NSPulse, la startup altoatesina che vuole rivoluzionare il mercato delle proteine vegetali
La crescente attenzione all’ambiente, alla salute e al benessere degli animali porta ad un forte aumento dei consumi di alimenti plant-based – letteralmente “basata sulle piante”, quindi vegetale. Ad oggi, il numero di proteine vegetali presenti nel carrello e dunque nella dieta degli italiani arriva a rappresentare quasi un quarto del totale proteico – precisamente il 22%. Dati, questi, che il mercato del food non può più ignorare. Ed è in questo contesto che interviene NSPulse, un’azienda fondata a luglio 2023 da Federico Camiciottoli e Alberto Salvia, entrambi con un’importante esperienza di management nel consumo alimentare alle spalle. A raccontarci la nascita e la mission di NSPulse è proprio Camiciottoli, che contattiamo al telefono.
Per cominciare, da dove nasce la sua passione per il mondo del food?
Dopo aver terminato gli studi in economia ho subito intrapreso una carriera in questo settore. Io ho lavorato in Parmalat – dove ho conosciuto il mio socio – TreValli e Unigrà, mentre lui in Danone. Entrambi abbiamo lavorato e collaborato con realtà nazionali ed internazionali, e dopo oltre trent’anni in questo settore abbiamo voluto fondare NSPulse, una startup innovativa che si occupa di proteine vegetali.
Da quali esigenze è nata? Cosa vi ha spinti a compiere il grande passo?
Da ormai diversi anni ho cominciato ad interessarmi al tema delle proteine vegetali come alternativa a quelle animali. Con l’importante aumento del consumo di alimenti plant-based – basti pensare alle decine di hamburger vegetali presenti sui banchi del supermercato – credo sia importante proporre dei prodotti buoni, digeribili e completi per il benessere delle persone. Purtroppo, non sempre queste caratteristiche si ritrovano nelle proteine vegetali attualmente in vendita sul mercato; spesso, infatti, queste sono carenti di un ampio spettro di aminoacidi, contengono additivi nocivi per l’organismo o sono ultra-processati, e quindi risultano scarsamente digeribili o non adeguati a livello nutrizionale. Io e Alberto abbiamo deciso di intervenire fondando NSPulse, con cui vogliamo contribuire alla ricerca in questo settore e sfruttare al meglio il potenziale del mercato vegetale.
Da dove il nome?
“Pulse”, oltre che “pulsazione”, in inglese indica anche i legumi. “NS” sta per “Natural Smarter”, proprio perché il nostro obiettivo è quello di ottenere delle proteine che siano naturali e che guardino a questo mercato in maniera più intelligente.
Perché concentrarsi proprio sulle proteine?
Perché la proteina è alla base dell’alimentazione umana. Erroneamente, si crede che servano soltanto durante la fase della crescita, mentre sono necessarie in ogni fase della vita umana. Insomma, anche in seguito alle esplosioni demografiche degli ultimi anni c’è bisogno di grandi apporti di proteine, tenendo però conto dell’insostenibilità di quelle animali.
Quindi alla base di NSPulse c’è anche un impegno ambientale e sociale importante.
Esattamente. Come detto prima, non vogliamo soltanto lanciare sul mercato dei prodotti buoni, digeribili e sani, ma anche contribuire alla ricerca nel settore ed essere una società benefit che contribuisce alla salvaguardia del pianeta. Per supportare questa fase di ricerca e sviluppo – oltre che per ottenere insight dal mercato e per efficientare i processi aziendali – ci avvarremo di strumenti di intelligenza artificiale.
Attraverso quali tecnologie o approcci innovativi intendete fare ciò?
Abbiamo intenzione di sviluppare i nostri prodotti attraverso l’introduzione della tecnica della fermentazione. Si tratta di una delle tecniche di produzione alimentare più antiche al mondo – basti pensare al pane, alla birra, al vino, ai formaggi eccetera – anche se la nostra sarà differente poiché applicata a matrici proteiche, nello specifico a quelle di origine vegetale. Attraverso questa tecnica, quindi, vogliamo ottenere dei prodotti che abbiano delle caratteristiche funzionali e nutrizionali migliori rispetto a quelle che offre attualmente il mercato. E crediamo che Bolzano sia il luogo ideale in cui lavorare a questo progetto.
Come mai? Cosa offre l’Alto Adige rispetto ad altre regioni?
Oltre ad essere un contesto sociale innovativo e attento alla sostenibilità, attraverso il NOI Techpark permette a realtà come la nostra di costruire un network importante, in grado di connettere persone e scambiare competenze e risorse. Quando era ora di trovare un contesto adatto ad accogliere la società che stavamo creando, io e Alberto abbiamo trascorso molto tempo a raccogliere informazioni, partecipare a convegni e workshop sul territorio; da lì l’apertura ufficiale della nostra sede a Bolzano. Inoltre, grazie al lavoro del Professor Marco Gobbetti di UniBz, nei primi mesi del 2024 nascerà proprio a Bolzano l’Istituto Nazionale per la Fermentazione, un centro di eccellenza a cui contribuiremo finanziando un’attività di ricerca.
Quali sono state le principali sfide nel lancio dell’azienda?
Direi che la parte più critica sia quella burocratica. Purtroppo, anche quando le idee sono chiare, ci sono tutta una serie di barriere burocratiche che in Italia ostacolano parecchio la nascita delle aziende. Per fare un esempio: consultando tre esperti in merito alla stessa questione abbiamo ottenuto tre risposte completamente differenti l’una dall’altra. È un po’ frustrante alle volte, ma sicuramente non basta per spegnere l’entusiasmo.
Tra il plant-based, le diete veg e il new glocal, i food trend del futuro sono tantissimi, tutti basati su un’alimentazione sana e sostenibile. In che modo NSPulse si fa spazio tra queste tendenze?
Sono sicuramente molti i macro-trend che si stanno delineando nel mondo del cibo, anche a partire dalle riflessioni sui sistemi alimentari stimolate dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Alla base di ciascuno di essi, però, c’è la crescente consapevolezza dei consumatori, che ricercano alimenti salutari, buoni ma soprattutto sostenibili. Noi di NSPulse vogliamo assecondare queste esigenze, e fornire prodotti plant-based che mantengano un gusto forte e gradevole e siano equilibrati dal punto di vista nutrizionale. Inoltre, da buoni italiani crediamo che il cibo costituisca anche un’esperienza, a partire da quando lo si cerca tra i banchi del supermercato, fino a quando lo si assaggia a tavola, da soli o in compagnia. Per questo vogliamo migliorare l’esperienza di abilità di consumo del prodotto.
Quali sono i prossimi passi, gli obiettivi futuri?
Il nostro business plan è incentrato sul largo consumo e in particolare su tutto quello che passa dalla grande distribuzione come canale di vendita dei nostri prodotti. Tuttavia, vogliamo esplorare anche il canale dell’e-commerce, per permettere ai consumatori di acquistare direttamente online. Prima ancora di pensare alla vendita però, vogliamo dedicarci ad un’intensa attività di ricerca e sviluppo: miriamo infatti a sviluppare processi brevettabili che abbiano al centro materie prime sane, digeribili e nutrienti.
Vittoria Battaiola
Immagine in apertura: foto courtesy Susana Martins/Pixabay