La vergogna di non vivere la vita che si vorrebbe. “Edificio 3” raccontato da Claudio Tolcachir
“Edificio 3 – Storia di un intento assurdo” che andrà in scena da giovedì 10 a domenica 13 novembre al Comunale di Bolzano è innanzitutto un’opera di Claudio Tolcachir. Drammaturgo, regista e attore argentino, è un autore in grado di raccontare la nostra contemporaneità come pochissimi altri. “Tercer cuerpo” (Edificio 3 in italiano) è andato in scena per la prima volta a Buenos Aires nel 2008 e arriva in Italia sull’onda di un grande successo internazionale. Nessuno quindi, può presentarcelo meglio di lui stesso: “Edificio 3 – premette Tolcachir – è una storia di personaggi “urbani” che vivono un momento della vita in cui si trovano davanti un futuro molto incerto. Non sono stati colpiti da particolari tragedie, è una questione esistenziale, hanno la necessità di trovare un senso affettivo alla loro vita. Hanno un percorso da completare, o almeno scoprire e l’ ufficio dove vanno tutti i giorni a lavorare e un po’ lo specchio della loro esistenza, piena di routine e cose da fare. A contrastare tutto questo c’è una giovane coppia che vive l’inizio del loro amore…”.
Qual è il segreto dello straordinario successo di “Edificio 3”?
Posso dire cosa piace a me: l’umanità che i personaggi sul palcoscenico permettono di investigare, il loro pudore, la loro vergogna, le loro difficoltà. Devo dire che la versione italiana ha dato un enorme profondità a questi personaggi.
Sono personaggi in cui è facile riconoscersi?
E’ come se stessero nuotando al largo, con molta acqua davanti e molta dietro e per questo si sentono persi. Hanno bisogno di una mano perché non hanno una direzione precisa e soprattutto manca loro un punto di riferimento a cui attaccarsi, un primo passo da cui ripartire. Come naufraghi alla ricerca di un’isola. Ma sia chiaro, non sono rassegnati, sono persi, sperano che la vita si trasformi in qualcosa d’altro, che diventi più interessante, viva e necessaria. La loro solitudine non è causata da qualcosa di specifico, da fatti tragici, ma è figlia della vergogna di non essere quello che vorrebbero essere e questo li spinge a nascondersi. Vivono una solitudine che è come un eco che influenza il loro umore.
Che tipo di teatro predilige?
Credo che quando uno fa teatro nelle varie forme possibili, vada alla ricerca dell’alchimia che renda la propria opera magica. Sappiamo che è tutto falso eppure, tutto si trasforma in verità. Quello che mi commuove e affascina è soprattutto l’indagine dell’anima umana. Chiedermi perché gli uomini e le donne fanno quello che fanno, e come. Ovviamente è interessante indagare anche il linguaggio teatrale e come riuscire a far sì che quel che va in scena non si trasformi in una lezione, in un flusso di opinioni. Non c’è un intento manipolatorio verso la testa e il cuore degli spettatori è qualcosa di diverso. Credo occorra trovare la forma più utile trasparente e armoniosa di penetrare nella testa, nel corpo e nel cuore del pubblico perché il sogno di chi fa teatro è che lo spettatore esca da teatro cambiato, nel pensiero, nell’esperienza, nelle emozioni.
Come ci si riesce?
Serve tutto, ritmo, carattere dei personaggi, musicalità testo, comunicazione tra gli attori etc. E’ una costruzione davvero complessa che quando funziona sembra molto facile , ma come davvero ci si riesca resta un mistero.
E’ stato difficile tradurre “Edificio 3” in italiano? Come ci si approccia a un lavoro di questo tipo?
La traduzione in italiano è stata molto interessante e ne ho un ricordo meraviglioso. Amo ognuno degli attori italiani e sono orgoglioso del risultato perché era un equilibrio difficile da trovare. In Edificio 3 non è importante comprendere se quello che si vede avviene in Argentina a o in Italia, non è importante in quale paese avvenga. E’ stata, di conseguenza, una traduzione molto naturale. E’ stato davvero molto piacevole lavorare con l’equipe italiana e sono molto orgoglioso del lavoro realizzato e molto contento di averlo fatto. Sono davvero felicissimo che lo spettacolo stia girando molte città italiane e che gli italiani possano godersi lo spettacolo”.
Massimiliano Boschi
https://www.youtube.com/watch?v=eFVugn-k8Oc&ab_channel=PiccoloTeatrodiMilano
EDIFICIO 3 STORIA DI UN INTENTO ASSURDO
Da giovedì 10 novembre a domenica 13 novembre (giovedì e sabato ore 20.30, venerdì ore 19 e domenica ore 16) al Teatro Comunale di Bolzano all’interno della stagione principale organizzata dal Teatro Stabile.
Scritto e diretto da Claudio Tolcachir
Traduzione Rosaria Ruffini
con (in ordine alfabetico): Rosario Lisma, Stella Piccioni, Valentina Picello, Giorgia Senesi, Emanuele Turetta
Produzione: Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Carnezzeria srls e Timbre4
in collaborazione con Aldo Miguel Grompone
Immagine di apertura: ©Foto di Masiar Pasquali