Festa delle donne, parità lontana. In Alto Adige lavorano in casa il triplo degli uomini
Le donne? Si sobbarcano, spesso oltre il loro lavoro, anche la gestione domestica della casa. Non sono proprio dati confortanti quelli distribuiti dall’Astat, l’istituto di statistica della provincia di Bolzano, in occasione dell’8 marzo, la festa della donna. Dall’analisi dei dati dell’Indagine multiscopo sulle famiglie 2015, scaturisce che il 66,2% dei maschi svolge meno di 10 ore a settimana di lavori domestici. Per contro più di un terzo (35,1%) delle donne lavora più di 30 ore settimanali all’interno delle proprie mura domestiche.
L’impegno dei maschi è in effetti leggermente aumentato dal 2010 al 2015 (la media maschile è passata da 7 ore e mezza a quasi 9 ore), ma ciò non ha alleggerito il carico della donna, aumentato anch’esso. Anche restringendo l’analisi alle sole persone occupate emerge che le donne che hanno un lavoro retribuito hanno comunque 22,2 ore settimanali di impegni casalinghi. Sommando le ore di lavoro retribuito a quelle di lavoro domestico (limitatamente alle fasce centrali di età), scopriamo che le donne lavorano quasi 3 ore a settimana in più degli uomini.
Confrontando la situazione altoatesina con quelle degli altri paesi OCSE, si nota che la provincia di Bolzano è vicina alla media dei paesi membri, sia come differenza di lavoro retribuito (le donne lavorano 13,4 ore in meno degli uomini), sia come lavoro non-retribuito (17,0 ore in più degli uomini). In questo caso l’analisi è fatta nella fascia di età 15-64. Dal lavoro domestico, inoltre, non si va mai in pensione; infatti, a parte le ragazze “under 30” che riescono abbastanza a “contenere” tali fatiche, l’impegno nei lavori di casa rimane quasi costante a tutte le età della vita della donna. Ancora oltre i 70 anni la media in ore è di 23,6 a settimana.
Il maggiore impegno delle donne nei lavori domestici non ha ripercussioni significative sul rischio che si verifichi un incidente in casa. Nel corso di un anno il 2,9% delle donne, contro l’1,8% degli uomini, ha subito un incidente domestico che ha compromesso le sue condizioni di salute con ferite, fratture, ustioni, contusioni, lussazioni o altre lesioni. In media ogni anno quasi 10.000 persone (in due casi su tre si tratta di donne) rimangono vittime di incidenti domestici. Da un’analisi di regressione logistica risulta che la variabile che incide di più sulla probabilità di farsi male è l’età della persona; l’incidente domestico infatti può avvenire anche in assenza di attività lavorativa domestica. Il maggior numero di infortuni delle persone di sesso femminile sarebbe pertanto una conseguenza della loro più lunga vita media.
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