Red Hat a SFSCON 2023: progetti open source per far crescere le fabbriche intelligenti di domani

Collaborare alla risoluzione di problemi, crescere insieme, lavorare allo sviluppo di nuove soluzioni utili per il futuro. Questa è la filosofia di un evento come SFSCON, la conferenza internazionale sul free software che ha riunito il 10 e 11 novembre al NOI Techpark di Bolzano il ghota del free software. Tra gli esperti presenti anche Daniel Hiller, senior software engineer per Red Hat, realtà di riferimento globale per il settore.

L’utilizzo dell’open source sta svolgendo un ruolo cruciale nell’amplificare l’impatto dell’innovazione nel settore manifatturiero, soprattutto in riferimento alle fabbriche intelligenti, o software-defined. Secondo la società di consulenza globale McKinsey, lo smart manufacturing ha il potenziale per creare fino a 3,7 trilioni di dollari di valore entro il 2025, favorendo crescita, innovazione e competitività in tutti i settori. Le piattaforme aperte, messe a disposizione di chi si occupa di sviluppo, sono oggi strumenti essenziali per realizzare nuove applicazioni grazie a infrastrutture scalabili e pronte all’uso.

Una delle realtà più importanti a livello internazionale in questo campo è Red Hat, una società multinazionale statunitense che si dedica allo sviluppo software e al supporto di software libero e open source in ambiente enterprise, ovvero aziendale. Fondata nel 1993 e acquisita interamente da IBM nel 2019, a oggi rimane indipendente e dispone di una sede principale a Raleigh (Carolina del Nord), affiancata da numerose altre sedi sparse in tutto il mondo, tra cui l’Italia. Red Hat è stata tra i supporter principali di SFSCON 2023, evento cofinanziato dall’UE attraverso il progetto FESR 1048 IMPACT.

SFSCON 2023. Foto courtesy NOI Techpark

«I principi open source nascono da uno spazio aperto di condivisione di idee dove le community hanno la possibilità di crescere, collaborando alla risoluzione di un problema o allo sviluppo di una nuova tecnologia. Tutto quello che facciamo in Red Hat rispecchia questa filosofia», afferma Daniel Hiller, senior software engineer per Red Hat, da oltre 20 anni attivo nel settore. Il suo obiettivo è quello di «creare software utili per le persone in modo che possano nascere progetti importanti».

Attualmente Hiller fa parte della comunità di KubeVirt, per conto della quale si occupa della manutenzione, del miglioramento e dell’automazione dei processi di CI (Continuous Integration) e di testing. KubeVirt è un’estensione di Kubernetes, una piattaforma portatile, estensibile e open source per la gestione di carichi di lavoro e servizi containerizzati, resa open source da Google nel 2014 e il cui nome deriva dal greco. Significa “timoniere, pilota”.

Red Hat è stata fra le prime aziende a collaborare con Google a questa iniziativa, ancora prima del lancio, diventando il secondo collaboratore per importanza al progetto upstream di Kubernetes. Una piattaforma che oggi vanta un ecosistema in rapida crescita e mette a disposizione di chi si occupa di sviluppo sia servizi che supporto e strumenti. Proprio con l’obiettivo di portare il suo contributo alla crescita della free software community, Hiller è intervenuto a SFSCON: «È importante sostenere eventi come questo, che hanno la finalità di diffondere l’utilizzo degli open software – sottolinea Hiller – Partecipando a SFSCON ho potuto raccontare ai membri della community ciò che stiamo facendo, raccogliere da loro feedback interessanti, scambiare idee. Nel nostro mondo è importante lavorare sui codici, ma parlare con le persone è ancora più importante, e a volte più produttivo».

Andrea Fasulo

Immagine in apertura: Daniel Hiller. Foto courtesy NOI Techpark

 

 

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