La scienza non è ancora per donne? La risposta di Generazione Stem

Bolzano.  Nonostante i progressi sociali e le iniziative per promuovere la parità di genere, la presenza femminile nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) è sorprendentemente bassa. Secondo i dati più recenti, soltanto una su quattro degli studenti iscritti a corsi STEM è donna. Questo numero scende ulteriormente quando si analizzano specifiche aree come ingegneria informatica, dove la percentuale di donne si attesta attorno al 13%. Se consideriamo che il 50% delle posizioni lavorative più richieste oggi appartiene proprio alle discipline STEM, è evidente che questo squilibrio avrà ripercussioni importanti sul mercato del lavoro e sulle opportunità per le future generazioni di donne. I dati forniti dall’Osservatorio Deloitte infatti parlano chiaro: nel corso dei prossimi cinque anni, tra il 15% e il 30% delle attuali mansioni sarà processato interamente dalla tecnologia. Di fronte a questa trasformazione, circa un’azienda su quattro ha dichiarato di non aver individuato profili STEM al momento del bisogno. Allo stesso tempo, secondo Almalaurea 2023, solo il 19% delle donne laureate nel 2022 ha conseguito il proprio titolo in una disciplina STEM, a fronte del 40% degli uomini. Questo dato è particolarmente critico se pensiamo al futuro del lavoro: settori come l’intelligenza artificiale, la scienza dei dati e le tecnologie informatiche sono destinati a guidare la trasformazione economica, e le donne rischiano di essere sempre meno presenti in questi campi emergenti.
A fronte di questa realtà, progetti come Generazione Stem sono più necessari che mai. Nato l’11 febbraio 2023, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, Generazione Stem ha l’obiettivo di colmare il gap di genere in queste discipline, attraverso una community che lavora per l’empowerment femminile e la divulgazione scientifica. Il progetto ha come missione principale non solo quella di incrementare la presenza femminile nei corsi universitari STEM, ma anche di fornire modelli di riferimento tangibili, attraverso il racconto di esperienze reali da parte di giovani donne che hanno già intrapreso con successo una carriera in questi settori.
Per comprendere meglio le sfide e gli obiettivi di Generazione Stem, abbiamo intervistato tre protagoniste e ambassador di questo progetto: Chiara Pacchioli, Project & Community Manager, Alessia Mircoli, divulgatrice scientifica e content creator e Alessia Terzano, biotecnologa.

Cos’è Generazione Stem e quali sono i suoi obiettivi principali?

Chiara Pacchioli: Generazione Stem è una community nata sui social media, con lo scopo di ispirare e coinvolgere sempre più ragazze nelle discipline STEM, offrendo modelli di riferimento concreti. L’idea è quella di mostrare come molte donne abbiano già successo in queste carriere, raccontando giornate tipo di biologhe, ingegnere, matematiche, fisiche, data scientists e altro ancora, per avvicinare giovani donne a queste materie. L’obiettivo principale è quello di aumentare l’iscrizione femminile ai corsi universitari STEM, che sono anche tra i più richiesti dalle aziende. Attualmente, molte donne rischiano di rimanere escluse dal mercato del lavoro e proprio per questo motivo Generazione Stem cerca di cambiare la percezione di queste discipline, troppo spesso associate a profili maschili.

Chiara Pacchioli, Project & Community Manager di Generazione STEM

Quanti sono i membri della vostra community oggi?

C.P. Siamo partiti in cinque, ma oggi la nostra community conta circa 90 ragazze che collaborano attivamente. È un progetto che ha preso rapidamente piede, tanto che non ci siamo limitati ai social media, ma abbiamo iniziato a lavorare anche con scuole, università e aziende per attività di orientamento e empowerment femminile.

Avete parlato di un problema di mancanza di fiducia da parte delle ragazze nell’affrontare le materie STEM. Quali sono i feedback che ricevete dalle scuole e dalle studentesse?

Alessia Mircoli: Una delle principali problematiche che abbiamo riscontrato nelle scuole è la mancanza di un orientamento adeguato. Spesso gli insegnanti non conoscono o non promuovono le nuove facoltà, ma si limitano a presentare i classici percorsi quali medicina, economia, lettere e giurisprudenza, tralasciando tutta una serie di nuove facoltà. Inoltre, c’è una profonda mancanza di fiducia da parte delle ragazze stesse, che credono di non essere “adatte” alle materie STEM, perché considerate tradizionalmente maschili. Il nostro lavoro è sfatare questo falso mito e far comprendere che, al contrario, queste carriere sono assolutamente accessibili anche per loro.
Alessia Terzano: Anche se si parla di progresso, i dati sono ancora preoccupanti. Il pregiudizio che le STEM siano “materie per uomini” è ancora molto presente e questo si riflette nelle percentuali di iscrizione universitaria. Crediamo che ci sia ancora molta strada da fare: vogliamo incoraggiare le giovani ragazze offrendo loro dei modelli a cui ispirarsi e a considerare il loro futuro in un campo ancora troppo dominato dagli uomini.

Sarete a Bolzano per il Festival “Mille e Una Scienza” il prossimo 14 novembre. Cosa porterete sul palco del teatro Rainerum?

A. T. Proporremo lo spettacolo La scienza che a scuola non ci hanno raccontato. L’idea è nata da una riflessione su quante poche volte abbiamo parlato di scienziate donne durante il nostro percorso scolastico e che ruolo hanno avuto dietro importanti scoperte scientifiche. Abbiamo deciso così di creare uno spettacolo che racconti la scienza dal punto di vista femminile, dando il giusto riconoscimento a donne che hanno fatto la storia, ma di cui non si parla mai. Ad esempio, senza i risultati di Rosalind Franklin, non avremmo la struttura del DNA, eppure questo “dettaglio” molto spesso viene tralasciato. Lo spettacolo vedrà protagoniste figure femminili della storia della scienza, le cui scoperte spesso sono state oscurate. Sul palco ci saremo noi: io, Chiara Pacchioli, Alessia Mircoli, Virginia Benzi (fisica e divulgatrice scientifica) e Ilaria Fanelli (matematica e ambassador di Generazione Stem). Sarà un’opportunità straordinaria per normalizzare la presenza delle donne nel mondo scientifico, mostrando che le scienziate ci sono sempre state e dovranno continuare ad esserci.

Chiara Caobelli

Immagine in apertura: Attività di orientamento nelle scuole. Foto courtesy Generazione STEM

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