La resilienza dell'economia altoatesina: sale il clima di fiducia
In seguito al lockdown generale della primavera 2020, nei mesi estivi l’economia europea ha riacquistato forza in modo significativo. La ripresa è stata sì veloce, ma incompleta. Il livello pre-crisi non è ancora stato raggiunto. A causa del nuovo aumento dei contagi ci si avvia verso un difficile quarto trimestre 2020. Dal punto di vista della forma, l’andamento congiunturale somiglia meno ad una “V” e più ad una “radice al rovescio”. Il Direttore Stefan Perini illustra così la situazione: “L’economia europea è scesa in cantina con l’ascensore e ora sta risalendo lentamente con la scala mobile”. Il rapporto autunnale recentemente pubblicato da un gruppo di esperti germanici che vede anche la presenza dell’ifo di Monaco indica i seguenti tassi di variazione del PIL per l’anno in corso: area euro: -7,4%; Germania: -5,8%; Austria: -6,8%; Italia: -9,1%. Con l’appiattimento della curva dei contagi, l’anno prossimo sarà possibile recuperare una buona parte del valore aggiunto perso rispetto al 2019. Ecco i tassi di crescita stimati per il 2021: area euro: +5,6%; Germania: +4,6%; Austria: +4,6%; Italia: +6,4%.
Il parametro principale sono le aspettative dei lavoratori dipendenti riguardo allo sviluppo economico futuro in Alto Adige. Questo indicatore, partendo da un livello basso, migliora per la seconda volta consecutiva. Inoltre, i lavoratori dipendenti intervistati né si aspettano un rapido aumento dei disoccupati, né percepiscono come a rischio il proprio posto di lavoro o intravedono particolari problemi nel trovarne uno equivalente. Il ritorno di focolai infettivi potrebbe comunque incidere negativamente sulla fiducia delle lavoratrici e dei lavoratori e compromettere la ripresa economica.
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A sorpresa migliorano le stime dei lavoratori dipendenti riguardo la possibilità di arrivare a fine mese con il proprio stipendio. E questo proprio in tempi di Covid-19. Perini commenta: “Al momento le possibilità di consumo e di svolgere attività ricreative sono ridotte. Si risparmia di più.” Bisogna però fare attenzione – avverte allo stesso tempo l’IPL – considerando la società nel suo insieme, la situazione attuale non è in alcun modo migliore rispetto a prima della pandemia. “Nella nostra indagine vengono intervistate solo persone che hanno un rapporto di lavoro dipendente in essere. Essa non include quindi chi, allo scadere del contratto di lavoro, non è più stato assunto o chi si apprestava ad entrare nel mercato del lavoro.”
L’economia altoatesina si dimostra resistente
I fondamentali ad oggi disponibili forniscono già un quadro di buona parte dell’anno in corso – e dunque degli effetti della crisi da Covid-19. Gli ammortizzatori statali e provinciali sostengono notevolmente la situazione del mercato del lavoro. Catastrofico l’andamento del settore ricettivo (-31,6% di pernottamenti nel periodo da gennaio ad agosto), negativo quello del commercio estero (esportazioni: -8,4%; importazioni: -15,5%). Il mercato del credito si mostra solido. L’inflazione rimane contenuta. Chi più risente della crisi sono i lavoratori a tempo determinato, chi ha una forma di lavoro precario, i percettori di bassi redditi e i lavoratori part-time. “Corriamo il rischio concreto di dirigerci verso una segmentazione del mercato del lavoro”, afferma Perini. “Tuttavia, l’economia altoatesina ha dimostrato la sua capacità di ripresa non appena sono diminuiti i contagi. A un primo trimestre normale ne sono seguiti un secondo orrendo ed un terzo buono; ora ci attende un quarto trimestre difficile.”
Andamento PIL Alto Adige: 2020 -6,5%; 2021 +5,6%
Per il 2020 l’IPL prevede per l’Alto Adige un crollo del PIL dell’ordine di grandezza del -6,5%. La previsione dell’IPL è più ottimistica di quelle dell’ASTAT o dell’IRE. Per l’Alto Adige nel 2020 sono presenti sia fattori di sostegno che di rallentamento della congiuntura. La previsione dell’IPL presuppone che nei prossimi mesi non si giungerà ad un lockdown generalizzato, bensì al massimo a singoli interventi per il contenimento di focolai. Su base annuale, la diminuzione dei pernottamenti sarà contenuta al -33%. Il divieto di licenziamento e la cassa integrazione garantiscono che fino alla fine del 2020 il mercato del lavoro non subirà alcun crollo. Si prevede che il quarto trimestre sarà debole, ma non catastrofico come il secondo. Secondo una stima prudente, nel 2021 l’economia altoatesina sarà in grado di recuperare l’80% del valore aggiunto perso rispetto al 2019. Ciò porta alla previsione di un tasso di crescita del +5,6% per il 2021.