Fraunhofer e Torino NordOvest insieme per una tecnologia che rimetta al centro l'uomo e il lavoro
Quando si parla di Industria 4.0 subito le opinioni di polarizzano: tecno-entusiasti da un lato, tecno-apocalittici dall’altro. Ma i robot ci toglieranno veramente il lavoro? E soprattutto, cosa sta accadendo, davvero all’interno delle fabbriche italiane? Sono alcune delle domande alle quali ha tentato di dare risposte, e volti, l’incontro organizzato a NOI Techpark da Fraunhofer Italia e Torino Nord Ovest, centro di ricerca su lavoro, impresa e innovazione. Un’occasione condotta da Annalisa Magone, presidente di Torino Nord Ovest e autrice del libro «Il lavoro che serve. Persone nell’industria 4.0». «È difficile prevedere il futuro, ma una cosa è certa: le competenze faranno la differenza. Alle tecnicalità verticali dovremo affiancare sempre più delle soft skills trasversali. Solo chi capirà che è impossibile resistere a questa rivoluzione potrà competere sui mercati di domani» spiega l’autrice.
L’incontro tra Annalisa Magone e l’Alto Adige nasce in occasione della scrittura del suo libro (Guerini editore) e la visita a Intercable, azienda di Brunico attiva nella realizzazione di componenti per l’automotive (in particolare trasmissioni nel mercato dell’elettrico) che con Fraunhofer ha realizzato un progetto pilota di Industry 4.0 con l’inserimento di linee robotiche. Protagonista del progetto Florian Niedermayr, che da Fraunhofer è poi passato proprio ad Intercable, dimostrazione vivente di come l’implementazione di intelligenza artificiale e automazione nelle imprese necessiti di competenze e persone. «Con Intercable – ha raccontato al pubblico – ci siamo conosciuti nel corso della Lunga Notte della ricerca». Un simbolo di come il trasferimento tecnologico e l’osmosi tra mondo della produzione e della ricerca viaggi soprattutto attraverso le persone. Significativa anche le testimonianza di Manuel Niederstatter. «Il concetto di innovazione – racconta – l’ho imparato in azienda, è una filosofia che permea tutto il nostro agire. Quello che dobbiamo capire è che la rivoluzione digitale non riforma solo i processi esistenti, ma ricrea quelli futuri attraverso logiche completamente differenti».
Come lavora in tutto ciò Fraunhofer? A raccontarlo è una giovane ingegnere, Alice Schweigkofler: «Fraunhofer è uno dei pochi posti in italia che permette di fare ricerca e innovazione nel campo dell’edilizia. Mi occupo di realtà aumentata e realtà virtuale nel campo delle costruzioni: con il mio team stiamo sviluppando un’applicazione per smartphone che consente di realizzare un modello 3D del cantiere da sovrapporre in tempo reale alla scena in cui si opera». A seguire anche le testimonianze di altri due giovanissimi, Maddalena, dal liceo classico allo studio della meccatronica e Alberto Giaier, co-founder della startup Flashbeing, software che aiuta le aziende a organizzare meglio i flussi di lavoro partendo dalle agende del singolo lavoratore: «É dalla contaminazione che nascono le idee migliori, proprio come accade in una startup. La storia insegna che le rivoluzioni industriali non cannibalizzano il lavoro umano, ma lo trasformano. Dobbiamo quindi non aver paura di metterci in discussione, gettando il cuore oltre l’ostacolo». Un’indicazione molto utile per tutte le imprese italiane che ancora non sanno come approcciarsi al tema. «Spesso le aziende, soprattutto le medio piccole che costituiscono la spina dorsale del sistema imprenditoriale italiano, non hanno in casa le risorse umane e finanziarie necessarie per affrontare questa sfida in maniera mirata. Per questo – spiega Dominik Matt, direttore dell’istituto Fraunhofer Italia – anche attraverso le infrastrutture presenti a NOI Techpark le aiutiamo ad analizzare i loro fabbisogni e a imboccare la strada più efficace per implementare le tecnologie 4.0».