Scuole e uffici, ecco il sensore che monitora la qualità dell'aria. Webinar sul tema il 28 maggio
Mai come ora la qualità dell’aria che respiriamo conta. Soprattutto quella all’interno degli edifici chiusi, i più a rischio contagio Coronavirus. E all’uomo può venire incontro l’intelligenza artificiale. Come quella di Fybra, un sensore in grado di monitorare la qualità dell’aria all’interno di un edificio e di segnalare quando (e quanto) bisogna cambiare aria. La soluzione ideale per uffici e scuole. L’idea è della startup milanese FBP- Future is a Better Place, nata come spin-off del Gruppo Focchi, azienda leader nella progettazione e realizzazione di sistemi di involucro complessi. Un brevetto che nasce da studi scientifici e si è tarato, ora, sulla pandemia in corso. Analisi infatti avevano dimostrato come aria pulita, con un basso tasso di umidità e anidride carbonica, aumentasse la produttività del 15% negli uffici e la concentrazione del 20% per gli studenti nelle scuole. Ma se prima respirare meglio era un modo per produrre e studiare di più, ora è una questione di salute.
«Abbiamo calibrato le potenzialità del prodotto sulle esigenze che nascono dall’emergenza in corso – spiega Gaetano Lapenta, direttore generale di FBP –. Fybra ora presenta quattro livelli di precauzione, regolabili in base al territorio in cui viene utilizzato, sulla base dei diversi decorsi epidemiologici della pandemia. Nelle regioni con più casi o R0 più alto, si potrà settare al massimo livello di allerta per scendere, via via, nei luoghi meno colpiti».
Il webinar
Il tema della riapertura in sicurezza per edifici e classi è quanto mai attuale. E sarà discusso in un webinar con esperti della tematica a 360 gradi. L’appuntamento è il 28 maggio alle ore 17, per parlare di «Fase 2, come riaprire scuole e uffici». Il webinar, organizzato da FBP, avrà come ospiti: Tommaso Agasisti, professore di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, che parlerà degli aspetti gestionali e organizzativi legati alla ripresa dell’attività scolastica; Maria Chiara Voci, giornalista, presenterà il progetto di cui è fondatrice Home, Health&Hi-Tech, benessere abitativo e salubrità indoor; Alberto Saracco, specialista di Igiene e Medicina Preventiva, presenterà uno studio sulla correlazione fra pandemia, CO2 e umidità nell’aria, scritto insieme a Roberto Raggi; Marco Scaramelli, direttore tecnico FBP – Gruppo Focchi, si focalizzerà sulla gestione del condizionamento all’interno degli edifici in epoca di rischio contagio mentre Gaetano Lapenta, direttore generale FBP – Gruppo Focchi, descriverà potenzialità ed evoluzione di Fybra, il sensore che migliora la qualità dell’aria negli ambienti chiusi. Al webinar si può assistere iscrivendosi al seguente link Zoom: https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_9cViluBiQh2ESYjl34d75Q
Il position paper
Parlavamo della correlazione fra pandemia, Co2 e umidità, che verrà trattata nel corso del webinar. Una relazione al centro dello studio di Alberto Saracco e Roberto Raggi, rispettivamente epidemiologo e specialista di igiene e medicina preventiva: un’analisi che spiega come le microgoccioline di saliva o espettorato, ormai comunemente conosciute come microdroplet, emesse con il respiro o semplicemente parlando, rimangano a lungo nell’aria diventando vettori per virus e batteri, e si accumulino (aumentando il rischio di contagio) in ambienti con elevata umidità e presenza di CO2. Un rischio spesso aumentato dalla presenza di ventilazione forzata, in particolare monodirezionale. «La sostituzione dell’aria interna con aria proveniente dall’esterno determina una minor concentrazione e diluizione delle goccioline – spiegano Saracco e Raggi – quindi abbassa la potenziale carica batterica e virale presente con un conseguente minor rischio di contagio».
Fybra
Ma come funziona il sensore? Dotato di intelligenza artificiale, è capace di «fotografare» velocemente ogni ambiente e di stabilire i tempi necessari per il ricambio aria. Poi, con impulsi visivi e sonori, il sensore comunica all’utente la necessità dell’apertura di finestre e della conseguente immissione di aria «pulita». Una tecnologia che si innesta perfettamente tra le nuove esigenze del ritorno al lavoro e (a settembre) a scuola, e le nuove regole dettate dal Coronavirus e che ha vinto già alcuni prestigiosi riconoscimenti. Come la selezione italiana del CleanTech Challenge, organizzata dalla School of Management del Politecnico di Milano (MIP) ed è stata finalista alla CleanTech Challenge London Chapter, presso la London Business School (LBS), una competizione tra le più innovative tecnologie del cleantech, aperta a studenti e Alumni provenienti dalle migliori università e business school del mondo. Sempre nel 2020 ha vinto la quinta edizione del Klimahouse Future Hub Award, evento di riferimento internazionale per startup del settore green ospitato all’interno di Fiera Klimahouse a Bolzano. Nella stessa occasione ha anche vinto il premio speciale CasaClima, assegnato dall’ Agenzia per l’Energia altoatesina.