Design per le persone, Letizia Bollini (unibz) racconta il World Usability Day 2023
Il World Usability Day (WUD) torna al NOI Techpark di Bolzano il 9 novembre prossimo dopo cinque anni di stop. Si tratta della giornata internazionale dedicata alla comunità di professionisti e professioniste, ricercatori e ricercatrici che si occupano di usabilità, dei principi del design centrato sulle persone e sull’innovazione di esperienze e servizi digitali (ne abbiamo parlato qui). L’evento, che anticipa SFSCON, conferenza internazionale sul Software Libero, è organizzato da Letizia Bollini, professoressa di Communication & Interaction Design della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, e da Matteo Moretti, co-fondatore di Sheldon.studio e specializzato in data-design. Tra i collaboratori anche NOI Techpark ed Exeen.it, azienda milanese che promuove percorsi e processi di innovazione digitale per aziende, prodotti e servizi. Abbiamo intervistato Letizia Bollini per farci spiegare nel dettaglio lo scopo dell’evento e il ruolo dell’usabilità nelle aziende altoatesine. Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano, Bollini ha conseguito un dottorato di ricerca in Industrial Design & multimedia communication. In seguito si è specializzata in design tipografico a Milano e in digital media a San Francisco, in California.
Dove nasce la sua passione per il design e come si sono evoluti i suoi interessi nel settore nel corso degli anni?
Il mio interesse per il mondo del design è nato da una serie di casi fortuiti della vita. Uno dei fattori determinanti è stato sicuramente poter collaborare con una delle prime Internet Company italiane, Ariadne Internet Engineering, una realtà tuttora presente nel panorama nazionale. In un ambiente interdisciplinare ho imparato a codare, mentre mi dedicavo a tutta la parte di brand communication, incluso il loro primo sito internet nel 1994. Da quel momento ho iniziato a studiare e lavorare in quella direzione (in web agency come IconMedialab prima e con il mio studio extrasmall poi), seguendo la mia passione per il mondo dell’interazione digitale.
Quando è approdata a Bolzano?
Dopo aver insegnato al Politecnico di Milano e a Milano Bicocca, a metà febbraio 2020 ho cominciato a lavorare anche qui, alla Libera Università di Bolzano, presso la facoltà di Design e Arti. Chiaramente l’inizio non è stato dei migliori a causa Covid, ma ora che posso fare lezione in presenza e rapportarmi dal vivo con studenti e colleghi, sono soddisfatta della scelta fatta.
Cos’è il WUD e con quale scopo è nato?
Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 tutti i professionisti che lavoravano nel settore del digitale furono travolti dalla new economy: questo enorme e improvviso sviluppo legato alla diffusione delle tecnologie informatiche e digitali spinse designer, architetti e imprenditori a creare una vera e propria community in cui scambiare e condividere opinioni e ricerche. Nel 2005 nasce quindi la giornata mondiale dell’usabilità, anche detta WUD (dall’inglese, World Usability Day), fissata da allora al secondo giovedì di novembre. Si tratta quindi di un’organizzazione nata dal basso, in cui ogni anno le persone candidano delle realtà locali e decidono la location dell’evento; il tutto sotto il grande cappello del World Usability Initiative (WUI). Lo scopo principale del WUD è dunque quello di far incontrare e dibattere soprattutto professionisti nel digitale, ma anche studenti, ricercatori, associazioni e realtà imprenditoriali locali.
Quali temi saranno affrontati quest’anno?
I temi del WUD cambiano di anno in anno e toccano molti aspetti del mondo digitale; dalla nascita dell’evento nel 2005, sono state affrontate tematiche come la salute, i trasporti, l’educazione, l’innovazione, la finanza, l’inclusione, la sostenibilità e l’intelligenza artificiale.
Il tema di quest’anno è “Collaboration and Cooperation”, collaborazione e cooperazione, e si aggancia ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibili (SDGs) approvati dalle Nazioni Unite nel settembre del 2015. L’idea è quindi quella di promuovere la collaborazione e la cooperazione tra professionisti del settore del digitale in vista della realizzazione di questi 17 punti.
Qual è l’importanza dell’usabilità nel campo dell’innovazione e del design? Come può contribuire a migliorare prodotti e servizi?
L’usabilità è quella qualità che rende qualsiasi interazione o esperienza – prevalentemente digitale – talmente fluida, immediata e piacevole da non farci accorgere di averne bisogno. Riguarda tutto ciò che facilita la nostra interazione quotidiana negli ecosistemi digitali, tra cui software, applicazioni, device, prodotti e altro ancora. Al giorno d’oggi, più che di usabilità si parla addirittura di prodotti ed esperienze human centered (incentrate sulla persona) o life centered (incentrate sulla vita), ovvero più immersive e coinvolgenti. Ciò permette di migliorare i servizi rendendo i processi efficienti, efficaci ma soprattutto piacevoli, affinché gli utenti – coloro che vi interagiscono – siano più motivati ma anche agevolati nel compiere determinate azioni, online e non.
Che ruolo gioca l’intelligenza artificiale in questo settore?
L’intelligenza artificiale è tra noi da diverso tempo ormai, ma dal momento che sta diventando sempre più visibile ed accessibile se ne parla molto di più. Questa democratizzazione dell’AI sta cambiando molti dei paradigmi a cui siamo abituati, portando cambiamenti significativi in diverse aree delle nostre vite, tra cui l’aspetto scolastico e quello professionale. Nel campo del design, stanno sorgendo molte domande sul futuro ruolo del progettista, che dovrà sicuramente imparare a lavorare con l’IA e a fornirle le giuste istruzioni per la realizzazione di progetti. D’altro canto, però, non bisogna sottovalutare gli aspetti critici, che a mio parere riguardano prevalentemente l’aspetto etico: dal momento che gli algoritmi sono alimentati da dati che noi produciamo infatti, spesso contengono pregiudizi, stereotipi o convenzioni culturali che noi, in quanto designer, dobbiamo comprendere e gestire.
E quali sono invece i trend di successo?
I principali trend del momento riguardano la semplificazione dell’esperienza digitale, l’accessibilità e l’inclusività. Viviamo in società sempre più complesse, multiculturali ed eterogenee, ed è quindi fondamentale che chiunque possa sentirsi a proprio agio nella fruizione di un servizio, sia questo digitale o fisico. È necessario assecondare le specifiche esigenze fisiche, situazionali e cognitive degli utenti, ed essere più inclusivi in senso generale.
Tornando all’evento WUD di Bolzano, chi saranno gli ospiti?
Sono dodici i relatori che hanno accettato l’invito e parleranno sul palco del NOI Techpark giovedì 9 novembre. Vengono da tutta Italia, Trentino-Alto Adige incluso, e hanno background professionali completamente diversi l’uno dall’altra. Alcuni di loro fanno parte delle personalità storiche sia del WUD che della community digitale italiana, come ad esempio Maria Cristina Lavazza, ex presidente di Architecta e User Experience (UX) designer; Carlo Frinolli, Head of Design presso Caffeina e organizzatore del primo WUD italiano a Roma nel 2014 e Domenico Polimeno, digital transformation management presso Unindustria Reggio Emilia. Ci sono poi Erin Casali, VP / Sr. Director di Prodotto e Design e personalità provenienti dall’area trentina, come Stefano Bussolon, psicologo, UX designer e professore di Interazione Persona Macchina presso l’Università di Trento; Emanuele Lapiana, imprenditore, sound artist e creatore del Sete Festival di Rovereto e Maurizio Napolitano, tecnologo presso la Fondazione Bruno Kessler e responsabile del Digital Commons Lab.
Nel programma ci sono anche esperti ed esperte che lavorano nella pubblica amministrazione…
Si, ci sono tre persone che a vario titolo lavorano nell’area della comunicazione digitale della pubblica amministrazione, tra cui Gianni Sinni, professore di Design e Comunicazione presso l’Università Iuav di Venezia e ex consulente per l’identità del Ministro per l’innovazione tecnologica; Giacomo Grassi, che attualmente guida la trasformazione “user centered” di INPS, con ricadute su oltre 45 milioni di utenti e Luciano Perondi, che parla dell’esperienza collaborativa di coprogettazione con gli studenti dell’Isia di Urbino. Di area bolzanina ci sono invece Davide Falzone e Silvia Rotelli di Piano B, collettivo di artisti, designer e docenti che da vita a progetti di innovazione sociale attraverso laboratori di arte e design inclusivo, e Virginia Professione insieme a Lisa Bachmann, ex studentesse del Master in Design Eco-Sociale presso la Libera Università di Bolzano con tesi in citizen science.
In che modo le aziende e le organizzazioni in Alto Adige possono partecipare attivamente al World Usability Day e trarne beneficio?
L’evento è aperto a 130 persone su prenotazione. Aziende, organizzazioni e imprenditori sono i benvenuti, affinché possano prendere parte a questo scambio e condividere la propria esperienza riguardo al tema della collaborazione e cooperazione. Credo che attraverso la partecipazione all’evento sarà più chiaro il valore aggiunto che il digital design e l’usabilità in generale portano alle aziende nella loro crescita in termini di comunicazione, innovazione tecnologica e trasformazione digitale.
Per il programma completo di WUD 2023 vedi qui
Vittoria Battaiola
Immagine in apertura: foto di Freepik