Da Vienna a Lisbona, sei mostre in Europa da vedere nel 2025
Arte. Grandi talenti della fotografia internazionale, ma anche artiste che hanno anticipato i tempi tra gaming, criptovalute e biotecnologie: questo e molto ancora potete trovare in questo tour europeo tra le mostre che abbiamo selezionato per voi, da Vienna a Lisbona.
La prima tappa del tour che vi proponiamo è l’Albertina di Vienna con un appuntamento imperdibile per chi ama la fotografia: True colors. Farbe in der Fotografie 1849-1955 esplora lo sviluppo della fotografia a colori attraverso una selezione di opere eccezionali dalla collezione del Museo, dalle prime tecniche sperimentali del XIX secolo alla fotografia analogica a colori (dal 24 gennaio al 21 aprile 2025).
Hans Madensky, Fashion portrait – student from the Vienna, Hetzendorf fashion school, 1952
Kodak Dye Transfer. 27 x 22,8 cm, The ALBERTINA Museum, Vienna – Permanent Loan by Höhere Graphische Bundes-Lehr- und Versuchsanstalt. © Photo: The ALBERTINA Museum, Vienna
Rimaniamo all’Albertina e in tema di fotografia con un’altra mostra molto promettente, quella dedicata a Francesca Woodman con opere dalla Sammlung Verbund. Il colosso energetico austriaco possiede infatti la più grande raccolta di lavori della straordinaria artista-fotografa, scomparsa all’età di 22 anni. Muovendosi nel solco dell’estetica surrealista, nella sua breve vita Francesca Woodmann ha dato vita a scatti profondi e tecnicamente sapienti, in cui risuona la sua interiorità, il suo rapporto con i sogni e i suoi malesseri. E’ considerata tra le più grandi fotografe del Novecento.(dal 3 aprile 2025)
La grande fotografia è protagonista anche al MAAT di Lisbona, che dall’aprile prossimo ospiterà la prima mostra personale in Portogallo del celebre fotografo Jeff Wall (Vancouver, 1946), una delle più grandi del suo lavoro fino ad oggi. Il fotografo canadese, che si definisce “pittore della vita moderna”, ha creato, nella sua lunga carriera, un corpus relativamente ristretto di immagini: i suoi scatti, ricchi di riferimenti alla storia dell’arte e alle letteratura, sono infatti frutto di un processo lungo e meticoloso. L’esposizione a Lisbona comprenderà 60 fotografie prodotte in oltre 40 anni e occuperà l’intero spazio espositivo della Galleria MAAT.
Cambiamo decisamente registro e andiamo al Kunsthaus di Bregenz (KUB), sulla parte austriaca del lago di Costanza, per la mostra dell’artista e poetessa Precious Okoyomon (Londra, 1993) , che realizza topografie scultoree composte di materiali vivi, in crescita, in decomposizione e morenti, tra cui terra, rocce, acqua, fiori selvatici, lumache e piante rampicanti – come si è visto alla Biennale di Venezia 2022, Il latte dei Sogni. Il suo progetto a Bregenz è promettente perché, come tipico delle mostre al KUB, coinvolgerà tutto l’edificio, con sicuro effetto di grande impatto. Anche se non si conoscono ancora i dettagli, l’artista sta lavorando ad opere “che mettono i visitatori di fronte ai loro con i loro sogni e alla loro umanità” spiegano gli organizzatori. E che probabilmente stimoleranno riflessioni su temi attuali attraverso vie inconsuete e “organiche”, come le piante e la natura (dal primo febbraio al 25 maggio 2025).
KI$$ KI$$, © Shu Lea Cheang, Fresh Kill, 1994, Design: Wassily Erlenbusch.
Apre invece il giorno di San Valentino -e non crediamo sia un caso- la mostra Kiss Kiss Kill Kill
dell’artista e regista taiwanese Shu Lea Cheang (nata nel 1954 a Tainan) alla Haus der Kunst di Monaco. Come spiega il sito dell’istituzione guidata da Andrea Lissoni, il progetto espositivo prende come punto di partenza il primo lungometraggio dell’artista, Fresh Kill (1994) per indagare il suo lavoro, che dagli anni ’90, “ha sfidato e approfondito la nostra comprensione della cultura digitale. Cheang ha anticipato il progresso delle cripto valute, ha indagato sulle società gamificate e ha sondato le biotecnologie”. L’artista è interessante per i temi, ma anche per i media che utilizza: e sue opere si sviluppano spesso nell’arco di diversi anni attraverso fasi e media diversi, tra cui video, installazioni, performance e varie forme di cinema.
Dato che siamo a Monaco vale la pena la visita al Lenbachhaus per una mostra che è già in corso Aber hier leben? Nein danke. Surrealismus + Antifaschismus (fino al 02.03.2025) . Il progetto espositivo si propone come un’indagine in un’ottica europea dei legami tra contesto politico e Surrealismo, che, spiegano gli organizzatori “è stato un movimento politicizzato di portata internazionale e con convinzioni internazionaliste…Il governo e l’occupazione da parte dei partiti fascisti in diversi Paesi europei, e le guerre mondiali e coloniali, influenzarono il surrealismo e costrinsero le vite dei suoi protagonisti a percorsi imprevedibili. Allo stesso tempo, questo ha portato a incontri sorprendenti e a solidarietà internazionali, le cui linee di connessione si estendevano da Praga a Coyoacán a Città del Messico, dal Cairo alla Spagna repubblicana, da Marsiglia a Fort-de-France in Martinica, da Porto Rico e Parigi a Chicago e ritorno.”
Cat. Lo.
Immagine in apertura: Il museo Albertina di Vienna. Foto Venti3