Le finestre chiuse di un irriconoscibile Arno Kompatscher
“Non faccio la foglia di fico dell’Svp, non presento l’Svp come partito di raccolta se non lo è più”. Parole del Presidente della Provincia Arno Kompatscher nell’ultima intervista rilasciata a questa testata nel marzo del 2022. A diciotto mesi di distanza, è facile pensare che il Landeshauptmann abbia fatto molto di più della foglia, almeno l’albero, forse addirittura una foresta di fichi. Perché chiunque abbia avuto la possibilità di frequentare o confrontarsi con l’Svp ha notato quanto il partito già di raccolta sia diviso e frammentato. “Ognun per sé e Dio per tutti”. Molto più simile a una Margherita italiana che a una Stella Alpina sudtirolese.
Le differenze politiche all’interno dell’Svp sono evidenti e a tutto campo: dallo ius soli alla carne sintetica, passando per le politiche europee sulla sostenibilità. Non è un caso che lo slogan scelto dall’Svp per questa campagna elettorale sia “Südtirol zusammenhalten”. Un invito all’unità che ha generato una temporanea pax elettorale già pronta a saltare a partire dal 23 ottobre prossimo, quando, risultati alla mano, altri avranno il coltello dalla parte del manico. (All’interno del partito e, se Widmann dovesse ottenere un buon risultato, anche fuori).
A quella data manca poco più di un mese e si può ancora sperare che il candidato Arno Kompatscher torni sui suoi passi e modifichi radicalmente la sua attuale campagna elettorale che lo mostra in una versione decisamente “anomala”. E’ sufficiente leggere le interviste che ha rilasciato nelle scorse settimane. Risulta, infatti, molto difficile comprendere il tono delle attuali dichiarazioni di Kompatscher, una personalità politica che per otto anni si è presentato come l’anima “green”, liberal e innovativa del partito.
Il confronto con cinque anni fa è a dir poco impietoso. Nel 2018, a urne chiuse e con la Lega trionfatrice delle elezioni provinciali, Kompatscher ribadiva le sue condizioni esigendo una dichiarazione firmata da parte della Lega che la impegnasse ad avere “una posizione chiara a favore dell’UE, della convivenza tra i gruppi linguistici e dell’autonomia contro nuovi centralismi. Se la Lega è disposta a portare avanti questi valori per i cinque anni a venire le trattative per un programma amministrativo potranno iniziare“, Per essere ancora più chiaro, nel pieno della trattativa per la nuova Giunta Kompatscher invitava tutti a riflettere “sull’ondata sovranista e nazionalista, che è l’inizio del ritorno a idee che hanno portato tragedie e guerre in Europa”.
Kompatscher sovranista?
Cinque anni dopo, tutto sembra essere cambiato. In piena campagna elettorale, a tre giorni di distanza dalla visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’amico Orban, Kompatscher si è recato a Roma per chiedere l’apertura di un Cpr anche in Alto Adige. Queste le sue parole: “Le statistiche parlano di reati in continuo calo, ma il livello di sicurezza percepito dalla popolazione è decisamente inferiore a quello del passato: anche a Bolzano, ormai le donne hanno paura ad uscire da sole alla sera”. Tradotto, non che esista una reale emergenza sicurezza, ma siccome le nostre concittadine hanno paura, per favore aprite una struttura di reclusione per gli immigrati clandestini, cioè per tutti coloro che non hanno commesso reati, ma arrivano in Italia illegalmente perché legalmente non è loro permesso.
Non è tutto, perché, a quanto pare, Kompatscher non fa questa richiesta per motivi legati alla campagna elettorale, no, lo fa per noi: “Credo che l’istituzione di un Cpr, ovviamente proporzionato alle dimensioni della nostra provincia, sarebbe nell’interesse di tutti, soprattutto della nostra gente, che ci chiede sicurezza”. L’equiparazione tra criminali e clandestini è servita, ma la dichiarazione peggiore di tutte la si trova nella risposta del Landeshauptmann a una domanda di Sara Martinello dell’Alto Adige proprio riguardo ai Cpr. “Voglio tranquillizzare circa un aspetto, fuori dalla struttura non si percepirà nulla”. (Alto Adige 9 settembre 2023)
Ecco, apprendere che non ci accorgeremo di nulla rispetto a quanto potrà accadere in una struttura più volte denunciata per il mancato rispetto dei diritti umani non può che tranquillizzarci. Se interrogati, potremo sempre dire “Ah non ne sapevamo nulla”.
Tutto questo sembra funzionale al previsto accordo post elettorale tra Svp e Fratelli d’Italia, un passo di cui non tutti sembrano valutare la portata. Per decenni, i sudtirolesi hanno giustamente sottolineato gli inaccettabili atteggiamenti di fascisti, neo fascisti e post fascisti nei loro confronti. Bene, oggi, quando per la prima volta un partito con la fiamma tricolore nel simbolo esprime il presidente del Consiglio, l’Svp corre a Roma per cercare accordi nazionali e provinciali con il governo Meloni. Niente di strano?
Da questo punto di vista, l’intervista rilasciata da Arno Kompatscher alla Tiroler Tageszeitung del 16 agosto scorso non può che far saltare sulla sedia. “Nel caso la Svp perdesse consenso – si legge sul quotidiano di Innsbruck – la creazione di una maggioranza con un terzo partito, per Kompatscher sarebbe un rischio Facciamo di tutto – precisa il Landeshauptmann – perché questo non succeda e speriamo in un risultato migliore rispetto alle previsioni. Una coalizione a tre per l’Alto Adige non significherebbe nulla di positivo, perché Roma potrebbe usare questa situazione contro di noi. Non a tutti è chiaro quanto un simile scenario potrebbe essere rischioso“.
Provando a riassumere il pensiero del “nuovo” Kompatscher, il rischio maggiore per l’Autonomia altoatesina proverrebbe dall’ingresso di un terzo partito (ovviamente tedesco) perché Roma – dove governano i sovranisti di Fratelli d’Italia potenziali partner della coalizione provinciale – potrebbe approfittare della situazione. Qualcuno ci vede una logica?
Kompatscher “green”?
Non bastasse tutto questo, il “verde” Kompatscher, dopo anni di attenzione ai temi ambientali, ha deciso di finire ogni due giorni sulla stampa locale e nazionale per la richiesta di abbattimento di qualche lupo. Li chiama “prelievi”, ma la sostanza non cambia, l’aurea “green” del presidente provinciale svanisce come nebbia al sole.
In chiusura, non resta che domandarsi i motivi per cui un personaggio politico che per otto anni ha governato la Provincia con una certa immagine, decida di buttare tutto al vento per presentarsi all’elettorato come l’uomo che tutela la sicurezza dei suoi concittadini contro lupi e i criminali, soprattutto se nati in terra straniera. Viene da chiedersi per quale motivo gli elettori e le elettrici sensibili al tema della sicurezza dovrebbero votare Kompatscher, noto fino a ieri per visioni e opinioni totalmente differenti.
A novembre 2022, questa testata aveva invitato Arno Kompatscher a ricandidarsi per “cambiare l’aria” di questa provincia. Vista la “concorrenza” non ci siamo ancora pentiti, ma al momento vediamo imposte serrate e percepiamo un’aria viziatissima.
Alle elezioni manca ancora un mese.
Massimiliano Boschi