
A Washington, come a Bolzano, va in scena il mondo a rovescio. Tra gli applausi
La tendenza è già in atto da diversi anni, ma va riconosciuto alla nuova Presidenza Trump di averla resa visibile al mondo intero in maniera inequivocabile: per ottenere il consenso, per mantenere il potere, occorre mostrare il mondo a rovescio, come se inforcassimo un cannocchiale al contrario (Vero Vannacci?).
Il caso Trump è talmente clamoroso da non necessitare di grandi spiegazioni, è un miliardario che si ritrova alla guida del paese più potente del mondo. Nell’unica vera potenza militare globale del pianeta, si impronta ogni messaggio al vittimismo.
Il curriculum di Donald Trump è all’insegna del più sfrenato turbo capitalismo, ma il tycoon prende i voti di chi è rimasto escluso e fregato da questa corsa. Guida il paese che solo negli ultimi quarant’anni ha bombardato Afghanistan, Iraq, Siria e Serbia, ma accusa i suoi vicini, Messico e Canada, di minare la sicurezza nazionale in complicità con potenze del calibro della Groenlandia e di Panama. Chi guida il paese più potente del mondo sta raccontando a tutti che la misura è colma, che gli Stati Uniti sono stufi di essere al servizio del mondo e ora hanno deciso di fare i propri interessi per tornare a essere un paese sicuro. Insomma, basta con lo strapotere danese, canadese o messicano, ora tocca agli Usa…
Emendamento per affrontare il flusso di droghe illecite attraverso il nostro confine settentrionale –
Affrontare la minaccia alla sicurezza nazionale derivante dalle importazioni di legname
Avvicinandoci alla politica di casa nostra, in Europa, le cose non vanno molto meglio. Le recentissimi elezioni tedesche hanno visto l’AfD, partito sovranista, xenofobo e conservatore, raddoppiare i propri consensi sotto la guida di una donna residente in Svizzera, lesbica, che convive con una compagna asiatica (Sri Lanka). Una coppia che cresce due figli avuti da due padri differenti.
Un successo, magari non molto coerente, ma trionfale, ottenuto grazie a una campagna elettorale tutta incentrata sull’immigrazione- Impostazione che ha permesso all’AfD di raccogliere una montagna di voti dove la presenza degli immigrati è nulla o molto bassa – nella zone rurali dell’ex DDR – e, a Ovest, nelle città ad altissima presenza di elettori con background migratorio, come Gelsenkirchen o Kaisersalutern.
Nei centri delle grandi città, come a Berlin Mitte, a Colonia, Stoccarda e Amburgo, invece, gli elettori preferiscono i Verdi. Luoghi dove, notoriamente, abbondano le riserve naturali, zone tradizionalmente amate dalla fauna selvatica e in cui orsi e lupi scorrazzano gioiosamente.
L’Alto Adige
E in Alto Adige con che binocolo che si osserva il mondo? Per comprenderlo può essere utile rifarsi ai paesi che si autodefiniscono democratici sin dalla denominazione. La già citata DDR, (Deutsche Demokratische Republik) la Repubblica Democratica del Congo e la Repubblica Democratica e Popolare di Corea (La Corea del Nord). A proposito di mondo a rovescio, tre fulgidi esempi di democrazia del pianeta.
Ecco, l’Alto Adige sembra aver imboccato una strada simile rispetto all’“autonomia”. Come se solo riempendosene la bocca si potesse continuare a crederci. I fatti, però, raccontano un’altra storia.
La “Provincia Autonoma di Bolzano” è oggi governata dall’Svp e da due partiti non particolarmente noti per l’amore per le minoranze: Fratelli d’Italia e i Freiheitlichen, omologhi dell’Fpö austriaca, partito in continui dissidi con la minoranza slovena in Carinzia.
La Svp ha giustificato la scelta con la necessità di allearsi con partiti che fossero al governo in Italia e in Austria per poter approvare una riforma dello Statuto d’Autonomia blindata e definitiva. Purtroppo Kompatscher e l’Svp avevano scommesso su un governo a guida Fpö e gli è andata male. Al momento, il progetto di riforma dello Statuto non sembra marciare molto spedito, ma, nei fatti, i tatticismi dell’Svp hanno messo nelle mani degli elettori austriaci e italiani la decisione su chi dovesse governare la provincia, alla faccia della sbandierata autonomia.
Ancora, mentre si celebra l’autonomia a parole o con discutibili installazioni nelle piazze del potere, nei fatti si svende il proprio territorio in nome del turismo, smantellando un modello di straordinario successo. Un sistema che era fondato sull’ospitalità diffusa, sulle camere private e gli agriturismi. Un sisteema che garantiva la diffusione della ricchezza sull’intero territorio, è stato sostituito da chalet e hotel di lusso “all inclusive”. Strutture che consegnano la ricchezza nelle mani di pochi privilegiati. Chi dormiva in camere private o in agriturismo era pressoché costretto a frequentare bar, supermercati e negozi locali, mantenendo vive attività imprenditoriali ora sostituite dalla manovalanza necessaria ai grandi alberghi. Personale che in gran parte “viene da fuori”.
Washington e Bolzano, restano molto lontane per vari motivi, ma appaiono accomunate dalla stessa visione distorta, quella che identifica le cause dei problemi in chi viene da fuori e, soprattutto, in chi non ha nessun potere decisionale. Ultimamente, i “nemici del popolo” sono individuati tra chi dorme in strada perché non può permettersi una casa, mentre chi ne possiede vende o costruisce in quantità è devotamente amato e riverito.
Nel 2025, la propaganda elettorale passa anche e soprattutto attraverso la cacciata di chi non conta assolutamente nulla, mentre chi detiene il potere economico e mediatico trasuda vittimismo e incita alla guerra contro gli “invasori”.
A Washington hanno i nomi di Donald Trump ed Elon Musk, in Alto Adige vi viene in mente qualcuno?
Massimiliano Boschi