Dai bacini di Alto Adige e Trentino acqua in più per le campagne del Veneto
Ventisei metri cubi in più al secondo per dissetare le campagne venete arse dalla siccità. È questo il contributo idrico che Alto Adige e Trentino mettono a disposizione per far fronte all’emergenza climatica nel Nord Italia rilasciando una maggior quantità di acqua dai bacini idroelettrici. La misura coinvolge i maggiori operatori dell’energia: Alperia, Dolomiti Energia e SF Energy garantiranno complessivamente 26 m³/sec in più di portata, la metà dei quali sarà fornita dall’Alto Adige. La misura coinvolge le centrali S. Floriano (SF-Energy, opera insieme al Trentino) ad Egna con 12 m³/sek, Lappago/Brunico (Alperia) e St. Giustina/Mezzocorona (Dolomiti Energia) ciascuna con 7 m³/sec. Questo per garantire che il flusso dell’Adige nella zona della foce a Boara Pisani sia garantito a 80 m³/sec e quindi la penetrazione dell’acqua salata dal mare e la conseguente salinizzazione delle falde acquifere nella zona della foce dell’Adige possano essere evitate.
La misura, concordata con la Provincia, implica la modifica dei programmi di produzione delle diverse centrali in modo tale da garantire portate costantemente più elevate anche nel fine settimana. Mentre in pianura il grado di allerta idrico è «alto», nel bacino idrografico dell’Adige e quindi anche in Alto Adige si mantiene il livello di allerta medio in vigore da fine aprile. Su queste basi, il 21 aprile il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, aveva firmato la propria ordinanza d’urgenza come importante misura preventiva, che invitava con urgenza tutti gli utilizzatori dell’acqua, in particolare l’agricoltura e coloro che irrigano giardini e parchi, a utilizzare la risorsa acqua in modo sostenibile e di limitare i consumi al minimo indispensabile. Grazie allo scioglimento delle ultime nevi e ad alcuni temporali che si sono verificati con cadenza settimanale regolare, la portata d’acqua dell’Adige a Trento non è scesa al di sotto del valore inferiore di riferimento di 140 m³/s.