Asili aziendali, nuovi criteri per i contributi
La Giunta provinciale ha approvato il 3 ottobre, su proposta dell’assessora provinciale alla famiglia, Waltraud Deeg, una variazione dei criteri per la concessione dei contributi per microstrutture aziendali o l’acquisto di “posti bambino” presso servizi analoghi. In base alla delibera, nel caso in cui le microstrutture aziendali non siano sufficientemente utilizzate dalle aziende stesse i gestori possono mettere a disposizione dei Comuni parte dei posti disponibili. La maggior parte dei posti di tali microstrutture dovrà comunque essere cofinanziata da parte delle aziende nelle quali lavorano i genitori.
Costi divisi tra Comuni, Provincia e famiglie
In base alla nuova regolamentazione, circa un terzo dei costi di assistenza è appannaggio dei Comuni, un terzo della Provincia ed il resto dovrà essere pagato dalle famiglie sulla base della dichiarazione unificata di reddito e patrimonio (DURP). «Si tratta di una soluzione vantaggiosa sia per le aziende che per l’ente pubblico – sottolinea l’assessora Deeg – l’obiettivo prioritario è quello di realizzare una migliore conciliazione tra la famiglia ed il lavoro grazie alla messa a disposizione di un numero sufficiente di posti per i bambini sia da parte delle aziende che dei Comuni». Nel caso in cui i posti vengano utilizzati dai Comuni valgono le stesse regole adottate per le microstrutture pubbliche, cioè un importo che, in base all’ISEE famigliare, va da 90 centesimi a 3,65 euro all’ora, mentre il resto è a carico della Provincia e del Comune.
Agevolazioni fiscali per le imprese
Le aziende che investono nelle microstrutture per l’accoglienza dei figli dei dipendenti ottengono un’agevolazione fiscale da parte dello Stato. Così, ad esempio, non concorrono a formare il reddito aziendale le somme, i servizi e le prestazioni erogati dal datore di lavoro ai dipendenti o a categorie di dipendenti per la frequenza degli asili nido.
Si tratta di misure di carattere fiscale molto meno burocratiche rispetto a quelle che prevedono di assegnare ai dipendenti dei voucher per consentire ai figli di frequentare microstrutture esterne all’azienda.