Stop alle cene aziendali natalizie e Green pass: i fatturati della ristorazione crollano del 25%
Green pass e paura. Sono questi due fattori, concatenati, a determinare un periodo difficile per bar e ristoranti a Bolzano. Il -25% di calo del fatturato pare essere la (triste) base di partenza ma si arriva anche a punte di -30 o addirittura -40% rispetto alla norma di questo periodo pre 2019 (l’anno scorso non può fare testo con le chiusure). Colpo di spugna sulle cene aziendali natalizie, niente pranzoni o cenoni di famiglia e persino il calcio non tira più come una volta. I pubblici esercizi, insomma, sono aperti ma faticano. Anche a Bolzano, quindi, i gestori confermano il dato nazionale diffuso dalla Federazione dei Pubblici Esercizi che attesta un -25% degli incassi rispetto al 2019 nel settore in Italia.
“Il calo è sensibile, forse anche più del 25% – conferma Luca Bonato, titolare del bar Romagnolo in piazza Matteotti e referente di categoria per Confesercenti Alto Adige – per una serie di cause concomitanti. Da noi non si vedono più le compagnie con il bar come punto di ritrovo. Alcuni non hanno il green pass rinforzato e altri si sono abituati a stare a casa. Nemmeno le partite di cartello di calcio sono più capaci di attirare i tifosi in gruppo. Non dimentichiamoci che c’è anche tanta paura: i posti potenzialmente affollati inquietano e c’è diffidenza”.
Capitolo a parte merita la spirale negativa delle cene aziendali natalizie che, da sempre, trainano il dicembre dei ristoranti. “Sparite tutte – conferma Serena Stefanelli dello Zenzero in via Museo – e questo comporta da solo una contrazione evidente del fatturato rispetto al passato”. “Riceviamo disdette anche per 70 coperti e sono botte che si assorbono con fatica” spalanca le braccia Davide Baio, titolare del Cibus in via Marie Curie. “Anche senza arrivare a numeri così grandi di partecipanti parliamo sempre di pranzi o cene con minimo 10-20 commensali”.
“Per lavorare – contestualizza la presidente di categoria per Confesercenti Alto Adige Elke Moeltner – è sufficiente il green pass normale mentre per cenare all’interno dei ristoranti ci vuole quello rafforzato. Già questo introduce una difficoltà non da poco per chi deve organizzare le cene aziendali. Diventa molto complicato. Si trattava di momenti di gioia e coesione da passare insieme ma le aziende preferiscono evitare eventuali divisioni interne. Il fatturato, come confermano gli esercenti, è in calo ma è sicuramente meglio rispetto alle chiusure di un anno fa. Riscontriamo, tuttavia, come l’atmosfera non sia molto natalizia e questo dispiace”.
“La media è di 2 o 3 persone alla sera – la stima allarmante di Pino Greco de Il Portichetto in via Sassari – mentre a pranzo sono solo operai. Contiamo giusto un paio di tavolate prima di Natale e basta. Gli altri anni a questo punto non accettavo più prenotazioni mentre questo inverno abbiamo avuto davvero tante disdette”. “Disdettano anche le associazioni sportive – interviene Elio Simoni della pizzeria Tortuga in piazzetta Mazzoni – e la quota di No Vax incide anche in questo. Quando ce ne sono diversi si preferisce evitare queste situazioni. Non è l’unica ragione ma sicuramente una delle principali”. I dati delle presenze turistiche legate al Mercatino, infine, non regalano particolari consolazioni. “Le persone che girano in Centro storico sono pochissime – la constatazione di Ivan Waldner della Casa al Torchio in via Museo – ed è rarissimo ricevere prenotazioni per tavoli con più di 4-5 persone. È un momento oggettivamente difficile”.