«Politica alimentare, Alto Adige modello di sostenibilità per l'Europa»
La «green region» Alto Adige e la politica alimentare sostenibile di Kompatscher diventano modello per tutta l’Europa. Sostenibilità, qualità e regionalità: questi i tre pilastri su cui poggia il progetto pilota europeo in materia di politiche alimentari che il commissario UE Vytenis Andriukaitis ha lanciato lunedì 4 giugno da Bolzano. Nel corso della sua visita Andriukaitis – dal 2014 responsabile per la salute e la sicurezza alimentare nella Commissione Juncker – ha manifestato pieno appoggio alla proposta del presidente della Provincia Arno Kompatscher per una politica alimentare sostenibile, dicendosi intenzionato a sostenere un progetto pilota ad hoc in questo senso. «Il tema è cogente e perciò occorre attivarsi subito: un progetto pilota rappresenta la soluzione giusta» ha detto Andriukaitis a proposito del parere d’iniziativa presentato a inizio 2017 da Kompatscher al Comitato delle Regioni di Bruxelles.
Biodiversità, cultura alimentare e salute pubblica
«La mia proposta prende le mosse da un approccio a 360 gradi molto concreto, che potrebbe essere sperimentato innanzitutto nelle scuole e negli ospedali» ha spiegato Kompatscher. Servizi ecocompatibili (prodotti biologici, risorse naturali rinnovabili), attenzione alle regioni di montagna e periferiche, tutela della biodiversità e del benessere degli animali, diffusione di una corretta cultura alimentare e agevolazioni legislative che consentano alle pubbliche amministrazioni di acquistare più facilmente prodotti locali sono alcune delle proposte contenute nel documento di Kompatscher. Ne fanno parte anche la riduzione della burocrazia per gli alimenti a km zero. Un punto chiave è anche la standardizzazione della terminologia e dell’etichettatura nei 28 Paesi dell’UE. Una pianificazione strategica per ridurre l’impatto ambientale complessivo del sistema alimentare regionale è un ulteriore punto qualificante del programma, da portare avanti attraverso organismi consultivi locali. «L’UE può creare le condizioni per accorciare la filiera della produzione alimentare e favorire l’accesso agli alimenti sani anche da parte dei ceti meno abbienti – ha aggiunto il commissario Andriukaitis, che nel suo curriculum vanta anche una formazione medico-specialistica – un’alimentazione poco equilibrata è infatti all’origine di conseguenze negative per la salute pubblica».
Alto Adige patria delle food technologies
«L’identità dell’Alto Adige come green region rende questo territorio all’avanguardia sotto tutti i punti di vista rispetto ai temi che trattiamo oggi» ha rimarcato Andriukaitis. La proposta di Kompatscher mostra come le regioni possano influenzare anche le politiche della Commissione UE, perché «l’Unione siamo noi» ha sottolineato Andriukaitis. «Questa regione è un buon esempio di come la politica possa “spingere” il territorio ad avere una maggiore sensibilità su tematiche green» ha aggiunto Andriukaitis, che ha indicato la provincia di Bolzano come realtà modello anche sul fronte dell’uso oculato delle risorse e delle iniziative contro lo spreco alimentare. L’Alto Adige rappresenta un luogo privilegiato per lanciare il progetto pilota anche per le ricerche che vi si svolgono nel settore delle food technologies fra Unibz, Eurac e Laimburg. «I progetti nazionali e regionali di specializzazione intelligente nell’ambito del piano europeo RIS3 vedono nascere proprio al NOI Techpark strategie innovative e sostenibili per il settore alimentare funzionali allo sviluppo di politiche comuni» ha sottolineato il presidente Kompatscher nell’aprire il convegno che proprio al NOI ha avuto al centro il ruolo delle realtà regionali.
Verso una politica alimentare sostenibile
Al confronto intitolato «Towards a sustainable Eu food chain» (Verso una politica alimentare sostenibile) hanno preso parte i professori Roland Psenner, presidente di Eurac, Ulrike Tappeiner, presidente di Unibz, Andrea Segré, presidente della Fondazione Mach e Markus Schermer dell’Istituto di sociologia dell’università di Innsbruck. Interpellato dai giornalisti sul tema del glifosato il commissario europeo ha chiarito che alla base della decisione di autorizzare l’uso di questa sostanza negli Stati membri ci sono studi scientifici dai quali non è emerso un effetto cancerogeno correlato al suo utilizzo. A seconda delle esigenze e delle richieste, i singoli Stati membri possono anche decidere di autorizzare unicamente l’utilizzo di fitosanitari sostenibili sul proprio territorio. «Fondamentale è che di queste sostanze venga fatto un uso equilibrato e anche da questo punto di vista l’Alto Adige può a buon titolo essere considerato un esempio di mediazione virtuosa fra diverse istanze» ha commentato Andriukaitis.