"La fattoria dei cuccioli ribelli", il primo libro scritto dalle intelligenze artificiali è "made in Bolzano"
“La fattoria dei cuccioli ribelli” è il libro scritto da Stefania Gander – imprenditrice e politica bolzanina – in collaborazione con due intelligenze artificiali: ChatGPT e Midjourney. Questo team stravagante prende il nome di Etienette Estran. “Etienette significa Stefania in francese un po’ arcaico – spiega la Gander – mentre Estran è il cognome di mia madre. Non ho voluto mettere un nome solo, proprio ad indicare il fatto che l’intelligenza artificiale non ha scritto un libro per i fatti suoi, ma ha collaborato con me, seguito i miei input e le mie indicazioni; si tratta in tutto e per tutto di un’autrice.”
Nel libro vengono descritte le avventure di sei cuccioli – un gattino, un pulcino d’oca, una pecorella, un asinello, un cane e un maialino – che lottano per realizzare i loro sogni, nonostante i pregiudizi degli adulti della fattoria. Con determinazione e solidarietà, i cuccioli imparano poco alla volta a credere in sè stessi e a non arrendersi di fronte alle difficoltà mentre gli adulti, dal canto loro, capiscono l’importanza di assecondare i desideri e i sogni dei piccoli e lavorare insieme per il bene comune. Insomma, una storia che incoraggia l’autonomia e la determinazione, e che apre le porte ad un futuro dove umani e intelligenze artificiali possono collaborare per il progresso. “L’idea – spiega la Gander – è nata poco dopo l’uscita di ChatGPT nel mese di novembre. Come prima cosa c’è stata una fase conoscitiva tra me e questa intelligenza artificiale, in cui ho cercato di capire come pensava e ragionava, e soltanto in seguito ho cominciato a scrivere il libro. Le ho fornito i personaggi e le ho chiesto di scrivere una storia non violenta su di essi; da lì lei ha sviluppato una prima stesura che abbiamo riletto e corretto insieme. Insomma, ho svolto il lavoro da editrice, le ho indicato cosa enfatizzare e cosa rimuovere, come articolare i dialoghi e i contenuti nel corso della vicenda. Lei ogni volta riscriveva, ed infine il mio obiettivo – ovvero che la storia fosse scritta interamente dall’IA – è stato raggiunto. La cosa più interessante è stata proprio questa: vedere come a mano a mano che si chatta, anche ChatGPT impara a conoscerti, e incomincia ad interpretare quelle che sono le tue parole in funzione di quello che hai scritto in precedenza.”
Una volta conclusa la stesura del racconto però, Stefania Gander decide di non fermarsi lì. Vuole capire e sfruttare a pieno il potenziale delle intelligenze artificiali e vedere se siano o meno in grado di creare anche delle illustrazioni, oltre che scrivere il testo. Sottopone quindi la narrazione ad un’altra IA – ChatGPT, infatti, non lavora con immagini e disegni – chiamata Midjourney capace di creare immagini da descrizioni testuali. In questo modo sono state create le illustrazioni del libro, sempre in seguito ad una serie di ritocchi che sono il frutto degli input forniti all’IA dalla Gander. “La cosa più spettacolare – continua lei – è che dopo tutto questo lavoro ho provato a sottoporre la narrazione a tre diversi siti in grado di riconoscere un testo generato dall’intelligenza artificiale. Il risultato? Nel primo caso: 99% umano e 1% macchina, negli altri due: 100% umano. A questo punto non so quanto fossero affidabili questi siti, ma sicuramente abbiamo fatto un ottimo lavoro. Persino i primi post della campagna pubblicitaria erano scritti interamente dall’IA.”
Insomma, ancora una volta ChatGPT ha fatto colpo e dato l’impressione di uno strumento perfetto. Ma è realmente così? “Ad essere sincera non l’ho trovata proprio intelligentissima – continua la Gander – nel senso che ha dei limiti evidenti: utilizza spesso le stesse parole per esprimere determinati concetti, tende ad essere ripetitiva e ad un certo punto è chiaro che ragioni per schemi piuttosto che secondo una visione creativa umana. Ma resta comunque uno strumento strabiliante, c’è poco da dire. E non dimentichiamo che si tratta della versione beta!”
L’idea di scrivere un libro per bambini nasce principalmente da tre esigenze: la prima è quella di testare le capacità dell’IA su un racconto non eccessivamente lungo, la seconda è quella di inserire delle illustrazioni mentre la terza – che incontra invece lo scopo del progetto – è quella di fungere da provocazione. Una provocazione a tutti coloro che non si aprono alla collaborazione umani-IA. “Anche perché, diciamocelo – chiarisce la Gander – sia per la trama che, soprattutto, nel caso delle illustrazioni, è evidente che l’intelligenza artificiale non sostituirà mai la creatività di una persona vera; non sostituirà mai un disegnatore che ha un suo tratto peculiare. Un Andrea Pazienza non sarà mai sostituito da uno strumento come Midjourney. Se mai arriverà un giorno in cui noi non saremo più in grado di distinguere un’emozione creata da un’intelligenza artificiale da quella suscitata da un artificio umano, dovremo interrogarci su che significato hanno l’emozione e l’arte. Insomma, è un dibattito trasversale a tutti gli ambiti, sicuramente.”
Il libro è acquistabile online su Amazon oppure alla libreria Ubik di Bolzano. Proprio qui, alle 18.00 di martedì 7 febbraio sarà presentato da Stefania Gander in dialogo con Gabriele Di Luca, per “una serata d’avanguardia”, dove saranno esplorate le possibilità creative dell’intelligenza artificiale a partire da questo libro per bambini.
Vittoria Battaiola
Immagine in apertura: la copertina del libro “La fattoria dei cuccioli ribelli”