Museion: ecco «Mirror Language», la prima in Italia di Jimmy Robert
Museion presenta “Mirror Language”, la prima retrospettiva in Europa e prima personale in Italia dell’artista Jimmy Robert (Guadalupa, Francia, 1975, vive e lavora a Berlino). L’esposizione è parte di un progetto di collaborazione internazionale con Nottingham Contemporary, UK e CRAC Occitanie di Sète, Francia. La mostra a Museion offre una panoramica su 40 lavori – tra opere su carta, installazioni, fotografia, video, film, e libri d’artista- dagli ultimi 20 anni della produzione di Robert. “Mirror Language” mette in evidenza la pratica artistica di Robert, che si colloca saldamente all’intersezione interdisciplinare tra letteratura, poesia e arte visiva. La mostra è ospitata nell’ampio spazio del quarto piano di Museion, per cui Robert ha sviluppato un progetto site specific. Le opere sono disposte intorno a grandi fogli di carta appesi al soffitto, che creano divisioni e ripartizioni intenzionali. Queste strutture sono un elemento distintivo dell’allestimento e del concetto di design totale, sviluppato dall’artista appositamente per lo spazio di Museion.
Nel suo lavoro, Robert si ispira a figure chiave dell’arte contemporanea, come la coreografa Yvonne Rainer e l’artista concettuale Stanley Brouwn ed estende le discipline classiche del linguaggio alla performance. La sua opera di apre così a nuove prospettive politicizzate sulla vulnerabilità, l’identità e il genere. Utilizzando materiali umili come carta e nastro adesivo, il lavoro di Robert si concentra su quelle voci che, nella storia, sono state rese mute. La sua arte dimostra che, ciò nonostante, queste voci non sono mai veramente silenziose. Infatti, esse lasciano tracce durature, che si trasmettono attraverso piccoli gesti e atti intimi di cura, rispecchiamento e materializzazione.
Queste tracce e tenui eredità sono incorporate nelle opere scelte per “Mirror Language”: i lavori su carta spesso iniziano con un ritratto – preso da libri di storia dell’arte, fotografie storiche, album di famiglia o riviste – a cui Robert aggiunge un pezzo di carta pieghevole o un nastro che dà al collage un elemento scultoreo. Trattando queste immagini come soggetti viventi, Robert occlude le loro facoltà sensoriali – occhi, naso e bocca sono spesso coperti o strappati, rendendo il soggetto cieco o muto. Attraverso ulteriori interventi di stratificazione, il collage viene scansionato, migliorato e ristampato e può diventare una scultura autonoma o un oggetto di scena in una performance.
Altre opere, tra cui i suoi primi film e video in Super-8, implicano il corpo come veicolo di linguaggio, ponendolo come luogo di interferenza e resistenza. Sensualità e concettualismo si fondono in questi lavori, in cui gli slittamenti tra immagine e linguaggio, oggetto e immagine, materialità e rappresentazione sono costantemente attuati. “Mirror Language” aggiunge un altro strato a questi processi di riproduzione accelerata. Alcune opere sono stampate direttamente sui grandi fogli di carta che pendono dal soffitto, facendo eco alla loro stessa originalità. Il libro è un altro formato che Jimmy Robert indaga e che diventa un terreno di esperienze condivise. Un approccio e un atteggiamento che sono vicini alla collezione di libri d’artista conservata a Museion e nella collezione ANS, recentemente donata al museo. Una selezione di questi sarà esposta in mostra, in una vetrina concepita dall’artista. Nei libri creati da artiste come Mirella Bentivoglio e Gina Pane e artisti come David Hammons e Luciano Caruso emerge come il libro sia considerato un oggetto scultoreo o un supporto in cui la relazione tra testo e immagine avviene attraverso il collage, la semplice giustapposizione, l’impaginazione o l’atto di sfogliare le pagine.