QAES, tecnologie e soluzioni per una migliore qualità dell’aria in classe: i risultati di ricerca
Sistemi di ventilazione forzata per il ricambio di aria, dispositivi di monitoraggio, purificatori, nuovi infissi: mentre la pandemia sta mettendo di nuovo alla prova il sistema scolastico, aumentano gli istituti che ricorrono alla tecnologia per migliorare l’aria in classe, come soluzione di supporto ai vaccini e alle altre strategie di contenimento del virus (distanziamento, mascherine, ricambio d’aria e lavaggio mani). Ma quale differenza c’è fra le soluzioni offerte dal mercato? Come devono essere utilizzate e in quale contesto? Cosa è più efficiente per la salubrità dell’aria? Sono alcune delle domande cui hanno risposto oggi i ricercatori di Qaes – progetto del valore di oltre 1 milione di euro coordinato da IDM Alto Adige, l’organizzazione che si occupa di innovazione, sviluppo e marketing per l’Alto Adige – illustrando i risultati di una lunga serie di indagini in continuo, condotte dal 2019, nell’evento conclusivo dell’iniziativa europea al NOI Techpark di Bolzano.
Due dati di sintesi. Primo: la qualità dell’aria e dell’ambiente indoor in classe non ha a che fare solo con il rischio diffusione Coronavirus, ha un impatto diretto sulla salute degli studenti, sul mantenimento delle soglie di attenzione e apprendimento, nonché sul loro benessere psicologico. Secondo: nessuna soluzione da sola basta, ma occorre un approccio integrato e ogni tecnologia deve essere correttamente scelta, concepita, dimensionata, manutenuta e utilizzata in un processo che vede coinvolti progettisti, tecnici, personale scolastico e studenti.
Attraverso l’osservazione di 12 scuole dell’Alto Adige e del Ticino con alcune migliaia misurazioni condotte in due campagne – prima e dopo l’installazione di alcune soluzioni – il team di Qaes ha osservato che solo i cosiddetti sistemi attivi (che garantiscono una buona qualità dell’aria in maniera autonoma, senza un contributo degli utenti, come la ventilazione meccanica controllata o i serramenti con apertura automatizzata) o quelli di monitoraggio con notifica (a condizione che determinino un intervento manuale o automatico di ricambio dell’aria con un sistema di indicatori semaforici) sono efficaci per l’abbattimento della CO2 (parametro facile da rilevare e per questo da sempre associato alla qualità dell’aria, anche in termini di possibile presenza di sostanze nocive volatili o di virus e batteri). Nessun effetto evidente è stato invece riscontrato con i sistemi di purificazione, che trattano l’aria senza ricambiarla con l’esterno; i sistemi passivi, che migliorano l’aria senza bisogno di energia elettrica, ad esempio materiali tessili assorbenti e pitture fotocatalitiche; i sistemi di monitoraggio senza notifica, che controllano la qualità senza fornire indicazioni sulle azioni da intraprendere.
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Per i sistemi di monitoraggio con notifica, la principale criticità è rappresentata dal fatto che sul lungo periodo, man mano che ci si “abitua” alla presenza di un indicatore, questo tende a non essere più controllato e quindi si perde efficacia nel mancato uso. I sistemi di ventilazione attiva automatici se non sono correttamente dimensionati e/o progettati possono presentare problemi (rumorosità, riduzione dell’umidità dell’aria ecc.). Questo significa che l’efficacia dei sistemi attivi esiste se è correlata a una corretta gestione dell’edificio, che tenga anche conto del numero di studenti, delle loro abitudini, della capacità di interazione con gli strumenti disponibili.
Le tecnologie, dunque, vanno opportunamente impiegate. «In quest’ottica QAES ha messo a punto alcuni strumenti – spiega Carlo Battisti project manager di QAES – tra cui le linee guida per la progettazione, la prassi di riferimento UNI/PdR 122 “Monitoraggio della qualità dell’aria negli edifici scolastici – Strumenti, strategie di campionamento e interpretazione delle misure”, corredata da un protocollo di misurazione, una piattaforma di knowledge sharing per la raccolta dati delle misure di qualità dell’aria nelle scuole, un tool di progettazione IAQ per calcolare la portata di ventilazione di progetto in funzione dei carichi inquinanti di CO2 e di formaldeide, un tool di autodiagnosi IAQ che permette al gestore della scuola di valutare la probabile qualità dell’aria interna nella classe in funzione di alcuni parametri chiave».
Il Manifesto Qaes
Cosa è necessario sapere e fare per garantire una buona qualità dell’aria interna (IAQ):
- A una migliore IAQ corrisponde una maggiore capacità di apprendimento
- Il ricambio d’aria è la strategia più efficace e imprescindibile
- L’anidride carbonica (CO2) è l’indicatore principale
- Va definita a priori una strategia per la IAQ
- Misurare la IAQ è essenziale per migliorarla
- È fondamentale una corretta progettazione
- La buona IAQ deve diventare un prerequisito per la didattica
- Serve un programma di informazione e formazione per le scuole sulla IAQ
- È necessaria una manutenzione regolare per la IAQ
- Servono opportuni investimenti