Quando ai figli ci pensa papà. In Alto Adige prime misure di conciliazione vita-lavoro per uomini
I padri altoatesini (e italiani in generale)? Si lasciano coinvolgere di più nell’educazione dei propri figli, e vorrebbero passare più tempo con loro. Tanto che le aziende stanno cominciando a declinare seriamente il concetto di conciliazione vita-lavoro, già così difficile da raggiungere per le donne, anche agli uomini. Sullo sfondo, ma molto lontano, ci sono esempi come quelli dei paesi scandinavi, dove è normale che sia un uomo – come può essere la sua partner – a rimanere a casa dal lavoro, in congedo, per stare con i propri figli.
Per il secondo anno consecutivo l’IPL | Istituto Promozione Lavoratori di Bolzano ha organizzato un convegno in occasione della festa del papà, dal titolo: “Super Dad – Come i papà conquistano la conciliazione”. Durante il convegno è emerso come stiano cambiando i “nuovi padri” sia in Germania che in Italia, più coinvolti nell’educazione e nella cura dei propri figli, e sono state presentate buone pratiche di conciliazione per i papà anche a livello locale.
“Il secondo convegno organizzato dall’IPL in occasione della festa del papà è incentrato sulla conciliazione famiglia-lavoro dei padri”, sottolinea Silvia Vogliotti, Vicedirettrice dell’IPL. “I nuovi padri esprimono in misura crescente la necessità di prendersi cura dei propri figli, svolgendo un ruolo attivo, e quindi servono anche per loro specifiche misure di conciliazione”, puntualizza Vogliotti. Interessanti i dati tedeschi, presi dal recente Dossier pubblicato dal Ministero tedesco per la famiglia dal titolo “Väter und Familie. Erste Bilanz einer neue Dynamik” (Papà e famiglia. Primo bilancio di una nuova dinamica). Il 70% dei padri tedeschi si identificano nel ruolo di “padre attivo” e 8 su 10 vorrebbero passare più tempo con la famiglia – si legge nel dossier. Fa ben sperare il fatto che il 69% delle imprese tedesche siano consapevoli dell’importanza di offrire anche ai padri misure di conciliazione specifiche per loro, ma manca però ancora una vera cultura che accetti questo pieno coinvolgimento dei padri.
La sociologa Maria Letizia Bosoni, dell`Università Cattolica di Milano, ha presentato alcuni studi di caso sulla conciliazione dei padri in diverse aziende del Nord Italia, analizzando come le organizzazioni riconoscono e supportano la paternità, ovvero superano una concezione strettamente femminile della conciliazione e rendono accessibili le misure di conciliazione ai padri al fine di promuovere un vero cambiamento culturale. Ma c’è chi le buone pratiche le fa sul serio, come l’azienda bolzanina ProMinent Italiana S.r.l, il cui organico di 48 dipendenti è composto per i ¾ da uomini. Fabrizio Crestani, responsabile IT e del laboratorio, ha illustrato le misure adottate dall’azienda per i padri, tra cui un contributo una tantum alla nascita, orari di lavoro flessibili e ferie che tengono conto delle necessità familiari, 3 giorni all’anno di permesso retribuito per la cura dei figli malati, nonché la possibilità di lavorare in parte col telelavoro se si hanno figli piccoli.
Il convegno si è concluso con una riflessione della Vicepresidente della Commissione provinciale pari opportunità Franca Toffol, che ha sottolineato come negli ultimi anni si sia modificato, almeno in parte, il valore dato alla paternità, percepita come opportunità affettiva e di relazione, che però si scontra (ancora) con la mancanza di modelli di riferimento e con una cultura lavorativa e sociale che poco la supporta. Ci sono, però, in rete, realtà interessanti anche se ancora frammentate – ha evidenziato Toffol – in cui i “nuovi padri” si confrontano e cercano di rispondere alle nuove declinazioni dei ruoli familiari. “Se consideriamo le imprese altoatesine che hanno ricevuto l’Audit Famiglia e lavoro, vediamo che ben il 35% di esse ha almeno una misura specifica per i padri: crediamo sia indispensabile pubblicizzare e valorizzare queste buone pratiche”, ha concluso Vogliotti, che insieme alla collaboratrice Moira Mastrone ha organizzato il convegno dell’IPL.