Airsafe, un boccaglio per respirare sotto la valanga
Si chiama Airsafe e tagliando il concetto con l’accetta si tratta di un boccaglio. Come quelli che si usano per respirare mentre si guardano i pesci sott’acqua. Solo che si usa in montagna, circondati da acqua, sì, ma allo stato ghiacciato: neve, quella di una valanga. E infatti proprio per sopravvivere a un evento drammatico come una valanga nasce l’idea di questo apparecchio che, ideato da una ricerca congiunta di EURAC di Bolzano, Centro di medicina di montagna dell’Ausl Valle d’Aosta, CNR di Milano e Università di Padova, è ora in fase di test sul campo.
Ossigeno nella valanga di CO2
I ricercatori di EURAC sono in questi giorni a Cervinia, ad un’altitudine di 2500 metri. Sono partiti l’11 gennaio e torneranno il 20 gennaio 2016, carichi di dati ed esperienze utili a migliorare il prototipo. Quando si viene completamente sepolti dalla neve i problemi più grossi non derivano dal freddo, ma dalla mancanza di aria pulita da respirare. «Le vie aeree possono venire ostruite da neve e ghiaccio, il peso della neve sul torace rende difficile la respirazione – spiega Giacomo Strapazzon, ricercatore dell’EURAC e uno dei coordinatori scientifici dello studio – Anche se il soggetto riesce a respirare, l’accumulo di anidride carbonica (CO2) emessa ad ogni respiro rende la già ridotta quantità di aria presente nella neve tossica».
I dati sono impietosi: il 75% delle morti in valanga sono dovute ad asfissia, il 25% a trauma e una percentuale minima ad ipotermia. E ancora: il 70% delle persone completamente sepolte durante una valanga muore entro i primi 35 minuti per asfissia o lesioni letali, mentre in media i soccorsi organizzati impiegano più di 20 minuti per arrivare sul posto. Ogni minuto è quindi prezioso e la ricerca punta a prolungare il più possibile la speranza di vita in attesa dei soccorsi.
Dodici volontari sotto la neve
Proprio qui si inserisce l’intuizione alla base di Airsafe. Che cos’è? Un sistema di tubi con boccaglio che viene indossato con una cintura toracica prima del seppellimento. I tubi consentono di separare l’aria inspirata da quella espirata. Si tratta di sfruttare l’aria presente nella valanga stessa – che rappresenta fino al 60% del volume della valanga – prelevandola dalla parte anteriore del corpo. L’aria espirata, carica di CO2 e quindi velenosa per l’uomo, viene espulsa alle spalle della persona. In questo modo è possibile evitare la respirazione di anidride carbonica tossica ed evitare il soffocamento.
Sono 12 i volontari adulti che simuleranno due situazioni di possibile seppellimento durante valanga: ogni volontario respirerà in un test all’interno di una sacca d’aria e in un altro utilizzando il nuovo dispositivo Airsafe. I test consentiranno di stabilire quanta aria pulita si riesce a creare attraverso l’ingegnoso boccaglio da neve.