"Le ossa parlano": Rocco Schiavone risponde (anche) a Paolo Sorrentino
“Le ossa parlano” è una favola nera su un caso di omicidio e pedofilia che porta Rocco Schiavone a esplorare sentieri nella foresta e strade di Ivrea “aiutato” da Capitan America. Altro è meglio non svelare, gli omicidi, le rotture di coglioni e le donne passano e cambiano, l’amicizia, vero tema centrale della serie, resta, nonostante il colpo di scena che aveva concluso il precedente “Vecchie conoscenze”.
Tutto continua a ruotare attorno a all’amicizia e Schiavone lo confessa esplicitamente a Italo: «Il guaio è che con gli amici c’è il problema di dover essere leali. L’amicizia è gratis, non costa niente, solo impegno e sincerità, e di quella roba tu (Italo) ne possiedi poca». «Tu invece?». «Io? Sono un uomo schifoso, ho fatto cose schifose e altre è probabile che ne farò, ma mai a un amico. O a una moglie, che poi è un amico con cui vai anche a letto».
Il resto è in perfetto stile Schiavone, trame e personaggi che si fanno amare anche perchè non hanno troppe pretese, ma tra le righe, si può trovare anche un aiutino rispetto alla comprensione del dialogo tra Fabietto Schisa, il protagonista di “E’ stata la mano di Dio” e il regista Antonio Capuano, quello che segue il “Non ti disunire Schisa, non ti disunire”, quando il secondo spiega al primo che i genitori non lo hanno lasciato solo, ma l’hanno abbandonato“.
Una sensazione che il protagonista della serie creata da Antonio Manzini conosce alla perfezione e che viene esplicitata chiaramente a pag. 37 di “Le ossa parlano”: “Rocco non aveva paura della morte nè della solitudine. L’abbandono, quello temeva da sempre”.
Antonio Manzini
Le ossa parlano
2022 Sellerio, La memoria n. 1221
416 pagine