Burgraviato: ecco come funziona la raccolta dei rifiuti organici
Merano. Già nel 1998 uno studio ha stabilito che la digestione anaerobica è la soluzione tecnica migliore e più economica per smaltire i rifiuti organici del comprensorio. La digestione anaerobica significa che i rifiuti organici vengono scomposti da microrganismi in assenza di ossigeno. L’impianto di fermentazione è entrato in funzione nel 2006 ed è stato ampliato nel 2020. È di proprietà della Comunità Comprensoriale Burgraviato, ma la gestione operativa è stata affidata ad eco center S.p.A. Si tratta di una società per azioni, i cui azionisti sono i comuni, le comunità comprensoriali e la Provincia Autonoma Alto Adige.
L’impianto di fermentazione tratta attualmente circa 22.000 tonnellate di rifiuti organici all’anno provenienti dai comprensori Burgraviato, Val Venosta, Salto Sciliar e Val Pusteria, dai comuni di Terlano e Andriano e dalle città di Merano, Bolzano e Laives. È prevista un’ulteriore accettazione di rifiuti organici dal comprensorio Valle Isarco, in modo che l’impianto di fermentazione diventi l’impianto centrale di trattamento dei rifiuti organici in Alto Adige.
I rifiuti organici vengono raccolti dai comuni dalla società appaltatrice e portati all’impianto di fermentazione. Le quantità consegnate sono registrate per ciascun comune, pesate con precisione e sono incluse nelle statistiche annuali sui rifiuti.
I rifiuti organici vengono scaricati nell’area di stoccaggio. Qui prevale la bassa pressione per evitare la fuoriuscita di odori. L’aria aspirata viene pulita in un biofiltro fatto di trucioli di legno. Un trasportatore a coclea trasporta i rifiuti organici in un trituratore, che rimuove anche eventuali impurità come sacchetti di plastica e bioplastica, pezzi di stoffa e legno e aggiunge acqua. Infine, nel separatore di sabbia vengono depositati gli elementi pesanti come gusci d’uovo, vetri rotti, conchiglie e frammenti di ossa. Le impurità (sabbia e vagli) vengono consegnate settimanalmente alla discarica Ischia Frizzi o all’impianto di incenerimento di Bolzano.
Il fango che ne risulta, composto da materiale organico, viene pompato in tre bioreattori. In circa 20-30 giorni i microrganismi decompongono la parte organica dei rifiuti (carboidrati, grassi e proteine) e producono biogas con un contenuto di metano pari a circa il 60%. Questo gas viene estratto dai bioreattori, raccolto in un serbatoio di biogas e convertito in elettricità e calore in tre impianti di cogenerazione. Circa un terzo dell’elettricità viene utilizzato nell’impianto stesso, mentre due terzi vengono immessi nella rete elettrica nazionale.
I materiali che richiedono tempi di decomposizione più lunghi, come gli arbusti tagliati e gli sfalci verdi, non sono adatti a questo processo di fermentazione. I componenti come ossa e conchiglie, invece, si comportano come la sabbia: contaminano l’impianto e compromettono il processo di fermentazione. La pulizia dell’impianto richiede tempo e costi elevati. Pertanto, i rifiuti organici puliti sono essenziali per un processo di fermentazione efficiente. Affinché la fermentazione e la produzione di gas avvengano senza intoppi, è necessario pompare costantemente la giusta quantità di biomassa nei fermentatori. Di questo se ne occupano i dipendenti di eco center S.p.A.
Il fango che rimane dopo la fermentazione della biomassa viene infine pompato fuori dai bioreattori, drenato con centrifughe e trasportato agli impianti di compostaggio per un ulteriore trattamento. Qui viene trasformato, insieme agli sfalci verdi, in prezioso compost. Circa l’80% dell’acqua separata nelle centrifughe viene riutilizzata per trattare i rifiuti organici all’inizio del processo.