Una fabbrica mobile per i grandi progetti infrastrutturali: il nuovo progetto unibz
Sembra quasi fantascienza: un edificio industriale basato su singoli moduli che può essere facilmente montato e smontato per poter seguire la posizione del cantiere. Una rappresentazione digitale dei processi di produzione e del cantiere stesso per garantire la fornitura del materiale e, allo stesso tempo, il monitoraggio di indicatori di sostenibilità come le emissioni di CO2. Tale cantiere 4.0 non è un sogno ma un progetto che sarà presto tangibile e che andrà incontro al battesimo del fuoco tra tre anni, a Collombey-Muraz, in Svizzera. Con il titolo “Smart Mobile Factory for Infrastructure Projects (SMF4INFRA)”, un’équipe di ricerca del Politecnico federale di Zurigo (ETH-Zurich) e della Libera Università di Bolzano sta lavorando insieme a due partner esterni a un prototipo di fabbrica intelligente e mobile per l’approvvigionamento sostenibile dei materiali che potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono costruiti i grandi progetti infrastrutturali.
“I grandi progetti per la costruzione di strade, ferrovie e tunnel sono spesso caratterizzati da sforamenti di budget e ritardi. Inoltre, di solito, viene utilizzata una strategia di produzione centralizzata con bassi livelli di digitalizzazione. Ciò comporta, tra l’altro, il trasporto dei materiali sulla strada, con conseguenze come la congestione e l’inquinamento ambientale”, afferma il ricercatore Patrick Dallasega che dirige il team di ricerca di unibz (che comprende anche Erwin Rauch e Andrea Revolti). Nel corso del progetto SMF4INFRA, approcci di ricerca innovativi nell’area della digitalizzazione (come il Building Information Modeling o il Digital Twin), così come l’industrializzazione (come il distributed manufacturing) saranno combinati per realizzare una fabbrica intelligente e mobile.
Il prototipo di fabbrica intelligente e mobile sarà validato praticamente insieme ai partner esterni TU Eindhoven e l’istituto di ricerca svizzero EuroTube Foundation durante la costruzione di un circuito di prova (test track) per il trasporto sottovuoto ad alta velocità nel Basso Vallese. Il prototipo del cantiere mobile deve essere adattato alle esigenze del partner industriale nel progetto di ricerca. “Ciò significa che, in questo caso, i segmenti di tubo devono essere prefabbricati in cemento”, spiega Dallasega. E sempre il più vicino possibile al cantiere; man mano che avanza, lo fa anche la fabbrica.
Il progetto di ricerca è il frutto del partenariato di ricerca con il Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS) siglato dalla Provincia Autonoma di Bolzano nel 2020. Nell’incontro iniziale della scorsa settimana, sono stati discusse le prossime attività specifiche del progetto. “Ciò che è particolarmente interessante in questo progetto è l’interdisciplinarità del nostro team, dove le competenze in ingegneria civile, ingegneria industriale e Industria 4.0 o l’analisi del ciclo di vita si incontrano con il know-how dei partner esterni”, conclude il ricercatore Patrick Dallasega.