L’Europa si è fermata al Brennero? Brenner ist nicht Südtirol?

Questa testata ha sempre dedicato una particolare attenzione al Brennero, spinta dalla ricerca di risposte che non sono mai arrivate: il Brennero è un confine o un corridoio? Una frontiera o un passo? A quasi ventisette anni dall’abolizione della sbarra di confine tra Italia e Austria, il Brennero è un luogo che connette o che divide? Difficile rispondere, probabilmente nè l’uno nè l’altro, al momento appare soprattutto un luogo di attesa. In coda se si viaggia in auto, ad aspettare che arrivi un treno che prosegua verso nord o verso sud se si preferisce la ferrovia. Simbolo di un’Europa che a forza di “vorrei, ma non posso” non può più, caduta nelle mani di  chi adora i confini e odia chi li attraversa senza essere un turista. L’Europa che doveva morire o rinascere a Sarajevo, sembra essersi fermata al Brennero, più o meno come il Cristo di Eboli.

I motivi che hanno portato a questo “stallo” sono molteplici e diversificati, ma che ruolo ha giocato il territorio che lo circonda? L’Alto Adige/Südtirol non ha potuto o non ha voluto svolgere un ruolo per evitare che si arrivasse a questo punto?
In questo caso la risposta è chiara: non ha voluto. Nonostante la retorica del Brennero come “ferita” o “cicatrice”, o forse proprio per quella, il Brennero è oggi un luogo abbandonato a se stesso. Ne abbiamo scritto diverse volte, il confine è presidiato saltuariamente dalle forze dell’ordine e in maniera continua dall’Outlet, un grande centro commerciale “indoor” che sorge in territorio italiano mentre il suo parcheggio è ospitato in territorio austriaco. Evidentemente, al Brennero è arrivato il Mec (il Mercato Comune europea), ma è più difficile trovare tracce della Comunità Europea, figurarsi dell’Unione.
La Provincia di Bolzano avrebbe potuto e dovuto trasformare il Brennero in un simbolo dell’Unione Europea, ma qualcuno ricorda qualche iniziativa della Provincia per celebrare il Brennero come ponte o passaggio?

Come abbiamo raccontato qui, il confine tra Belgio, Olanda e Germania, il Dreiländereck, è stato trasformato in un parco giochi non solo per bambini, la “terra di nessuno” è ora  la “terra di tutti”, Il teatro di Haskell, sorge al confine tra gli Stati Uniti e il Canada, un luogo in cui le poltrone sono negli Stati Uniti e il palco in Canada, anzi nel Quebec, territorio di lingua francese. I tram di Basilea hanno il capolinea in Germania, come quelli di Strasburgo, in altre parti d’Europa i confini sono stati realmente superati, al Brennero, invece, solo cartelli di confine e cippi  con relative provocazioni da parte di chi, oggi come un secolo fa, non riconosce quel confine e lo vuole spostare solo un po’ più a sud, magari per sostituirlo con un bel muro. Il vecchio secolo non è stato sostituito con il nuovo, i negozi e gli edifici abbandonati sono decine, mentre la cittadina resta viva solo grazie alla comunità pakistana.

Per provare a comprendere i motivi di questo “abbandono”, può essere di aiuto camminare lungo le strade minori dell’Alto Adige/Südtirol. Costeggiano quasi sempre degli steccati La loro funzione è notoriamente duplice, evitare che gli animali si allontanino e/o che gli uomini si avvicinino. Chiunque passeggi per i sentieri altoatesini, sa che svolgono essenzialmente la prima funzione, sono facilmente scavalcabili e se gli allevatori e gli agricoltori dell’Alto Adige fossero fissati con la proprietà privata, sarebbe impossibile spostarsi a piedi da una località all’altra. Invece in Alto Adige lo si può fare come in nessun’altra provincia italiana
Ma, purtroppo, quel che vale per gli allevatori non vale per molti politici di queste parti che adorano steccati a recinzioni, persino per i bambini, persino  a scuola, persino nella scuola pubblica.
Il Brennero, come l’Alto Adige/Südtirol, poteva essere il ponte tra nord e Sud Europa, ma si è preferito un modello diverso: il mondo è meglio che resti fuori dal recinto, L’Europa e la provincia di Bolzano del 2025 sono figli legittimi di quella decisione.

Massimiliano Boschi

 

 

 

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