Bolzano, un quartiere della sostenibilità nella zona produttiva: la proposta di CNA
Lavoratori provenienti da fuori provincia che rinunciano al posto perché non trovano un alloggio ad un costo sostenibile, studenti (ovvero i lavoratori del domani) costretti a pagare anche fino a 650 euro per una camera singola. Storie di cronaca bolzanina quotidiana che si traducono nell’impossibilità per le aziende di fondovalle di reperire la manodopera mancante. Sul fronte urbanistico la città di Bolzano è ferma da troppo tempo e CNA-SHV chiede che si riapra il dibattito.
“Il capoluogo altoatesino – afferma il presidente regionale Claudio Corrarati – ha bisogno di nuovi spazi e, vista l’attuale configurazione della città, pensiamo che lo sbocco possibile sia verso le zone produttive”. A questo proposito CNA-SHV ritiene che non sia più rinviabile il censimento degli edifici sfitti e delle aree dismesse. Censimento previsto, tra l’altro, dal Programma di Sviluppo Comunale del Territorio e del Paesaggio. “Preservando le aree ad oggi destinate alle grandi industrie e che tali devono rimanere – prosegue Corrarati – pensiamo che ad oggi la zona che più facilmente potrebbe essere destinata alla realizzazione di un nuovo quartiere sarebbe quella che da via Siemens, dove sono già ubicate delle scuole, si snoda verso ponte Palermo fino a Ponte Roma”.
I servizi già esistenti, dalla ciclabile al centro commerciale passando per il ponte che collega quest’area con i quartieri popolati di Don Bosco e Europa Novacella, rendono quest’area adatta a trasformarsi nel nuovo quartiere della sostenibilità di Bolzano. “Dove sostenibilità – spiega Corrarati – significa facilmente raggiungibile e accessibile per quanto riguarda i costi degli affitti e degli acquisti. È arrivato il momento del coraggio – conclude il presidente di CNA Trentino Alto Adige –. Chiediamo quindi come CNA-SHV di istituire il tavolo di sviluppo del città capoluogo. Un tavolo dove, partendo dalla proposta di istituire Bolzano città metropolitana, si ridisegni il capoluogo, rianalizzando parte della zona produttiva e individuando quali aree possano essere trasformate in zone miste dedicate a residenziale, servizi e commerciale, e quali invece preservare nella loro attuale destinazione prettamente produttiva e industriale”.