Lavoro, per gli altoatesini meglio il welfare di un aumento
Un dato che suona un po’ a sorpresa: meglio servizi aziendali di un aumento, almeno per più di un lavoratore altoatesino su due. Segno che anche in Alto Adige le prestazioni di welfare delle aziende stanno salendo alla ribalta. A dirlo sono i dati raccolti dall’IPL, Istituto Promozione Lavoratori, che nell’edizione autunnale del Barometro, indagine che riproduce il clima di fiducia dei lavoratori, ha intervistato i dipendenti altoatesini a questo proposito. E i risultati mostrano tre prestazioni che superano le altre: quasi due terzi dei lavoratori altoatesini, il 65%, ricevono contributi dal loro datore di lavoro per un’assicurazione sanitaria privata, il 63% per un fondo previdenziale privato e il 62% servizi mensa o buoni pasto. Queste sono anche le tre prestazioni aggiuntive più richieste alle aziende dagli operai e impiegati altoatesini, e sono anche quelle che ricevono più frequentemente.
Premi aziendali o bonus sociali?
Il sondaggio mostra però anche una sorpresa: il 55% dei lavoratori considera le prestazioni di welfare aziendale un alternativa ai premi o ad un aumento salariale. Un compromesso netto tra dipendenti e datori di lavoro, dati i costi veramente sostenibili che quest’ultimi si prendono a carico per le prestazioni sociali aziendali. Dati alla mano si nota però che questo clima si registra anche a livello nazionale. Secondo uno studio CENSIS, in Italia sono il 65% dei lavoratori a preferire prestazioni sociali di pari valore come alternativa ad un aumento di stipendio. E anche qua da una parte le prestazioni sociali sono sempre più importanti soprattutto per i giovani che si approcciano al mondo del lavoro, mentre dall’altra si registra come mossa vincente per i datori che mantengono un buon clima aziendale.
Verso nuove necessità
I dati del sondaggio IPL mostrano anche altro: il 25% desidererebbe un contributo per i viaggi casa-lavoro, mentre il 21% vorrebbe poter avere a disposizione un asilo nido aziendale o scuola materna a cui affidare i figli durante l’orario di lavoro. Il 14% riceve già questo tipo di agevolazioni, ma le sensazione è che soprattutto i giovani si auspicherebbero di ricevere prestazioni che gli aiutino a risparmiare sul costo della vita, mentre al contrario quelli meno giovani si spostano verso maggiori supporti per assicurazione sanitaria e pensione integrativa.
Alexander Ginestous