La strage di Bologna e quei nove che non arrivarono mai in Alto Adige

Sono passati quarantadue anni dal quel 2 agosto in cui una bomba collocata nella sala d’attesa della stazione centrale di Bologna causò la morte di 85 persone e il ferimento di 200.
Erano le 10.25 del primo sabato di agosto e la stazione era affollatissima, molte di quelle 85 persone si accingevano a partire per le vacanze, nove avrebbero dovuto terminare il loro viaggio in Alto Adige: Argeo Bonora di 42 anni, nato a Galliera, in provincia di Bologna, lavorava a Salorno e stava rientrando dalle ferie, Lina Ferretti in Mannocci, 53 anni, era diretta a Brunico, Maria Idria Avati Gurgo, 80 anni, stava per raggiungere Bolzano per una vacanza in Alto Adige, Berta Ebner Schneider, 50 anni di San Leonardo in Passiria, stava rientrando a casa, Manuela Gallon, 11 anni, era diretta in colonia a Dobbiaco e si trovava in stazione insieme alla madre Natalia, anch’essa deceduta. Francesco Diomede Fresa di 14 anni e i genitori Errica Frigerio e Vito erano diretti a Santa Cristina in Val Gardena, della famiglia si salvò solo Alessandra, studentessa universitaria.

A loro e a tutte le vittime della strage è dedicato il progetto “A destino” che vede coinvolti 85 volontari, anche bambini, che partiranno da piazza delle Medaglie d’Oro di Bologna per portare a termine i viaggi mai conclusi dalle vittime della bomba. Un progetto realizzato dal Teatro dell’Argine e “BAM! Strategie culturali”, con il patrocinio e il supporto dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.
I volontari hanno preso parte a dei laboratori preparatori e viaggeranno con una valigia bianca contenente testi, lettere o biografie delle vittime, ma anche oggetti scelti personalmente. Quando arriveranno a destinazione consegneranno la valigia a un passante, perché la memoria possa continuare a viaggiare.
Un progetto nato dall’idea di Sara Berardi, studentessa universitaria che ha pensato che, a 42 anni dalla strage, per tenere viva la memoria fosse giunto il momento di rimettersi in movimento, far ripartire quel treno e portare simbolicamente a termine quei viaggi tragicamente interrotto il 2 agosto 1980.

M.B.

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