Le api trovano casa sul tetto del palazzo della Provincia

Da qualche giorno le api ronzano tra i fiori e i ciuffi erbosi sul tetto verde del Palazzo provinciale 11, che ospita la sede della Ripartizione natura, paesaggio e sviluppo del territorio. Sulla copertura dell’edificio, sono stati, infatti posizionati due apiari, riprendendo iniziative analoghe attivate in vari paesi. “Sfruttiamo la fortuna di disporre di un tetto verde per rendere ancora più stretto il rapporto fra l’uomo e la natura e per sensibilizzare più persone in questa direzione” afferma l’assessora provinciale Maria Hochgruber Kuenzer, la quale fa presente che “questa rappresenta un’azione dal forte valore simbolico: il palazzo provinciale può essere paragonato è ad un alveare dove tutti collaborano per il bene comune, e fornisce un segnale che tutti possono dare un contributo alla biodiversità in ogni luogo”.

In Alto Adige quasi 3.500 apicoltori

In Alto Adige operano 3.441 apicoltori e apicoltrici che svolgono questa attività con passione e dedizione. Negli ultimi 10 anni si registra un incremento del numero di apicoltori del 5% ogni anno. Come ricorda l’assessora, la Commissione europea ha stimato che le api, con la loro attività di impollinazione, forniscono servizi ecosistemici pari a 22 miliardi di euro in Europa. Su intervento dell’assessora Hochgruber Kuenzer la Giunta provinciale ha, tra il resto, approvato le direttive per la realizzazione di apiari e apiari didattici secondo le indicazioni della legge territorio e paesaggio (vedi il comunicato della Giunta provinciale in materia di apiari).

 

Due apiari sul tetto verde

“Due alveari sul tetto di un palazzo urbano dimostrano che spazi per la natura possono essere trovati anche in luoghi inusuali” fa presente Virna Bussadori, direttrice della Ripartiziona natura, paesaggio e sviluppo del territorio, che si è attivata per la manutenzione del tetto verde. “Soprattutto durante la pandemia – spiega – questo tetto verde è diventato un grande valore aggiunto per i dipendenti della Ripartizione, uno spazio di rigenerazione personale, oltre che un’importante soluzione tecnico-architettonica della bioedilizia”. Con la collaborazione di Giulia Ligazzolo dell’Ufficio Rilevamento, pianificazione, monitoraggio e vicepresidente Commissione provinciale territorio e paesaggio, apicoltrice, Virna Bussadori ha sviluppato l’idea di posizionare sul tetto degli apiari. “La celebre frase da molti attribuita ad Albert Einstein “se le api scomparissero dalla Terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita” non lascia spazio ad equivoci sull’importanza di rispettare le api e la biodiversità,” afferma Bussadori sottolineando che per farlo è necessario sperimentare anche strade nuove, che vadano oltre gli schemi consolidati. “Un alveare sul tetto in città? Abbiamo dimostrato che si può fare. Mi auguro davvero che anche altri palazzi seguano il nostro esempio”, conclude Bussadori.

Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. Inoltre, in natura svolgono un ruolo vitale come servizio di regolazione dell’ecosistema. Le api sono anche termometro dello stato di salubrità dei nuclei urbani, perché sono un indicatore dell’inquinamento ambientale.

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