Alto Adige: nuovo appello contro la flavescenza dorata

Alto Adige. Dal monitoraggio dei giallumi della vite sono emersi dati che hanno mostrato un’ulteriore diffusione sia della pericolosa flavescenza dorata sia della malattia del legno nero. Rispetto all’anno scorso, l’infestazione è raddoppiata e, per la prima volta, sono state rilevate tracce di flavescenza dorata anche in Val Venosta. Alla luce di questo preoccupante sviluppo, risulta ancor più valido l’appello rivolto a tutti i coltivatori a estirpare le viti che presentino i tipici sintomi della malattia con tutte le radici.
Per gli esperti di viticoltura, i dati, ora al vaglio del Centro di Consulenza, risultano oltremodo preoccupanti. Per esempio, sono stati rilevati sintomi di giallumi in circa 12.400 viti. Anche se, a prima vista, potrebbe sembrare un numero relativamente basso, la variazione rispetto all’anno precedente è invece evidente. Mentre nel 2022 erano stati rilevati sintomi in una percentuale pari allo 0,24 per cento delle viti controllate, quest’anno la percentuale è salita allo 0,42 per cento. In un solo anno, quindi, l’infestazione è pressoché raddoppiata.
Mediamente, nelle coltivazioni di Chardonnay e Pinot Grigio, sono state scoperte 27 viti sintomatiche per ettaro; nelle coltivazioni di Lagrein la quota è di 20 per ettaro. Parallelamente al monitoraggio del Consorzio Vini Alto Adige, già da anni il Servizio fitosanitario provinciale e il Centro di Consulenza campionano le viti sintomatiche e le inviano al Centro di Sperimentazione Laimburg per sottoporle ad analisi biomolecolari. Questo avviene perché i sintomi della malattia del legno nero e della pericolosissima flavescenza dorata non possono essere distinti a occhio nudo. Quest’anno sono state analizzate 740 viti con sintomi di giallumi e 97 di esse – tra le quali, per la prima volta, anche alcune provenienti dalla Val Venosta – sono risultate effettivamente colpite da flavescenza dorata.

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