai margini di Bolzano, apre le sue porte per “Mutek plays Transart” appuntamento con il clubbing nato dal sodalizio con il festival di musica elettronica e arti digitali di Montréal. La serata, a cura di Alain Mongeau, esplora le più recenti tendenze della scena elettronica internazionale. Dopo alcuni anni di assenza, Transart approda quest’anno in Trentino con “Lo sciamano di ghiaccio” (22.09), spettacolo che indaga le conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici sulle popolazioni native di Alaska, Canada e Groenlandia. Nel capannone industriale SEPPI di Mezzolombardo, il regista e scenografo Fabio Cherstich e il giornalista e musicologo Guido Barbieri, mettono in scena un racconto drammatico, segnato dall’alternanza tra luce e buio, dove in un fragile equilibrio convivono modernità urbana e stili di vita arcaici. Una collaborazione con Ravenna Festival e Festival Aperto di Reggio Emilia.
Nella natura e nei luoghi della cultura
Diversi gli appuntamenti in quota, tra cui si segnala quello che vede l’incontro fra Gustav Mahler e la tradizione del canto cinese, “Canto della Terra” del compositore cinese Xiaogang Ye. Sul palcoscenico della Fondazione Centro Culturale Euregio di Dobbiaco (17.09), a cimentarsi nella nuova composizione The Song of the Earth, ci sarà l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta dallo stesso Ye. Un inno alla bellezza della poesia della dinastia Tang.
Architettura iconica, controversa, a lungo al centro di accesi dibattiti: è il Monumento alla Vittoria di Bolzano. In occasione del decennale dall’apertura del percorso espositivo, Transart approda per la prima volta in questo luogo intriso di storia passata e recente per Ordine e Fragmente (24.09), serata dedicata all’ascolto di tre differenti composizioni musicali. L’inconfondibile timbro del Duce è la base di “Il Duce for Tape” di Louis Andriessen. Profondamente diversa nella sua essenza è Fragmente – Stille, an Diotima di Luigi Nono, mentre in Struktur und Ordung, la compositrice Iris Ter Schiphorst approda nei confusi e inesplorati mondi della malattia del morbo di Parkinson.
Anche quest’anno un punto fisso nella costellazione del festival sarà l’OASIE Transart di Via Dante, punto d’incontro, sede per conferenze, attività con i più piccoli e laboratori con artisti. Ritorna dunque la fertile partnership con Kids Culture Club, iniziativa di Nina Maccariello e Kathrin Oberrauch, che prevede un programma di attività di formazione, eventi culturali gratuiti per bambini/e, scuole e famiglie e che ospiterà tra le altre iniziative anche il Kinderfestival della Cassa di Risparmio (09 – 29.09). Transart apre i cancelli di Villa Gasteiger anche al programma Museion Art Club che con “Nobody’s Village” sarà un punto di incontro per tutti gli artisti e le artiste del territorio e la comunità, anche con scambi creativi condivisi in una serie di picnic comuni, ispirati alla Picnic Society, fondata a Londra all’inizio del XX secolo.
La collaborazione con le istituzioni culturali del territorio si apre quest’anno anche a Merano Arte per “Metamorphism – Metamorfismo – Metamophismus” (21.09), pomeriggio di performance collegate al public program della mostra La Linea Insubrica, Alla Fondazione Antonio Dalle Nogare approda invece un progetto multidisciplinare di ampio respiro che vede nella prima serata (23.09) il clarinettista inglese Gareth Davis muoversi fra la musica classica contemporanea e l’improvvisazione libera.
L’atto conclusivo di Transart 24 si consuma negli spazi del Centro comunitario Mariaheim per Die 7 Tage von Mariahaim (26, 28, 29.09), versione dello spettacolo Das Dorf, candidato al Premio Nestroy nel 2019, adattato per Vereinigte Bühnen Bozen e Transart. Il pubblico è chiamato a imbarcarsi insieme all’ensemble di teatro immersivo Nesterval in un’avventura alla ricerca della magia della casa, di un luogo di nostalgia, ad esplorare grandi domande sull’estraneità, la violenza, l’amore e la colpa.
Per info e per il programma completo vedi qui.
Immagine in apertura: IN MEDEAS RES by Liquid Loft _ Chris Haring @ Transart24. Photo © Judith Thaler