In giro per mostre a Ferragosto tra Museion, Merano Arte e il Museo Kreuzer Eccel
Proposte per un giro tra le mostre aperte a Ferragosto tra Bolzano e Merano: per amore dell’arte, per un diversivo o per cercare un momento di pace e riparo – dal sole o dalla pioggia visti i capricci di quest’agosto 2023.
Spiazzante, con brio: Muhammad Ali e scatole parlanti. “Me, We”: riprende il titolo di una poesia di Muhammad Ali la mostra personale dell’artista giapponese Shimabuku (*1969, Kobe, Giappone) al Museion di Bolzano (aperto a Ferragosto ore 10-18). Il celebre campione si trovava a parlare davanti ad un gruppo di studenti ad Harvard, quando una voce nella folla pare lo avesse invitato a recitare una poesia. Dopo una pausa di silenzio, alzando lo sguardo disse “Me, We” (Io, Noi), la poesia più breve mai scritta in lingua inglese. E, al contempo, l’appunto di un momento, il suggerimento verso domande più profonde su chi sono, chi siamo.
Interrogativi che nella mostra di Shimabuku al museo d’arte contemporanea di Bolzano si dipanano in un flusso di episodi, tra racconti di “momenti privati di stupore, come un’idea, un incontro desiderato o una poesia”. Tra immagini fotografiche, testi e video, con leggiadra ironia l’artista eleva le sue esperienze ad arte, come il racconto di un viaggio o una mostra improvvisata nel frigorifero di casa, l’osservazione delle stelle.
Shimabuku, Me, We, installation view, Museion 2023, courtesy of the artist. Foto C. Longo
Spesso porta il nostro sguardo verso similitudini e somiglianze tra le cose della quotidianità, come un caco e un pomodoro, un lime e un limone. Un gioco a cui, come visitatori, ci tocca stare e che è capace di creare momenti di divertito stupore, al più tardi davanti alla serie di scatoloni parlanti, che raccontano, tra l’altro :“(…) è molto divertente posso andare in molti posti, e vedere diversa gente, diverse cose mi vengono messe dentro, è chiaro che ci sono cose che non vorrei che mi mettessero dentro”. Tra i lavori creati per l’occasione si segnala la grande installazione scultorea creata con i materiali da costruzione ricavati dal Mauracherhof e dall’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon), esposta al quarto piano del museo.
Al secondo piano ci si imbatte invece nell’enorme distesa di terra, parte del progetto di Asad Raza, “Plot”, di cui abbiamo parlato con la curatrice, Leonie Radine. Al piano terra, la mostra “Poesie e no” rende invece omaggio a Lucia Marcucci, una delle maggiori esponenti italiane della Poesia Visiva, che quest’anno compie 90 anni. “Le opere di Marcucci parlano dell’Italia del secondo dopoguerra, caratterizzata dal boom economico, un riassetto sociale e politico, e, verso la fine degli anni Sessanta, anche da contestazioni studentesche e da movimenti femministi” si legge nella descrizione della mostra.
Consigliato: la visita al Piccolo Museion Cubo Garutti in via Sassari a Bolzano, in cui la mostra dell’artista continua con opere che “smontano” e giocano con il capolavoro botticelliano della Venere, creando, di rimbalzo, interessanti cortocircuiti in tempi di campagne “Open to meraviglia”. La mostra di Marcucci è completata dall’esposizione L’Offesa presso ar/ge kunst a Bolzano.
Lucia Marcucci, Poesi e no, Piccolo Museion-Cubo Garutti. Photo Credits Daniele Fiorentino.
Nel cuore di Bolzano, nella casa del collezionista. Il Museo Kreuzer Eccel in via Argentieri 10 a Bolzano è un piccolo gioiello, ancora poco conosciuto. La tipica “Laubenhaus” casa dei portici ed ex abitazione privata, raccoglie la collezione – con oltre 300 opere- avviata dall’imprenditore e mecenate Friedrich Eccel e da sua moglie Hilde Eccel Tapfer. Oltre alla collezione permanente, visitabile su appuntamento, il Museo ospita al pianoterra mostre temporanee. Attualmente la mostra proposta è “Grand Tour, un viaggio nella pittura di paesaggio”, un “viaggio immaginario in cui le opere d’arte di paesaggio della Collezione Eccel Kreuzer rappresentano luoghi ideali in cui soffermarsi. Si tratta di un invito a vivere i luoghi disegnati e dipinti, ad immergersi in spazi nuovi, ricchi di colori, forme e dimensioni straordinari” si legge nel testo di presentazione. Tra le tante chicche proposte degli ca 30 artisti e artiste in mostra, segnaliamo il piccolo dipinto “Le ile flottantes” di Karin Welponer dal sapore surrealista ed il superbo “Le Ombre serali” di Gotthard Bonell: anche solo per quest’opera varrebbe la visita. Il dipinto rappresenta la parete di una montagna, pervasa da una luce calda e crepuscolare che diventa tutt’uno con le concrezioni rocciose, mentre la verità di un momento oltre il visibile colpisce e commuove. La mostra è aperta a Ferragosto, ore 10-18.
Gotthard Bonell, Le Ombre serali, 2012, 150×150, Foto courtesy Museo Eccel Kreuzer
Tutti siamo stranieri, nessuno è straniero. In Alto Adige vivono oltre il 10% di persone di nazionalità straniera, una percentuale che sale al 20% in città come Bolzano o Merano. Eppure il focus del discorso pubblico e politico sembra rimasto ostinatamente fermo alla dialettica tra le tre due comunità e all’esistenza di tre lingue ufficiali (tedesco, italiano e ladino). Quella dell’Alto Adige non è una situazione distante da quella di tante città europee “La realtà sociale odierna, in Europa così come in molte altre parti del mondo, è post-migrante, ovvero caratterizzata dalla convivenza quotidiana di persone di origini, nonché retroterra culturali, sociali, etnici e religiosi differenti. Tuttavia, spesso l’approccio mediatico e il discorso politico non riflettono questa molteplicità” si legge nel comunicato della mostra “Vielheit (molteplicità). Storie della società post-migrante”, visibile a Kunst Meran Merano Arte .
Willem de Rooij, Bouquet IX, 2012, vaso in ceramica bianca, piedistallo, composizione floreale sferica, misura 100 cm di circonferenza, 10 diversi tipi di fiori bianchi. Courtesy Galerie Buchholz, Berlin/Cologne
Attraverso le opere di dieci artiste e artiste e un ricco programma collaterale, la mostra invita “a esplorare la complessità delle società post-migranti”. Ad opere di struggente poesia e carica simbolica, come il “Bouquet IX” dell’artista olandese Willem de Rooij l’esposizione -curata da Jörn Schafaff, storico dell’arte ed esperto in cultural studies- alterna opere dal carattere più documentaristico. Come ad esempio il video “untitled 2023” (neighbours) con cui l’artista tailandese Rirkrit Tiravanija ha dato voce alle storie di persone di origini diverse arrivate a Merano, mentre l’artista altoatesina Barbara Gamper per il suo “linguistic landscapes (how do we come together in our differences?)” ha condensato in un doppio banner, un “Word Cloud”, i pensieri degli studenti e studentesse di Merano su temi quali l’appartenenza, la partecipazione, il futuro e il potere della lingua, mostrando come i più giovani diano importanza alla molteplicità delle lingue oltre quelle “ufficiali”, dall’arabo all’inglese. La mostra è aperta nella giornata di Ferragosto dalle ore 10 alle 18.
Caterina Longo
Immagine in apertura: Shimabuku, Me, We, Museion 2023. Foto Luca Guadagnini.
Artwork: Kaki and Tomato, 2008, Type C-Print. Courtesy: the artist and Air de Paris, Romainville