Senatori Svp chiedono il ritorno delle festività soppresse 40 anni fa
Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhanrd Durnwalder l’hanno detto chiaramente. Il ritorno delle festività soppresse sarebbe un «omaggio alla persone credenti che potrebbero così celebrare le ricorrenze religiose». Ma anche ai «non credenti che potrebbero dedicare le giornate alle attività di tempo libero». Per questo i tre senatori della Südtiroler Volkspartei hanno presentato una proposta di legge per reintrodurre le festività soppresse 40 anni fa. I giorni in questione sono cinque: il primo è san Giuseppe, che cade il 19 marzo ed è anche la festa del papà. Poi ci sono tre festività variabili che non cadono in un giorno fisso ma cambiano di anno in anno in quanto legate alla Pasqua: l’Ascensione, 40 giorni dopo Pasqua, la Pentecoste, il primo lunedì che cade 50 giorni dopo Pasqua, e il Corpus Domini , 60 giorni dopo Pasqua. Per chiudere ci sarebbe l’estensione a tutto il territorio nazionale del 29 giugno, il giorno dei santi patroni di Roma Pietro e Paolo, che oggi viene celebrato solo nella Capitale.
Festività soppresse, il vescovo
«Non abbiamo bisogno di più giorni liberi, abbiamo bisogno dei nostri giorni festivi», ha commentato il vescovo di Bolzano Ivo Muser. Il vescovo ritiene che uno dei compiti prioritari della Chiesa sia «impegnarsi per le nostre festività, a cominciare dalla domenica. Abbiamo bisogno di festività libere dal profitto e dedicate alle opportunità religiose, familiari, sociali, culturali.” Già nel 2014, incontrando la giunta provinciale, Muser aveva rinnovato la richiesta di reintrodurre la festività di San Giuseppe (19 marzo) in Alto Adige. «Se la domenica e i festivi sono considerati solamente giorni liberi per permettere di fare ponte, produrre e consumare ancora di più, allora di festività simili non abbiamo bisogno».