
L'attentato di Appiano e quell'odio che corre veloce sul web
Vogliamo continuare a stupirci. E, di conseguenza, a indignarci. Nonostante siamo abbastanza consapevoli di come i social media siano diventati luogo di sfogo delle pulsioni più basse. Vi abbiamo raccontato quanto successo ad Appiano: una bomba carta (o qualcosa di simile), scritte naziste e razziste, contro i richiedenti asilo politico ospitati nella caserma Mercanti. Un atto vile, va da sé, che ha dato il via libera ai commenti su facebook. Un buon numero – sempre troppo alto – di gente che applaude all’attentato, che invita a «fare un bel falò».
Questi sopra alcuni commenti, raccolti in pochi minuti. Senza neanche troppo faticare. Come dicevamo all’inizio, siamo consci che si tratta di un qualcosa di frequente. In questi casi, è prassi. Vogliamo solamente sottolineare come la frequenza non diventerà, per noi, ma una normalità. Un costo social da pagare. La violenza è vile, sempre. Temiamo sia anche contagiosa: per questo chi la fomenta sui social sta portando il suo tassello a quanto potrà succedere la volta dopo. Sta soffiando su di un fuoco già alto e pericoloso di suo. La nostra speranza è che almeno sfogare le proprie frustrazioni sul web porti a diminuirle nella vita reale. Ma non ci metteremmo la mano sul fuoco.
AAI