Il peso delle parole nell'oscurità. Caravaggio va in scena a teatro
Elias Canetti lo ha messo nero su bianco, ma tutti sappiamo quanto sia vero: “Nell’oscurità le parole pesano il doppio”. Se poi l’oscurità è quella dipinta da Caravaggio, quella in cui i corpi umani vi risultano immersi fino a sprofondarvi, allora le parole assumono una forza smisurata.
Lo hanno compreso al meglio Francesco Niccolini, Luigi d’Elia, Stefano Randisi ed Enzo Vetrano, rispettivamente autore, interprete e registi di “Caravaggio, di chiaro e di oscuro” andato in scena in anteprima assoluta il 6 luglio proprio a Caravaggio, cittadina del bergamasco che ha dato il nome a Michelangelo Merisi.
Le prove si sono tenute al Teatro Cristallo di Bolzano nel mese di giugno e questo ci ha permesso di osservare da vicino la nascita di uno spettacolo che affronta l’arte e la personalità di Michelangelo Merisi fuori dalle abituali “cornici”. Questo non solo grazie all’approfondito lavoro di ricerca di Niccolini: “Ho studiato la figura di Caravaggio su diverse fonti per oltre un anno a partire dallo splendido lavoro di Roberto Longhi – precisa – e poi ho impiegato un altro anno per la scrittura. Sono anche stato fortunato, di recente sono usciti degli studi ponderosi su Michelangelo Merisi, uno in particolare mi ha permesso di inquadrarlo sotto una nuova prospettiva, soprattutto rispetto al suo rapporto con le donne. Ma al di là di questo, per come sprofonda verso la tragedia la parabola di Caravaggio è perfetta dal punto di vista teatrale. Per quel che mi riguarda, questo spettacolo è anche la summa di un lavoro sul Seicento durato quindici anni”.
L’attrazione verso Caravaggio ha immediatamente accomunato Niccolini e D’Elia, che hanno deciso di affidare la regia a Stefano Randisi e Enzo Vetrano che hanno mostrato da subito grande disponibilità: “Conosciamo entrambi da tempo e il progetto ci ha affascinato. Per le prime prove, abbiamo messo a disposizione il nostro spazio a Imola poi, grazie alla disponibilità del Teatro Cristallo, siamo venuti a Bolzano per metterlo in scena. La sfida che ci affascina maggiormente è quella di partire dalla narrazione biografica di Caravaggio per farla scomparire, per precipitare nel personaggio, lasciando nel sospetto che chi ci ha parlato di Caravaggio sia Caravaggio stesso”.
Sotto certi aspetti, per Vetrano e Randisi si tratta anche di un’avventura completamente nuova: “E’ la prima volta che dirigiamo uno spettacolo con una sola persona in scena e anche questa è una sfida. Ma, soprattutto, ci affascina il gioco costante tra il racconto di Caravaggio e il diventare Caravaggio. E’ vero, è un personaggio oscuro, ma con sprazzi di luce intensissima. Il testo di Niccolini possiede anche questa qualità, che il nostro percorso comune ha consolidato: la necessità di essere vero (anche quando il vero non è esattamente ciò che si racconta). La credibilità delle parole, della poesia, tradurranno la verità pittorica delle Madonne di Caravaggio. E perfetta è la capacità di D’Elia, in questa avventura, di raccontare una storia come se ne fosse l’invisibile testimone, senza farti accorgere che ti prende per mano e ti conduce lì, al centro dell’azione, come deve fare il vero teatro”.
Massimiliano Boschi
Le foto di questo articolo sono di Matteo Groppo
Dopo l’anteprima di Caravaggio del 6 luglio e altri appuntamenti estivi di messa a punto, il “Caravaggio, di chiaro e di oscuro” di Francesco Niccolini, interpretato da Luigi d’Elia con la regia di Stefano Randisi e Enzo Vetrano, debutterà in prima nazionale a Bari il 29 ottobre.
La produzione dello spettacolo è di Mesagne Capitale Cultura di Puglia – Umana Meraviglia, Compagnia INTI di Luigi D’Elia, Le Tre Corde – Compagnia Vetrano/Randisi e Teatri di Bari e vede il sostegno del Teatro Cristallo.
La residenza al Teatro Cristallo è stata realizzata nell’ambito di PASSO NORD, centro regionale residenze artistiche Trentino – Alto Adige/Südtirol sostenuto da MiBAC – Direzione Generale Spettacolo, Provincia Autonoma di Trento e Provincia Autonoma di Bolzano.