Piazza Erbe non regge più: il Comune ascolti i giovani e rifletta su nuovi spazi per la movida bolzanina
Non nascondiamoci: la voglia di uscire e di respirare la libertà che il lockdown ci ha giustamente tolto era tanta, forse troppa. E tornare ad assaporare quei gesti quotidiani e quelle abitudini alla quale eravamo affezionati ci ha fatto dimenticare in un batter d’occhio i quasi due mesi rinchiusi in casa con gli occhi fissi alla televisione per seguire l’andamento dell’epidemia e la mente che viaggiava rincorrendo i ricordi delle giornate all’aria aperta. Una prova di ciò la si è chiaramente avuta venerdì sera in piazza Erbe. Premessa: chi scrive è da sempre un frequentatore della movida bolzanina, quindi non particolarmente suscettibile a episodi di vivacità o “degrado” giovanile, ma lo spettacolo visto due giorni fa in centro a Bolzano non può passare inosservato. O quanto meno deve spingere ad una riflessione.
La piazza era popolata in lungo e largo da ragazzi e da adulti, chi fuori dai bar e chi appoggiati alle bancarelle. Assembramenti ovunque, mascherine perennemente abbassate per sorseggiare un drink e fare un tiro di sigaretta, abbracci, urla, musica a palla nelle casse portatili, bottiglie sparse. Il tutto sotto lo sguardo di non una, ma ben cinque pattuglie posteggiate al centro della piazza quasi fino a mezzanotte. Polizia, Municipale, Carabinieri e Guardia di finanza. Controlli? Diciamo sommari. Certo, oltre a diverse ispezioni di qua e di là qualche multa è volata, ma è chiaro come quella di venerdì fosse una situazione assolutamente fuori controllo e non gestibile dalle forze dell’ordine che infatti si sono limitati ad un’attività di persuasione.
Vero anche che il Landeshauptmann nei giorni scorsi è stato chiaro sul modus operandi: «Prima un avvertimento e poi la multa». Ma è innegabile come venerdì sera quasi la totalità dei presenti nell’ombelico della vita notturna bolzanina stesse violando le norme di sicurezza, e non per qualche minuto ma bensì per tutto l’arco della serata. Questo a discapito dei locali che si impegnano duramente a far rispettare tutte le norme rischiando lo stesso multe e chiusura. E sempre il presidente Kompatscher martedì scorso in conferenza stampa si è detto preoccupato per il possibile ritorno del contagio (al momento saldamente sotto controllo) dopo una serie di segnalazioni di festini illegali tra giovani non curanti delle disposizioni anti-Covid. «In molti non rispettano le regole, così si rischia di tornare in lockdown», aveva dichiarato.
Ma allora perché non trovare spazi alternativi che diano occasione ai giovani di vivere al meglio la propria vita sociale e ai locali di continuare la propria attività? Non è sicuramente una giustificazione alla sporcizia e al caos creato, ma piazza Erbe è ormai troppo piccola per la quantità di persone che ogni fine settimana vi si riunisce e per mantenere le distanze richieste. A questo aggiungiamoci l’esasperazione dei residenti della zona, che hanno già inviato una lettera di protesta all’amministrazione comunale, e il quadro diventa critico. Ad esempio si potrebbero sfruttare luoghi più grandi come i prati del Talvera, concedendo il suolo pubblico gratuitamente e mettendo a disposizione dei locali del centro degli stand ad hoc per proseguire l’attività. Ovviamente moltiplicando anche i cestini per la raccolta dei rifiuti e potenziando il servizio di pulizia. Oppure si potrebbe pensare alla zona industriale, utilizzando magari gli spazi di NOI Techpark oppure i prati verdi vicini alla Salewa, denominati negli anni passati “Festival Grounds” proprio per la quantità di festival e concerti che venivano svolti lì.
Il Comune potrebbe cogliere la palla al balzo creando un tavolo di lavoro che includa organizzatori d’eventi e gestori di discoteche per trovare, grazie ai loro spunti, la quadra ai problemi logistici e organizzativi. In questo modo si andrebbe incontro al grido d’aiuto delle ultime settimane di questa categoria, dimenticata e tra le più colpite dalla crisi, che potrebbe mettere a disposizione il proprio personale, come ad esempio i buttafuori, per controllare la messa in atto delle misure di protezione. Bolzano necessita di equilibrio e maggiore senso civico, ma ciò può essere attuato solo tramite un’apertura al dialogo anche con i diretti interessati, i giovani, che li responsabilizzi ma che al tempo stesso ascolti i loro bisogni e le loro idee, includendoli attivamente nel progetto di lancio di spazi nuovi dedicati al divertimento.
Alexander Ginestous