
L'amico di Mussolini e quell'antica guida di Brixen - Bressanone italianizzata a forza
Bressanone. C’è una guida di Bressanone, che, a dispetto del titolo, oggi ha più 100 anni, 110 per la precisione: è il Neuster Führer von Brixen und Umgebung (nuova guida di Bressanone e dintorni, ndr). Il libretto tascabile, scritto in tedesco da Adolf Schmalix e stampato nel 1915 dall’editore Weger, si trova conservato in diverse biblioteche altoatesine – e fin qui nulla di speciale. Ma di questa guida esiste un esemplare particolare, scovato per caso in una libreria altrettanto particolare, la Libreria Antiquaria Umberto Saba di Trieste e su cui il respiro, o forse meglio dire il fiato della storia ha doviziosamente lasciato le sue tracce. Basta sfogliare velocemente il volume per notare, infatti, un artigianale tentativo di italianizzazione del testo tedesco, per cui il toponimo tedesco Brixen è stato cambiato in quello italiano Bressanone a colpi di timbro rosso, mentre la cittadina sulla Rienza è stata “tolta” dal Tirolo e dall’Austria a forza di righe nere a pennino. Come noto, quando viene pubblicata la guida, nel 1915, il Südtirol è ancora parte dell’Austria, di quel “mondo di ieri” che sta barcollando, ma ancora non crolla. Quello che segue è storia altrettanto nota, con l’annessione all’Italia nel 1918, l’avvento del fascismo e quindi l’imposizione della lingua italiana e dei toponimi italianizzati dal 1923. Ma il caso di un intervento “manuale” su un libro già pubblicato in lingua tedesca è peculiare e poco conosciuto.
Sfogliando la guida di Bressanone trovata a Trieste ci si trova davanti a un puntiglioso furore correttivo: il timbro rosso “Bressanone” viene ostinatamente apposto ovunque il correttore-censore scorga la parola “Brixen”, sui titoli dei capitoli in grassetto, ma anche nel corpo del testo: Bressanone, Bressanone, Bressanone. Nonostante l’impegno, i risultati sono discutibili, perché sotto l’inchiostro rosso rimane leggibile il testo originale. A metà libro, l’impeto sembra placarsi, per riprendere però con vigore nelle pagine finali, dove sono riportate le pubblicità di negozi e alberghi del luogo – forse più facilmente individuabili perché più grandi e appariscenti. Con un secondo intervento, questo ad inchiostro nero, il correttore si è poi dedicato ai riferimenti all’Austria e al nome “Tirol”, vietato ufficialmente dal regime fascista. Tentativi maldestri, mentre la copertina fa invece pensare a un intervento professionale, con il toponimo Bressanone sostituito da una perfetta sovrastampa nel font (Fraktur) e colore dell’originale.
La copertina della guida con la sovrastampa “Bressanone”. Foto Venti3
Si è forse trattato di un lavoro della casa editrice? Consultato sul tema, Andreas von Mörl della casa editrice Weger ci ha confermato di non aver mai visto un esemplare simile, ma ha ipotizzato che probabilmente “quando entrò in vigore la legge che vietava i nomi tedeschi, erano rimasti nel magazzino ancora degli esemplari della guida. Per non buttare via questi libri, i nomi tedeschi vennero semplicemente coperti o cancellati”.
La copertina della guida originale senza interventi conservata alla Biblioteca civica di Bolzano.
Certo è difficile trovare risposte certe e definitive, ma ricercando intorno allo scrittore della guida, Adolf Schmalix, abbiamo ragione di credere che gli interventi di correzione toponomastica non gli sarebbero dispiaciuti. Originario di Augsburg, in Baviera, Schmalix era un rinomato autore di guide turistiche – da Monaco al Brennero fino alla costa dalmata. I testi erano spesso accompagnati dai disegni della moglie, Ida von Lasser Schmalix, come nel caso della nostra guida. Con lei Adolf Schmalix abitava in via Volturno 6 a Bressanone, dove si era stabilito da diversi anni. Leggendo i giornali dell’epoca emergono altri interessanti frammenti della sua storia: quella di un tedesco, Adolf (sic!) Schmalix che amava il Führer, diventato poi un italiano, Adolfo (sic!) Smalis che adorava il duce, fino ad arrivare addirittura a scriverne un’ode.
Adolf Schmalix a Bressanone con un bambino (forse sua figlia?).
Courtesy Archivio Comunale di Bressanone, fondo Archivio Croce d’Oro Bressanone (immagine non datata)
Come confermato dall’atto di morte del 2 marzo 1931, Schmalix aveva infatti italianizzato il suo nome in Adolfo Smalis – un po’ come la città di Bressanone nella guida ritrovata. Ma i cambi del nostro non riguardavano solo i nomi. Nel maggio del 1926 Schmalix avrebbe infatti aderito al partito fascista (Bote für Tirol, 01.07.1926). In precedenza, quando abitava a Monaco, sarebbe stato però uno “zelante amico del partito di Hitler e avrebbe rivestito anche un certo ruolo nel suo movimento” (Der Südtiroler, 1928). Questo suo essere “voltagabbana” è causa di un amaro disprezzo, ma anche di una costante attenzione a lui rivolta da parte del citato Der Südtiroler – giornale quindicinale pubblicato ad Innsbruck e riportante notizie per “gli amici del Sudtirolo” (Mitteilungen für Freunde Südtirols).
L’annuncio della morte di Schmalix sul quindicinale “Der Südtiroler” del 15 marzo 1931.
Fondo Biblioteca provinciale F. Teßmann, Bolzano
Tra gli articoli non mancano racconti di suoi discorsi pubblici di lode al regime -in un italiano scadente, si precisa- e baci celebratori dell’amicizia con i fascisti a Bressanone -definiti “una commedia”. La morte di Smalis, che era stato Schmalis nel marzo 1931 viene annunciata in un trafiletto dal titolo eloquente: “Mussolini ha perso un amico” (Mussolini hat einen Freund verloren). Un altro articolo in precedenza era titolato “Il traditore Schmalix” (Der Verräter Schmalix, Der Südtiroler, 1.03.1929) precisando però che “il suo opportunismo non meraviglia ed è facilmente sopportabile” scriveva l’articolista sulla stessa testata perchè questo “traditore del popolo tedesco non è nemmeno un sudtirolese”. Parole profetiche, che fanno pensare ad altri “tradimenti” verso la popolazione sudtirolese di un omonimo tragicamente noto.
Caterina Longo
Immagine in apertura: una pubblicità all’interno della guida di Adolf Schmalix
con il timbro rosso sul toponimo Brixen. Foto Venti3