Alto Adige «museo diffuso»: quasi 2,3 milioni di visitatori nel 2017
Storia, natura, archeologia e quant’altro. Quasi 2,3 milioni di visitatori nel 2017 per i 116 musei altoatesini che sono stati monitorati dall’Astat. I musei maggiormente visitati nel corso del 2017 si confermano essere quelli d’arte e artigianato: i loro visitatori rappresentano quasi un quarto (24,3%) del totale. La distribuzione percentuale dei visitatori tra le varie tipologie di musei rilevati in provincia di Bolzano segue, in generale, la numerosità dei musei della stessa tipologia. È interessante notare, tuttavia, ad esempio, come i sette musei archeologici, pre- e protostorici abbiano registrato un numero di visite pari al 14,0% sul totale. Una percentuale leggermente superiore (15,8%) è stata raggiunta, congiuntamente, dai 33 musei appartenenti alle categorie “Musei etnologico-agricoli”, “Musei civici, territoriali e locali” e “Musei di scienze naturali”.
Il patrimonio complessivo dei musei nel 78,2% dei casi è esposto in maniera continuativa mentre il restante 21,8% è rimasto in deposito in attesa di essere utilizzato per esposizioni, mostre o perché sottoposto a restauro. Negli ultimi cinque anni in oltre la metà (50,9%) dei musei altoatesini il patrimonio storico-artistico è stato utilizzato per attività scientifiche. Nel corso del 2017, oltre a 418 studiosi che hanno utilizzato il patrimonio museale per scopi di ricerca presentando complessivamente 247 pubblicazioni, troviamo 255 insegnanti e 2.251 studenti che hanno fatto ricorso all’utilizzo del patrimonio a disposizione per attività di tipo scientifico.
Nel 2017 in provincia di Bolzano i musei hanno organizzato 347 mostre ed esposizioni, hanno prodotto complessivamente 153 opere editoriali quali libri, cataloghi e simili, 56 supporti (videocassette, CD, DVD) contenenti materiale informativo, 1.668 tra depliant e pieghevoli e 782 souvenir di oggettistica, cartoline ed altro. Mediamente, l’incidenza dei contributi pubblici sulle entrate finanziare dei musei in Alto Adige è pari al 39,9%. La vendita dei biglietti d’ingresso rappresenta invece, in media, il 26,8% delle fonti di finanziamento dei musei, mentre la vendita d’oggettistica e il servizio di bar/ristorazione pesano per il 9,5%. Le visite guidate contribuiscono in misura pari all’8,2% alle casse dei musei mentre il peso delle quote sociali e delle offerte, così come delle sponsorizzazioni, è inferiore, rispettivamente del 3,4% e del 3,1%. In riferimento ai costi che i musei altoatesini devono affrontare, le spese di amministrazione incidono mediamente per il 47,9%. In particolare, le retribuzioni, in media, pesano per il 26,9%. La seconda voce più importante, con un peso percentuale di gran lunga inferiore (14,7%), è costituita dalle spese per acquisti vari, come ad esempio, acquisti per oggetti, per l’allestimento delle esposizioni, per l’allestimento tecnico o di altra natura. A seguire, con un’incidenza media dell’8,1%, le spese di marketing e pubbliche relazioni, le spese per le mostre straordinarie (6,4%) e quelle per le opere di restauro e conservazione (6,0%). Pari al 6,4% l’incidenza media delle spese in attività di ricerca, didattica e collaborazioni con altre istituzioni.