L’architettura fascista da Bolzano a Latina. Il nuovo documentario di Adrian Duncan

Doc. Verrà presentato il 25 febbraio al Diff (Dublin International Film Festival) di Dublino, il documentario “Latina, Latina”, del regista irlandese Adrian Duncan che esplora l’ideologia politica fascista attraverso gli oggetti e gli edifici di Bolzano, Milano, dell’Eur e, ovviamente, di Latina. Come ha ricordato lo stesso regista in un’intervista alla Rte (Radio Televisione Irlandese): “questo progetto è iniziato due anni fa, quando ero in piedi fuori dalla stazione ferroviaria di Bolzano, nel nord Italia. Stavo tornando a Berlino con il mio compagno e il nostro cane, in attesa del treno Bologna – Monaco. Era una mattina fredda, ma ho comunque fatto una passeggiata intorno alla stazione affollata, ammirandone la facciata in pietra e le montagne dolomitiche”.
Ma a colpirlo è stata soprattutto l’architettura della stazione che voleva rimarcare l’”italianità del territorio”. Da questo spunto è nato un percorso che l’ha portato in giro per l’Italia e a realizzare “Latina, Latina”

Latina, Latina

“Una geologa irlandese che insegna in Italia riceve una chiamata da un ospedale di Berlino: il padre, da cui non è più in contatto da oltre 30 anni, è privo di sensi dopo una caduta e, le viene chiesto di andare a Berlino. Nel corso di una notte nell’appartamento berlinese del padre,apprende dai suoi diari di un viaggio compiuto in Italia nei primi anni 2000 con un amico per fare ricerche su edifici e sculture dell’era fascista. È un viaggio che si è concluso in tragedia. Latina, Latina è un documentario ibrido attuale e commovente che esamina un’ideologia politica attraverso gli oggetti e gli edifici che ha lasciato dietro di sé”.

84 mins, 2025

CREDITI:

Scritto/montato/diretto: Adrian Duncan
Geologa: Sabrina Mandanici
Voce della geologa: Wendy Erskine
Donna per strada: Niamh Dunphy
Fotografia: Feargal Ward + Jonathan Sammon (steadicam)
Registrazione audio: Adrian Duncan
Registrazione vocale: The Sound House, Belfast

Il trailer

Immagine di apertura: (c) Adrian Duncan/PVA Films

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