Presentato in anteprima a Bolzano il "Museo dei futuri". Nel progetto nazionale anche Muse, Mart e Museion

È stato presentato in anteprima a Bolzano il progetto “Museo dei futuri”: un luogo di confronto di idee, oggetti, visioni del futuro in cui si ibrideranno i saperi, dalle scienze alle arti all’intelligenza artificiale. L’anticipazione dell’iniziativa, che prenderà avvio da gennaio 2024, è avvenuta all’interno di Futuradio, la festa di Rai Radio 3 andata in onda dal Teatro Comunale di Bolzano “un’esplosione di musica parole e riflessioni per raccontare l’Italia che pensa e progetta il proprio futuro” (dal 12 al 15 ottobre scorso, ne abbiamo parlato qui).
Il lancio del progetto -ideato da Enrico Giovannini, presidente dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile e dal giornalista Luca De Biase– ha offerto l’occasione per gettare uno sguardo su possibili musei del futuro, anche in base alla nuova definizione di museo elaborata da ICOM (International Council of Museums) a Praga nel 2022.  Nella puntata si è parlato anche di arte e scienza, musei e benessere, intelligenza artificiale e NFT. A confrontarsi su questi temi sul palco del Teatro studio di Bolzano c’erano personalità d’eccezione quali Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli Museo d’arte contemporanea, Michele Lanzinger, direttore scientifico del Muse di Trento e presidente di ICOM Italia e Antonio Lampis, direttore del dipartimento Cultura italiana, ambiente ed energia della Provincia autonoma di Bolzano.

Un momento dalla diretta del “Museo dei futuri” al Teatro Studio di Bolzano. Foto redazione Alto Adige Innovazione

“Il Museo dei futuri è un tassello importantissimo di un piano più ampio, che vuole portare al centro del dibattito pubblico italiano la progettazione sul futuro. Seneca diceva che non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare, ecco sembra che l’Italia non abbia presente dove andare, è sballottata da una parte all’altra per via dei cicli politici, con ritardi storici; si fa fatica ad avere prospettive concrete” ha spiegato Enrico Giovannini. Ma cosa sarà il “Museo dei futuri”? Non sarà un luogo fisico, almeno non per il momento, ma una piattaforma digitale in cui “grazie alla collaborazione con Rai Radio 3 faremo entrare in contatto gli ascoltatori con i ricercatori e le ricercatrici che stanno lavorando a nuove soluzioni per il futuro” ha spiegato Giovannini. Da gennaio 2024, a cadenza settimanale, il Museo dei futuri verrà raccontato attraverso dei podcast ma anche con altri tipi di materiali, come immagini e video.

A fare da capofila e primo snodo del progetto è il Muse di Trento, insieme a diverse altre realtà di tutto il territorio nazionale: dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano, alla Città della Scienza di Napoli, al SISSA di Trieste. Di questa alleanza dei musei per il futuro fanno parte p anche centri d’arte, come il Maxxi di Roma, il Mart di Rovereto e il Museion di Bolzano.
“Per noi è entusiasmante poter partecipare collettivamente alla costruzione polifonica di una visione di futuro, vogliamo portare il nostro contributo verso una società desiderabile, costruire un’idea di desiderabilità e perseguirla” ha sottolineato Michele Lanzinger,  ricordando che lo sguardo del Museo dei futuri è rivolto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. E a proposito ha citato le parole di Alexander Langer “la conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”.

 

Dagli oggetti alle persone, verso una nuova idea di museo

La forte componente di responsabilità sociale che anima il “Museo dei futuri” trova la sua leva concettuale nella nuova definizione di museo elaborata dall’ICOM. “Siamo andati oltre definizione di museo come luogo di accumulo di patrimonio, studio e di esposizione. Questi aspetti rimangono fondamentali, ma negli ultimi anni sono maturate tante altre esigenze: dobbiamo guardare al museo più come luogo per qualcuno che su qualcosa, luogo di interazione, non di trasmissione di conoscenze in maniera gerarchica, dall’alto al basso. Nella nuova idea di museo entrano in gioco elementi come l’inclusione, la partecipazione, l’accessibilità e la sostenibilità: tutta una nuova generazione di concetti per i musei che aprono a possibilità interessanti” ha spiegato Lanzinger. E ha anticipato che al Muse verrà aperto un nuovo spazio “agorà” dedicato alla conversazione su temi climatici, “spero che gli attivisti vorranno dire la loro nello spazio di un museo che non è neutro, vogliamo mettere in discussione la pretesa neutralità del museo” continua Lanzinger.

“Sono convinto che il museo sia il luogo giusto in cui depositare la documentazione del futuro” ha sottolineato Antonio Lampis,  “Già questa istituzione è passata dall’essere un luogo per le cose a un luogo per le persone, c’è stato un forte mutamento visuale” ha ricordato, parlando di uno dei suoi “cavalli di battaglia” , ovvero la necessità per i musei di saper raccogliere storie e saperle produrre attraverso una forte alleanza con televisione, teatro, cinema, una specie di “Netflix”. “Quando parlo di Netflix intendo un nuovo modo di vivere il museo, che diventi un luogo dell’anima, in cui si ha voglia di tornare più e più volte anche solo per vedere un quadro alla volta. Ma affinché ciò avvenga occorre che il racconto sia potente” sottolinea Lampis.

Mentre riguardo al nuovo progetto “Museo dei futuri”, Lampis lancia una proposta: “nei musei, anche quelli più tradizionali e scientifici  non cerchiamo solo la conoscenza del passato, la nostra storia, ma vogliamo intravvedere anche gli scenari futuri. Credo quindi che questa iniziativa sia molto importante e spero abbia anche un luogo fisico, in cui raccogliere prospettive di futuro: penso Bolzano potrebbe candidarsi perché è una città in cui si incontrano più culture, che meno passato e più disponibilità a lavorare sul futuro rispetto a megalopoli invase da overtourism”.

Suggestiva, infine, la visione del Museo dei futuri tratteggiata da Carolyn Christov-Bakargiev, che, nel suo imperdibile intervento, (che consigliamo di riascoltare per intero) ha tratteggiato un luogo in cui “le collezioni museali verranno riorganizzate, come spesso fa l’essere umano, e ci saranno, ad esempio,  i museo del tempo o il museo dell’ amore, e tutte le varie componenti -letteratura musica scienza arte- faranno parte di un’aggregazione nuova di oggetti storici in una presentazione unica”.

La trasmissione “Museo dei futuri” è stata brillantemente condotta da Roberta Fulci e Marco Motta. La puntata è riascoltabile su Rai Play Sound a questo link.

Caterina Longo

Immagine in apertura: Reto Scheiwiller da Pixabay

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