Nasce il Centro di Competenza per l’Inclusione scolastica

Sono passati più di 40 anni da quando in Italia, nel 1971, è stato stabilito per legge che gli alunni con disabilità debbano completare la scuola dell’obbligo nelle scuole ordinarie. Ciò ha posto le basi per un sistema educativo inclusivo, con il quale l’Italia si differenzia fondamentalmente dai sistemi scolastici con scuole speciali, ancora diffusi, ad esempio, nei Paesi di lingua tedesca. L’Alto Adige può quindi vantare un’esperienza pluridecennale nel campo dell’educazione inclusiva, plasmata anche dalla diversità culturale e linguistica della regione. Fin dall’inizio, la Facoltà di Scienze della Formazione di Bressanone ha assegnato grande importanza a questo tema nella ricerca e nella formazione, come hanno recentemente dimostrato i corsi di specializzazione per i docenti di integrazione. Al fine di rafforzare ulteriormente e ancorare strutturalmente la cooperazione tra l’università e le istituzioni educative sul tema dell’inclusione, con la legge n.7/2015 sono state poste le basi per la creazione di un Centro di Competenza che ha ora iniziato la sua attività. “I centri di competenza sono uno strumento a disposizione dell’università per promuovere la ricerca in aree particolarmente importanti per il territorio”, ha puntualizzato Johann Gamper, vice-rettore con la delega alla ricerca, “l’attenzione è rivolta alla ricerca applicata in stretta collaborazione con gli stakeholder locali”.

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La ricerca sull’inclusione scolastica è incentrata sulla questione della partecipazione e dell’apprendimento di tutte le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, con un’attenzione particolare alle differenze di ognuno.  Si concentra sulle pratiche educative, la professionalizzazione del personale docente e lo sviluppo del sistema educativo. Il lavoro di ricerca del Centro di Competenza mira con i propri risultati da un lato a fornire impulsi allo sviluppo delle pratiche inclusive a livello locale, dall’altro a contribuire ad una riflessione più ampia sull’inclusione a livello internazionale. “Con il Centro, la nostra università sta facendo un investimento capace di dare visibilità al nostro particolare modello di inclusione e, contemporaneamente, utile per coltivarne un costante sviluppo”, hanno sottolineato durante la conferenza stampa le responsabili del Centro, le professoresse Heidrun Demo (direttrice) e Simone Seitz (vice-direttrice) e la ricercatrice Vanessa Macchia.

La pandemia di Covid 19 non ha solo rimandato all’autunno la presentazione ufficiale del Centro di Competenza, divenuto operativo già nella primavera del 2020. Soprattutto ha dimostrato ancora una volta quanto sia grande, nonostante la lunga esperienza italiana, la sfida per consentire a tutti  bambini e tutti i ragazzi di partecipare all’offerta formativa in condizioni di parità,  indipendentemente dalle loro capacità, dalla loro padronanza della lingua scolastica o dalla loro situazione socio-economica. “Il concetto di inclusione non è mai completo”, sottolinea Simone Seitz, “L’ambiente e la società stanno cambiando ed è nostro compito vigilare sulle vecchie e nuove disuguaglianze educative”. Ciò rende ancora più importante la comunicazione continua tra ricercatori e ricercatrici, insegnanti e famiglie, come ha fatto il Centro di Competenza durante i mesi di chiusura delle scuole. “Abbiamo praticato un dialogo aperto, incontrandoci regolarmente in gruppo con insegnanti e genitori per discutere di problemi concreti e rafforzare lo scambio”, ha spiegato Vanessa Macchia. Un ruolo di primo piano spetta, secondo l’organo di gestione del Centro, ai progetti di ricerca internazionali. Questi mirano rappresentare e discutere il modello italiano e altoatesino di inclusione in contesti internazionali per contribuire, con i risultati della ricerca, allo sviluppo delle Scienze dell’Educazione in senso ampio. Inoltre, il collegamento con le reti internazionali di ricerca serve anche allo sviluppo locale dell’inclusione scolastica che può trarre vantaggio dal confronto e dal dialogo con altri sistemi educativi.

Il dialogo con le tre direzioni Istruzione e Formazione garantisce la rilevanza pratica della ricerca e il suo trasferimento nel sistema educativo altoatesino. Giuseppe Augello, in rappresentanza delle Direzioni Istruzione e Formazione tedesca, ladina e italiana, ha sottolineato il valore aggiunto rappresentato dal Centro per la società nel suo complesso. “Il Centro di Competenza rappresenta un’occasione per il nostro territorio. La collaborazione fra il Centro e le tre Direzioni Istruzione e Formazione può dare un impulso prezioso allo sviluppo continuo dell’inclusione scolastica nelle nostre scuole”, ha affermato. In questo modo si potranno affrontare anche temi rilevanti per il contesto locale come, ad esempio, la questione delle modalità con cui relazionarsi in modo costruttivo nei confronti di comportamenti di sfida verso le istituzioni educative. Attualmente, il Centro di Competenza è già stato in grado di acquisire fondi FSE per avviare un progetto di sostegno agli insegnanti nella creazione di piani educativi individualizzati con largo spazio all’autodeterminazione dei giovani con disabilità. “Anche in questo caso vogliamo utilizzare la nostra funzione di ponte e offrire una formazione bilingue, con relatori provenienti dalle regioni di lingua tedesca e italiana”, ha concluso Heidrun Demo.

Oltre ai membri dell’organo di gestione, nel Centro di Competenza lavoreranno tre ricercatori e ricercatrici. Grazie alla sua affiliazione al Centro, è prevista la collaborazione con l’esperto di inclusione di unibz, il prof. Dario Ianes, conosciuto in tutta Italia. Inoltre, esperti internazionali come la prof.ssa Vera Moser (Università di Francoforte), il prof. Mel Ainscow (Università di Manchester) e il prof. Gottfried Biewer (Università di Vienna) affiancano le attività di ricerca con un ruolo di consulenza.

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