All’origine delle fake news. Intervista a Silvia Bencivelli, a Bolzano per "Mille e una scienza"
Bolzano. Il volto, la voce e la firma di Silvia Bencivelli sono ormai notissimi tra gli italiani appassionati di scienza. Giornalista, scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva, collabora da anni con Rai Cultura, Rai Scuola e Radio3 Rai, ma anche con Repubblica, Le Scienze, Mente e Cervello, Focus, Wired, il BoLive.
Non può stupire, quindi, l’argomento scelto per il suo incontro con il pubblico di “Mille e una scienza” che si terrà nei saloni di Castel Mareccio, a Bolzano, venerdì 15 novembre (ore 19).
L’evento, intitolato “Non è vero ma ci credo” sarà, infatti, dedicato alle “fake news”. Per l’occasione si cercherà di comprenderne la storia, gli obiettivi e, soprattutto, i motivi per cui si diffondano così rapidamente. Sullo sfondo una sola certezza: “Siamo umani, cerchiamo consolazioni, viviamo di emozioni e crediamo nelle favole”. L’intervista a Silvia Bencivelli non poteva partire che da qui: “Innanzitutto – premette- cercherò di mostrare come non siano solo i più sciocchi a cascarci. Se le fake news sono tanto di moda è perché tutti siamo propensi a credere a cose anche poco razionali o false. Cercherò, quindi, di dare indicazioni sul come accorgersi che stiamo credendo a una notizia falsa”.
Senza dimenticare che le “fake news” sono sempre esistite. E’ cambiata la definizione?
Qualcuno le chiama bufale, ma credo occorra fare una prima distinzione tra due categorie. Ci sono quelle create da qualcuno con scopi fraudolenti per vendere qualcosa o per attirare consenso. In questo caso si può trovare un colpevole: i troll, i russi etc. Poi ci sono quelle che non hanno una cabina di regia, ma ci crediamo perché verosimili. Queste ultime circolano in maniera naturale, sono spesso mezze verità. La medicina è un sapere progressivo, alcune teorie possono risultare obsolete, certi consigli medici del passato fanno ormai parte della cultura popolare anche se non funzionano. Ci si crede in buona fede.
Una distinzione non sempre facile…
E’ vero, per esempio, il legame tra vaccino e autismo fu inventato da qualcuno per guadagnarci, ma circola tra persone in buona fede. La distinzione è sfumata.
Al di là di questo, gli effetti possono essere comunque drammatici.
Sì, soprattutto nell’ambito della salute, in particolare quando riguardano i bambini. I genitori con figli malati sono in ansia e la diffusione di notizie in grado di ridurla, può portare a compiere scelte sbagliate. Ma, per esempio, molte fake news riguardano anche l’immagine che le donne hanno di loro stesse. Circolano molte notizie che spingono le donne a nutrirsi di cose completamente sbagliate.
A livello generale, non si dovrebbe capire che il nemico è l’ignoranza e non gli ignoranti?
Mi sembra una questione di lana caprina. Ci sono ignoranti anche tra coloro che hanno elevati titoli di studio. Credo che la questione sia più complessa, a partire dai medici che diventano star dei social e polarizzano le questioni.
Possibili soluzioni?
L’unica ricetta che posso dare è quella di cercare di non camuffare le cose che non si sanno. Anche gli scienziati devono dire come stanno realmente le cose, a che punto è la ricerca, senza nascondere i problemi. Una comunità scientifica che pensi di parlare al pubblico imponendo la propria autorità è destinata a non farsi capire e a creare conflitti.
Massimiliano Boschi
Immagine di apertura: Silvia Bencivelli (fotografia di Luisa Romussi)