C'è la tecnologia di Microgate dietro la foto del primo buco nero sulla Via Lattea
C’è un cuore tecnologico tutto italiano nel sistema di controllo delle antenne europee di Alma, Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, il più potente radiotelescopio del mondo situato in Cile al centro del complesso di otto osservatori radio di tutto il mondo che hanno formato un unico telescopio virtuale chiamato EHT e che ha fotografato il primo buco nero sulla Via Lattea. Delle 66 antenne complessive di Alma, infatti, 25 sono state realizzate in Europa, e a sviluppare il cuore del loro sistema di controllo e precisione è stata Microgate, innovativa azienda bolzanina, che ha dato così il suo contributo tecnologico al raggiungimento di un traguardo storico per la scienza.
Il sistema di controllo ideato da Microgate per le 25 antenne montate nel 2011 sul radiotelescopio è stato fondamentale per permettere agli astronomi di sincronizzare le onde radio in entrata necessarie per elaborare un’immagine nitida del buco nero. L’azienda ha lavorato su tutti i componenti di controllo e sulla metrologia necessaria per garantire un’estrema precisione di puntamento delle antenne, le cui strutture sono state invece costruite dal Consorzio AEM (costituito da EIE, Thales Alenia Space e la tedesca MT Mechatronics). «Siamo orgogliosi di aver potuto partecipare ad un progetto di tale portata storica e scientifica e di aver messo il nostro know-how tecnologico a disposizione del settore astronomico», commenta Roberto Biasi, founder di Microgate insieme al fratello Vinicio. «Si tratta di un contributo tecnico minimo nel complesso di questa specifica operazione, il merito della quale va prima di tutto agli scienziati che l’hanno condotta: testimonia però il nostro impegno a sviluppare, in collaborazione con le più importanti agenzie internazionali, sistemi di controllo che rendano l’osservazione sempre più precisa e affidabile».
I PROGETTI DI MICROGATE NEL SETTORE
Quello di EHT, infatti, non è l’unico progetto che vede Microgate coinvolta in campo astronomico e spaziale. Nel settore l’azienda ha una solida e riconosciuta attività grazie alle collaborazioni strutturali con INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, e con ADS International con la quale ha fondato il consozio AdOptica. Recentemente, dopo aver sviluppato nel 2016 il sistema di controllo adattivo dello specchio secondariodel VLT, il Very Large Telescope (1170 attuatori per uno specchio largo 1,12 metri situato a Paranal in Cile), Microgate è ora coinvolta nella realizzazione dell’ottica adattiva di altri due maxi-telescopi, entrambi in Cile: E-ELT, Extremely Large Telescope, con uno specchio primario di 39 metri e GMT, Giant Magellan Telescope, 25 metri di diametro con lo specchio secondario composto da 7 specchi di 1,06 metri che monteranno i sistemi prodotti in Alto Adige. Alle Hawaii poi, nello specifico sulla cima del Mauna Kea, a 4145 metri sul livello del mare, Microgate è impegnata nel telescopio giapponese Subaru e negli impianti gemelli del Keck. Anche in questi casi, Microgate si occupa del sistema elettronico di controllo dell’ottica adattiva, sistema che consente di correggere in tempo reale le aberrazioni delle immagini create dalla turbolenza dell’atmosfera, raggiungendo così un’elevata qualità delle immagini.
I sistemi di controllo dell’ottica adattiva sviluppati da Microgate verranno anche utilizzati per le comunicazioni terra-spazio, nell’ambito del progetto “ALASCA” finanziato dall’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. Ma Microgate opera nel campo delle comunicazioni ottiche anche attraverso il suo spinoff MPD, Micro Photon Devices, che sviluppa e produce sensori di singoli fotoni, componenti fondamentali per la crittografazione quantistica nelle comunicazioni ottiche.